I preti pedofili saranno cacciati

  

Marco Tosatti
Da "La Stampa", pagina 11


Carol Wojtyla

Carol Wojtyla

CITTA’ DEL VATICANO – Si apre oggi uno dei "summit" sicuramente più penosi per Papa Wojtyla, fra i molti presieduti in quasi ventiquattro anni di regno. Tredici cardinali statunitensi, oltre ai responsabili dei più importanti dicasteri di Curia, discuteranno per due giorni della crisi che scuote la chiesa d’oltreoceano: quella dei preti pedofili.

Sabato anche il cardinale arcivescovo di New York, Edward Egan, ha pronunciato un pubblico "mea culpa", chiedendo scusa con una lettera letta in tutte le chiese della diocesi per gli errori che potrebbe avere commesso nell’affrontare i casi di abusi sessuali commessi dai preti cattolici ai danni di minori. Nel messaggio, il presule ha dichiarato il suo fermo impegno a sradicare la piaga della pedofilia dai ranghi del clero. A Egan – come al suo collega Law di Boston – si rimprovera troppa indulgenza nei confronti dei sacerdoti pedofili e poca attenzione verso le vittime, sia a New York sia precedentemente come vescovo a Bridgeport, nel Connecticut.

"Negli ultimi quindici anni, sia a Bridgeport sia a New York ho tentato di agire in base al parere il più possibile indipendente di medici e psicologi", scrive Egan. "E’ chiaro che oggi abbiamo una comprensione molto migliore del problema". Voci americane insistono per le dimissioni di Law; ma il vertice, ha detto ieri il Presidente dei vescovi Usa, Wilton Gregory non si parlerà di processi o di "mea culpa", ma di "azioni" per evitare altre violazioni di bambini.

Il presidente dei vescovi americani ha anche dato l’impressione di aspettarsi una sorta di disco verde dal Vaticano, perchè i vescovi possano denunciare all’autorità civile i preti pedofili, al primo caso accertato di violenza sui bimbi. "C’è consenso crescente tra i vescovi e i cattolici negli Usa sul fatto che un problema così particolare richieda una risposta particolare", e naturalmente "l’azione specifica di un vescovo richiederebbe un’approvazione dalla Santa Sede".

La "linea" che uscirà dalla riunione vaticana sarà probabilmente di grande severità; questo chiedono molti vescovi americani, scossi dalla reazione dei media e dei cattolici del loro paese, e su questo sono certamente d’accordo il Papa e i suoi collaboratori diretti. Il cardinale Theodore Edgar McCarrick, arcivescovo di Washington ha anticipato alcuni elementi: "Dobbiamo tenere sotto controllo questa terribile situazione e garantire ai nostri fedeli che non accada più". Il primo impegno, è quello di "rimuovere immediatamente il colpevole dal suo ministero" quando risulta coinvolto in questi abusi e di prestare soccorso "alle vittime e alle loro famiglie" con la solidarietà di tutta la comunità cristiana. Il problema è anche finanziario: negli Stati Uniti è la diocesi e non il sacerdote giudicato colpevole di abusi a rispondere "in solido". Da gennaio ad oggi oltre 450 persone hanno deciso di testimoniare di avere subito molestie sessuali negli Stati Uniti.


  •