Unioni civili, Arcigay: “Ignobile tentativo di marchiare i figli delle persone omosessuali”

  

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13 ottobre 2015 – “Troviamo sconcertanti i tentativi di  mediazione che in queste ore i media raccontano sul testo delle unioni civili e in particolare sull’istituto della stepchild adoption, che alcuni parlamentari vorrebbero sostituire con l’affido rinforzato”: lo dichiara Flavio Romani, presidente di Arcigay. Che aggiunge: “Nonostante i pareri univoci degli esperti e le sentenze della Magistratura, che proprio ieri a Napoli per la terza volta ha registrato un bambino come figlio di due mamme, assistiamo negli ambienti della politica a un dibattito vergognoso, in cui alcuni parlamentari vorrebbero trovare il modo di “marchiare” con istituti claudicanti e assolutamente offensivi i figli delle persone omosessuali. Chi pubblicamente si professa sostenitore della famiglia è pronto, nella pratica, a punire le persone omosessuali che hanno deciso di creare una famiglia. Un furore tutto ideologico che con disinvolto cinismo sceglie di colpire i più deboli , cioè i bambini, minando con escamotage legislativi senza precedenti nel mondo la loro stabilità familiare. Una minaccia che non solo mette in pericolo l’esito del ddl sulle unioni civili ma che già si concretizza in altre proposte di legge che rapidissimamente stanno concludendo il proprio iter parlamentare, formalizzando un’oscura discriminazione tra bambini. Oggi la Camera ad esempio è chiamata a dare il via libera definitivo al disegno di legge sul diritto alla continuità affettiva dei bambini in affido familiare, una norma che mossa dal sacrosanto principio di garantire continuità affettiva ai minori in affido, inspiegabilmente a un certo punto retrocede da quel principio e esclude da questo diritto i bambini affidati a coppie non sposate o a single, esprimendo un giudizio irricevibile sulle famiglie monogenitoriali e con coppie di fatto, e scaricandone gli esiti sulla pelle dei minori. Una discriminazione sconcertante che contiene un’argomentazione ancora più sconcertante: i single vanno esclusi perché potrebbero essere omosessuali. Questi sono ragionamenti che sfiorano la superstizione e che giustificano provvedimenti volti a discriminare, in fatto di continuità affettiva, alcune situazioni rispetto ad altre. Tutto questo è inaccettabile: la presunta inadeguatezza delle persone gay e lesbiche a crescere figli è la negazione di secoli di storia, perché gli omosessuali esistono da sempre e in innumerevoli casi sono stati padri e madri. Quale legislatore si arroga il diritto di esprimere giudizi sulle qualità genitoriali dei cittadini e delle cittadine, al punto da discriminare per legge tra figli e figli? I figli non si toccano: respingiamo con forza ogni tentativo di effettuare sulla loro pelle ignobili mediazioni. E ci aspettiamo che altrettanto facciano le presone che hanno giurato sulla nostra Costituzione”, conclude Romani.