“Il riconoscimento delle unioni omosessuali un danno per le famiglie sposate? Basta guardare quello che succede negli 11 stati europei che già riconoscono le coppie gay e lesbiche per capire che si tratta di una menzogna pretestuosa”. E’ il commento del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, ai passaggi su omosessualità e matrimoni gay del Compendio della dottrina sociale della Chiesa cattolica presentato oggi.
“Una semplice indagine — continua Lo Giudice – dimostrerebbe che nelle realtà sociali di quegli Stati che riconoscono le partnership o il matrimonio omosessuale le famiglie eterosessuali non hanno subìto alcun danno. Le stesse politiche a sostegno della genitorialità sono talvolta più efficaci in questi Stati che in Italia. Quella della gerarchia vaticana sembra piuttosto una campagna di falsificazione e terrorismo sociale. Evidentemente sanno di non avere buoni argomenti per negare alle persone omosessuali parità di diritti circa le loro relazioni affettive e di convivenza.
“Sostenere che gli omosessuali dovrebbero essere ‘incoraggiati’ alla ‘castità’, come fa il Compendio dimostra l’impossibilità di applicare le indicazioni dei vertici della Chiesa all’azione politica dello Stato e della pubblica amministrazione.
“E’ evidente — continua Lo Giudice – che lo Stato non possa decidere di incoraggiare l’astinenza sessuale, che la Chiesa chiama ‘castità’, di una parte dei propri cittadini né può considerare fuori della ‘legge morale’ le loro scelte affettive e relazionali. La Repubblica italiana non si occupa della ‘legge morale’ in campo sessuale ma tutela la piena dignità e uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, quella degli uomini”.