La sinistra ha bisogno di laicità

  

I Comunisti Italiani vanno a congresso rivedendo le ragioni del comunismo anche attraverso la categoria dei diritti civili. Per chi considera la difesa dei diritti individuali un terreno su cui la sinistra sconta un grave ritardo, è questa la novità più significativa del prossimo appuntamento di febbraio.
La necessità del riconoscimento delle differenze, la sottolineatura del principio della laicità dello Stato, l’indicazione della battaglia contro le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale mostrano che alcuni temi stanno entrando a poco a poco nel patrimonio genetico della sinistra italiana.

Questo non è scontato in un paese in cui, anche a sinistra, la pressione politica delle gerarchie vaticane è molto forte e in cui la questione dei diritti civili, della morale familiare, della libertà sessuale rimane pesantemente subordinata all’influenza di oltre Tevere. Un’influenza che ha assunto i toni dell’aggressione violenta ai diritti delle persone omosessuali: è il caso del recente “Lexicon dei termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche”, edito dal Pontificio consiglio per la Famiglia, in cui non solo si afferma che l’omosessualità “non è soggetto di diritti poiché non ha alcun valore sociale” ma si arriva a individuare nelle coppie omosessuali l’origine stessa della pedofilia, con affermazioni senza alcun fondamento scientifico sul fatto che “un figlio adottato da una coppia omosessuale o una figlia adottata da una coppia di lesbiche diventa una facile vittima dei loro bisogni sessuali”.

Anche rispetto alla legge sulla fecondazione assistita abbiamo assistito ad uno scempio del principio costituzionale della laicità dello Stato e ad una pesante violazione dei valori dell’autodeterminazione della donna e della libertà individuale. Questo, purtroppo, è avvenuto con l’esplicito consenso di importanti settori di quella coalizione di centrosinistra che si appresta a sfidare Berlusconi. Qui si pone un importante problema che può rappresentare anche una sfida significativa per l’impegno e il ruolo dei Comunisti Italiani
L’assemblea di febbraio affronterà un’importante questione relativa al concetto di libertà il cui è stato stravolto dalla maggioranza berlusconiana. La libertà è stata legata all’idea di una libertà economica sganciata da regole di solidarietà e sganciata dalla soggettività delle donne e degli uomini, dei loro bisogni e dei loro diritti. Concordo con questa analisi, su cui gli esempi non si contano. Dalla legge Bossi Fini sull’immigrazione al riduttivo ed arretrato decreto legislativo sulle discriminazioni sul lavoro; dalla proposta di legge sulla prostituzione alla nuova legge sulle droghe; dalla chiusura anticipata delle discoteche all’aberrazione della legge sulla fecondazione assistita, la libertà delle cittadine e dei cittadini è stata portata al macero.

Ma la questione che si pone è questa: davvero una coalizione alternativa a questa riuscirà ad invertire questa direzione? Non tutto lascia sperare al meglio. La posizione di alcuni parlamentari del centrosinistra che hanno dato il loro voto per approvare una legge contro le donne è un segnale che deve destare preoccupazioni. Se in nome del principio della propria libertà di coscienza un parlamentare impedisce a priori alle cittadine e ai cittadini di esercitare la loro, siamo di fronte ad uno scippo di libertà che non può diventare una pratica condivisa.

Eppure, di fronte all’emergere — in modo molto determinato – di posizioni del genere all’interno del centrosinistra non si assiste ad un’analoga determinazione nel porre alla coalizione i temi della laicità dello Stato e delle libertà civili. Questa è la sfida di cui i Comunisti italiani possono raccogliere il testimone: essere un lievito importante di laicità nel centrosinistra e nella politica italiana sostenendo chi è impegnato nella promozione dei diritti civili nel difficile sforzo di affermazione di questi temi nella politica italiana.

Fra pochi mesi si andrà alle elezioni europee. Proprio dall’Europa giungono, da più di vent’anni, sollecitazioni agli stati membri affinché riconoscano i diritti delle persone e delle coppie gay e lesbiche. Da lì è partito il percorso che in Italia ha portato a Kiss2PACS, la manifestazione del 14 febbraio in Piazza Farnese a Roma a supporto della proposta di legge sul Patto Civile di Solidarietà. Dall’Europa ci aspettiamo un nuovo impulso affinché anche in Italia si costruiscano più libertà e più diritti. Voglio sperare che i Comunisti Italiani continuino nel percorso intrapreso e si facciano protagonisti di una nuova stagione di libertà, affiancando il movimento gay, lesbico e trans a sconfiggere le resistenze confessionali in Italia, a costruire un nuovo motore propulsivo di diritti in Europa e a costruire nuovi spazi di libertà in quei paesi del mondo in cui i diritti delle persone omosessuali sono ancora ignorati o umiliati. E’ un percorso difficile ma entusiasmante che speriamo di fare fianco a fianco.


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