Arrivano direttamente da Firenze dove hanno partecipato ai lavori del Social forum europeo. Sono le delegate del terzo congresso nazionale di Arcilesbica che da ieri, fino a domani, alla Casa internazionale delle donne a Roma, stanno facendo il punto di un percorso iniziato sei anni fa, quando si separarono da Arcigay.
I bilanci non possono essere che positivi. «Intanto perché – spiega Cristina Gramolini, la presidente uscente che ha sostituito la deputata Titti De Simone, dopo la sua elezione nelle fila del Prc – è già un successo aver concepito e portato avanti un progetto di così lunga durata. In secondo luogo perché, con la nostra associazione, abbiamo affermato la visibilità delle lesbiche che prima o era fortemente diluita o scompariva nella forma mista».
Adesso ci sono e si fanno sentire. A Roma sono giunte circa settanta delegate e dai tre circoli iniziali sono passate ai 15 sparsi per quasi tutta ‘Italia. Ma non basta. Perché il loro esserci è anche caratterizzato da un di più di radicalità rispetto ad alcuni pezzi, spesso importanti, del movimento gay. Il femminismo è nella loro storia, ma anche nel loro Dna attuale e lo spendono a tutto campo. Basta leggere il documento congressuale che fin da titolo parla chiaro: «Consolidiamo la scelta di autonomia attiva delle lesbiche nella comunità Glbt (Gay, lesbiche, bisessuali, transgender) e nel campo della sinistra pacifista».
La parola pace non è un caso. ‘ il primo e importante segnale del legame che, con sempre maggiori implicazioni, ‘Arcilesbica sta tessendo con il movimento dei movimenti. A Firenze, erano presenti con due appuntamenti entrambi molto seguiti. «Ci sentiamo parte – sottolinea Titti De Simone – di un processo di trasformazione che dice no alle politiche neoliberiste e alla guerra. La questione della cittadinanza, che è al centro del nostro congresso, è dentro il percorso del Sfe. Per questa ragione vorremmo che il Pride, ques’anno fissato a Bari, possa diventare un appuntamento di tutte le associazioni e tutti gruppi che erano a Firenze».
I grandi orizzonti ideali di Arcilesbica si radicano in concrete battaglie contro la discriminazione e ‘intolleranza. Per chi ha deciso di essere lesbica a tutto tondo, dando alla sua identità una valenza politica, le cose non sono ancora così semplici. Anzi, oggi, si complicano, non solo per effetto delle politiche delle destre, ma anche per il vento confessionale che soffia in Italia e in Europa. «Siamo molto preoccupate – continua De Simone – che la Carta europea possa essere veicolo di una cultura non laica, che si richiami a quella comune matrice cristiana di cui parlava ‘altro ieri il Papa».
Arcilesbica si rimbocca le maniche. Gli obiettivi da raggiungere sono tanti. Spiega Gramolini: «Ci battiamo per i diritti della singola e del singolo, per quelli delle coppie Glbt, per una cultura basata sulla laicità e la libertà». Il riconoscimento delle unioni civili è una delle materie più calde. De Simone, lunedì, durante il convegno, organizzato dal Prc, "Persone, relazioni, diritti, una nuova idea di cittadinanza" (Roma, sala del Cenacolo, vicolo Valdina, 3/A, ore 9.30) presenta una proposta di legge di riordino normativo sulle nuove famiglie.
Un tassello importante di una serie di conquiste sul piano dei diritti e sul piano sociale ancora da fare. Ma – come hanno spiegato ieri le delegate di Arcilesbica – «non siamo più sole. Con noi sono in tante e tanti». Lo dimostra la presenza al congresso di numerose associazioni (tra le altre Arci, Arcigay, Forum delle donne di Rifondazione comunista, Ufficio nuovi diritti della Cgil, Mario Mieli, www. gay. it), di partiti politici: Comunisti italiani e Ds, ma soprattutto Prc, ieri presente anche con la deputata Elettra Deiana e oggi con il segretario, Fausto Bertinotti.