Un’altra morte violenta di una persona trans, brutalmente uccisa a Roma dopo essere stata probabilmente malmenata, a giudicare dai lividi e dalle ferite che hanno straziato il suo corpo. Probabilmente, dalle prime notizie, si tratta di una cittadina brasiliana, il cui corpo è stato ritrovato questa mattina ai margini di un cantiere nei pressi del binario 10 della stazione Termini a Roma.
La vicenda è destinata a rimanere ancora circoscritta nei trafiletti della cronaca nera di un giornalismo che si mostra sempre più impreparato a trattare con competenza e con rispetto queste vicende, in contesti narrativi in cui le storie drammatiche di queste persone sono inesorabilmente ed esclusivamente associate alla prostituzione ed alla marginalità, privando queste persone di un nome, di una identità.
L’Italia detiene il tristissimo primato degli omicidi e delle violenze ai danni di persone transessuali e transgender in Europa, primato che certamente è da mettere in relazione con l’inadeguatezza delle norme nazionali che non contrastano adeguatamente lo stigma e con i regolamenti locali che puntualmente criminalizzano la clandestinità e la prostituzione, intervenendo esclusivamente con strumenti di salvaguardia dell’ordine e della “morale” pubblica. In questo modo nessuna possibilità di inclusione è offerta a queste persone, che sono di fatto indifese, costrette a continuare a vivere ai margini e spesso vittime della criminalità.
Solo poche settimane fa, alla fine di giugno, segnalammo un altro episodio drammatico, relativo alla morte violenta di una transgender investita nei pressi dello Stadio Arechi di Salerno, vicenda dai contorni foschi sulla quale attendiamo ancora che sia fatta chiarezza, finita anche questa in un trafiletto di cronaca in cui gli elementi ricorrenti sono ancora una volta il riferimento all’ambiente della prostituzione (quasi a voler definire una dignità inferiore ed un valore minore delle loro vite) e l’irritante e pedissequa utilizzazione del genere maschile (“un trans”), consuetudine che mostra l’impreparazione e l’inadeguatezza di gran parte della stampa a trattare e narrare queste storie.
Esprimiamo il nostro cordoglio per la morte della persona assassinata oggi a Roma, di cui tristemente non possiamo ricordare e citare nemmeno un nome, e chiediamo con fermezza che sia fatta luce sulla sua morte, e sulla morte di tutte le persone transessuali e transgender brutalmente violentate ed assassinate in un paese dal triste e vergognoso primato quale è l’Italia.
Ottavia Voza
Arcigay, Diritti delle persone Trans