Il deputato diessino attacca il sottosegretario agli Interni.
Folena: "Il sottosegretario insegni la libertà ai figli"
PAOLO BERIZZI, 3 settembre 2002
Dice che è sorpreso, anzi dice proprio: sono preoccupato. «Molto preoccupato». Critiche assurde, dice, quelle di Alfredo Mantovano. «Perché il Gay Pride è una manifestazione prevista già da molto tempo, tutto è stato organizzato da mesi». Pietro Folena, deputato dei Ds, ha appena letto la letteraanatema con cui il sottosegretario agli Interni «fulmina» il presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto colpevole di voler patrocinare una manifestazione «immorale e oscena»; una kermesse basata sulla «pubblica ostentazione del’immoralità, sul pubblico dileggio, al limite del vilipendio delle persone e dei simboli della religione». Le dure parole con cui Mantovano stigmatizza la decisione di Fitto sono sembrate a Folena una filippica di chiaro stampo antidemocratico. «Quelle di Mantovano sono parole indegne non tanto di un uomo politico quanto di un cittadino democratico». ‘ questo il punto. «La democrazia spiega il parlamentare eletto in Puglia è prima di tutto rispetto dei diversi valori culturali, politici e sessuali. Democrazia è libertà di poter manifestare le proprie idee e le proprie richieste».
Doveroso è anche un accenno ai figli del sottosegretario (li aveva tirati in ballo Mantovano nella lettera indirizzata a Fitto: «…mi hanno chiesto se eri la stessa persona per la quale avevo affrontato la campagna elettorale di due anni fa. Me ‘hanno domandato con rimprovero, come chi non si limita a vedere che il mondo è capovolto, ma scopre che il capovolgimento è avallato da u’autorità alla quale avevano guardato in modo positivo…»). Folena aggiunge: «Mantovano ai suoi figli dovrebbe spiegare questo: che senza rispetto per le libertà e per le diversità di valori non possono esistere democrazia, progresso e civiltà». Proprio a questo proposito, conclude, potrebbero essere illuminanti alcune letture. Che il parlamentare diessino consiglia ai figli del sottosegretario An: «Ci sono parecchi titoli significativi. Per citarne alcuni: «’elogio della tolleranza» e «Razzismo spiegato a mia figlia». La preoccupazione avanzata da Folena è condivisa anche da altri esponenti del mondo della sinistra: parlamentari ed esponenti locali dei Democratici di sinistra si sono uniti alle parole con cui il deputato pugliese ha bollato di razzismo ‘invettiva del sottosegretario Mantovano. E le polemiche, ‘è da scommetterci, non si esauriranno tanto in fretta.
Il capogruppo Orlando accusa. Il sindaco di Foggia rilancia il Centrodestra.
E An insiste: "Adesso Fitto deve revocare il patrocinio"
P.B., 3 settembre 2002
Fitto deve revocare il patrocinio al Gay Pride. La richiesta arriva dal gruppo consiliare di Alleanza nazionale alla Regione. Dice il capogruppo Oronzo Orlando: «Riconosciamo il pieno diritto a manifestare di tutte le associazioni ma esprimiamo il nostro dissenso sulla decisione assunta dal presidente Raffaele Fitto». Il perché è presto detto. «Le organizzazioni omosessuali rivendicano il riconoscimento delle "coppie di fatto" e quindi il diritto alle unioni omosessuali, alla casa, la possibilità di adottare bambini e tutte le altre tutele garantite dalla Costituzione». Ecco, «proprio per questa palese discrasia con il dettato costituzionale riteniamo che la Regione non può e non deve patrocinare ‘iniziativa: farlo vorrebbe dire aderire sia ai contenuti che alla forma con cui il Gay Pride si svolge». Orlando ricorda anche: «Negli anni scorsi la kermesse è stata occasione di esibizionismo e offesa al decoro, situazioni che poco hanno a che fare con il diritto di manifestare e che hanno suscitato anche ‘amarezza del Papa» (in questo contesto An si impegna a far approvare entro il giugno 2003 le due proposte di legge sulle famiglie e sulla prosecuzione della gravidanza che da diversi mesi attendono di essere discusse in consiglio regionale).
Sul Gay Pride Alleanza chiede sì la revoca del patrocinio regionale ma in una «logica di dibattito e confronto»: per questo il consigliere Sergio Silvestris, presidente della commissione consiliare ai servizi sociali, ha programmato un «sereno confronto» con il presidente del’Arcigay barese Michele Bellomo» («ognuno difenderà le proprie opinioni»). Intanto, sempre sul fronte Alleanza nazionale, il sindaco di Foggia Paolo Agostinacchio, presidente del consiglio nazionale del’Anci, replica duramente alle «accuse di razzismo» mosse da Pietro Folena al sottosegretario Alfredo Mantovano: «Le dichiarazioni di Mantovano non solo non sono affatto razziste ma hanno anche il pregio di aver aperto un dibattito costruttivo – dice – Dalle frasi di Folena emerge invece un indirizzo che per alcuni uomini di sinistra è una costante, cioè quello del disprezzo delle posizioni degli uomini di destra». Conclude Agostinacchio: «Mi dispiace per Folena e per le sue autorevoli opinioni ma la stragrande maggioranza degli italiani la pensa e vota diversamente dagli orientamenti del parlamentare diessino. Soprattutto su una manifestazione come il Gay Pride».
Il segretario regionale Domenico Pantaleo sul patrocinio. Le reazioni
La Cgil promuove Fitto: "Un segnale importante"
T.T., 4 settembre 2002
In difesa della scelta del governatore Fitto di concedere il patrocinio al Gay Pride che si svolgerà a Bari nel 2003, scende in campo anche Domenico Pantaleo, segretario regionale della Cgil. «La decisione del presidente Fitto di patrocinare il Gay Pride non solo è giusta, ma può rappresentare un segnale importante ‘impegno delle istituzioni contro qualsiasi forma di odio ed intolleranza verso le persone. Le critiche espresse da alcuni esponenti politici – rileva il sindacalista – sono improntate unicamente a concezioni della società, peraltro superate in tutta Europa, fatte di pregiudizi e di vecchi integralismi che portano a negare il diritto alla propria diversità e alla libertà ad essere se stessi, potendole manifestare liberamente e senza paure. Altro che esibizionismo!». In Italia forse più che altrove – nota il segretario della Cgil – la condizione di lesbiche, gay e transessuali, nel lavoro e nella vita, risulta fortemente penalizzata: «Basti pensare ai numerosi casi di molestie, di mobbing, alle discriminazioni nelle carriere, alla rinuncia a rivendicare il diritto al rispetto e alla vivibilità. Questo è per la Cgil un terreno ‘iniziativa fondamentale. Nel primo articolo del suo statuto ‘iscrive ‘orientamento sessuale delle persone tra le questioni fondamentali per la realizzazione di eguaglianza di diritti e di doveri. ‘attivazione del’ufficio Nuovi Diritti a Bari, che peraltro è diventato un importante punto di riferimento per ‘intera regione ed anche oltre, riconferma ‘impegno della Cgil pugliese su queste problematiche. Pertanto – conclude Pantaleo – noi aderiremo alle giornate del Gay Pride e mi auguro che quel’appuntamento possa essere u’occasione per sviluppare un sereno confronto delle rispettive posizioni per superare ‘inadeguatezza culturale di parti, purtroppo ancora consistenti, della società pugliese riguardo la condizione gay, lesbica e transessuale». Contro la presa di posizione del sottosegretario Mantovano che ha "rimproverato" Fitto per il patrocinio concesso al Gay Pride si erano già espressi Dario Ginefra, consigliere comunale diessino, e Claudio Di Turi, segretario provinciale della sinistra giovanile. La parlamentare diessina Alba Sasso, dal canto suo, ha definito la manifestazione "u’occasione per promuovere la libertà e il rispetto per tutti".