La Cassazione ha respinto il ricorso di una ragazza madre allontanata dall’insegnamento della religione cattolica in una scuola pubblica.
“E’ lo stesso atteggiamento di impronta iraniana che ha portato la Chiesa cattolica a licenziare alcuni insegnanti di religione in quanto gay — commenta il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice -. Si tratta di un’oggettiva discriminazione sul lavoro che stride fortemente con l’art.3 della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini. Questo appare ancora più ingiusto alla luce del recente provvedimento voluto dal Ministro Moratti che inserisce gli insegnanti di religione, nominati dal vescovo, nei ruoli dello Stato. Questo doppio canale di assunzione lede la laicità dello Stato e conferisce ad un potere confessionale l’autorità di rimuovere un’insegnante statale dal suo lavoro.
Rimane l’amara constatazione — conclude Lo Giudice – di cittadini feriti nella loro dignità a causa del loro stile di vita ed osteggiati dalla loro chiesa a causa di un’etica sessuale sempre più distante dalla vita reale e assai arretrata rispetto alle elaborazioni fatte dalle altre chiese cristiane. Se assicurare libertà ed eguaglianza tra i lavoratori dello Stato significa cambiare il Concordato con la Chiesa Cattolica, lo si faccia”
Arcigay nazionale
Ufficio Stampa