Bologna, 13 giugno 2016 – Dopo il presidio di ieri nella Gay street a Roma, prosegue in tutto il Paese la mobilitazione per commemorare le vittime della strage di Orlando, in cui 50 persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite durante l’attacco armato di un folle omofobo in una discoteca frequentata dalla comunità lgbt. Stasera a Milano (Largo Donegani, ore 20) e a Napoli (piazza della Repubblica, ore 20) sono in corso le due commemorazioni annunciate davanti alla sedi diplomatiche degli Stati Uniti. Alle 18, inoltre, si è svolto a Torino un presidio convocato dalla città con il sostegno di tutte le associazioni del Coordinamento Torino Pride. A Pavia, invece, Arcigay “Coming-Aut” ha invitato in piazza i cittadini e le cittadine questa sera, alle 21, in piazza Duomo, mentre a Parma la chiamata è in piazza Garibaldi, dalle 21. Domani sono in programma presidi a Bologna (ore 19.30 ai Giardini di Villa Cassarini), a Perugia (ore 21 in Piazza della Repubblica), a Vicenza (ore 21 piazza dei Signori), a Potenza (ore 20 in piazza della Prefettura), a Salerno (ore 20,30 in Piazza Portanova), e a Foggia (ore 20.30 in Piazza Giordano). A Brescia la città si raccoglierà giovedì sera alle 21 in piazza Vittoria, mentre alle 21,30, sempre giovedì sera, le vittime di Orlando saranno ricordate a Livorno, in terrazza Mascagni. Sabato 18 il ricordo della strage aprirà il primo Varese Pride, alle 17, con l’intervento del viceconsole della sezione Public Affairs del consolato USA di Milano. Quella stessa sera alle 20 un’altra commemorazione è in programma a Taranto, in Piazza Maria Immacolata. Infine il Salento Pride ricorderà le vittime a Gallipoli domenica alle 13 al Led café. “E giusto che in tutto il mondo, perciò anche in Italia, la comunità lgbt reagisca all’odiosa tragedia di Orlando ribadendo la propria visibilità”, commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di arcigay. “In questo senso, non possiamo non aver notato la visibilità parziale che i media italiani hanno dato alla tragedia, svanita dai titoli di testa già dopo un giorno. Non solo: in pochi ma significativi casi, nemmeno i morti hanno fermato le solite penne intinte nello squallore, che sono state capaci di coniare titoli terribili su questa tragedia. E allo stesso modo non sono mancati gli omofobi rapaci, che hanno ritenuto perfino in questa occasione di dover esternare il loro odio, complice stretto dell’assassino”, conclude Piazzoni.