Bologna, 23 luglio 2014 – Flavio Romani, presidente di Arcigay, apprende con “sorpresa” dell’elezione dell’onorevole Patrizia Toia a capo della delegazione Pd nel Parlamento europeo. “Senza nulla togliere all’esperienza e alle competenze dell’onorevole Toia – argomenta Romani – balza all’occhio la nomina in un ruolo rappresentativo di un’esponente che dalla sua delegazione, durante la votazione della Relazione Estrela sul diritto delle donne all’interruzione di gravidanza, si smarcò clamorosamente, autodefinendosi minoranza. Un problema che ricorre nel Pd, visto che in quella stessa votazione l’allora capodelegazione David Sassoli fece esattamente la stessa cosa. Non saremo certo noi a chiedere il silenziatore per le minoranze – prosegue Romani -, tuttavia quelle posizioni, che espressamente si chiamano fuori dal paradigma di battaglie del PSE e che altrettanto chiaramente corrispondono e compiacciono all’invasione di campo del Vaticano in politica, si fa fatica a comprendere come facciano a diventare poi rappresentative della più numerosa delegazione all’interno del gruppo Pse. La domanda, allora, è duplice: quanto l’onorevole Toia è davvero rappresentativa del gruppo dei democratici che oggi siede in Parlamento? E di conseguenza: le posizioni che Toia esprime sono da considerarsi da oggi “maggioritarie” all’interno della delegazione dei democratici, al punto da poter condizionare la sintesi politica su temi quali l’interruzione di gravidanza o le unioni tra persone dello stesso sesso? Nell’attesa che qualcuno del gruppo di europarlamentari europei ci chiarisca queste perplessità, non possiamo che affidarci all’auspicio che nei fatti la delegazione italiana sappia chiarire la sua identità politica, dando quanto prima dimostrazione di un impegno serio, laico e fattivo nelle importanti battaglie di civiltà che l’Europa, e l’Italia di conseguenza, devono urgentemente affrontare”.