Scuola, dati allarmanti sul bullismo omofobico. Arcigay: “Uno studente du tre nel mirino dei bulli. Questa non è buona scuola”

  

Presentati a Udine i risultati della ricerca realizzata su oltre duemila studenti e studentesse delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia.

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Bologna, 16 maggio 2015 – “Numeri allarmanti, che richiedono interventi seri e strutturali”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta con preoccupazione i dati resi pubblici questa mattina a Udine durante il convegno organizzato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia.  Secondo la ricerca,  frutto di una convenzione firmata da Regione, Università di Trieste, Ufficio Scolastico Regionale e Arcigay/Arcilesbica e che ha coinvolto 2.138 studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia, più del 43% degli studenti ha assistito ad atti di bullismo omofobico, oltre il 30% dichiara di aver subito aggressioni omofobe verbali o comportamentali, più del 10% dichiara di aver compiuto atti omofobi. “Stando ai dati – riflette Romani – uno studente su tre nelle scuole è vittima di bulli e in ogni classe, presumibilmente, è presente una gang di persecutori. Sempre secondo la ricerca il fenomeno si attenua laddove si ha la percezione che gli insegnanti non siano indifferenti ma anzi siano pronti a sanzionarlo. Insomma, la scuola è senza dubbio un terreno accidentato per gay e lesbiche, un ambiente tutt’altro che inclusivo. Ma lo stesso Miur, attraverso la circolare che la  direttrice generale Giovanna Boda ha diffuso per la Giornata Internazionale contro l’omotransfobia, ha sottolineato come la scuola debba al contrario cimentarsi quotidianamente nella costruzione di comunità inclusive in cui le diversità vengano valorizzate e si coltivi la cultura del rispetto. La scuola oggi non sfiora nemmeno questo risultato: questo ci dicono chiaramente i dati presentati oggi in Friuli Venezia Giulia. E se la meta è lontana significa che gli interventi messi in campo sono insufficienti. Se l’obiettivo è realmente la “buona scuola”, il bullismo è la vera emergenza di cui chi ci governa dovrebbe occuparsi prioritariamente. Valorizzando le azioni messe in campo finora, rendendole strutturali nel sistema scolastico e implementandole con quelle che si riterranno necessarie per rendere la scuola un luogo di crescita per tutte e tutti”, conclude Romani.