Martedì 16 novembre una delegazione di Arcigay ed ArciLesbica sarà a Strasburgo per assistere ai lavori del Parlamento Europeo.
Si tratta di un’importante conferma simbolica della crescente centralità che i diritti civili, compresi quelli di gay e lesbiche, vanno assumendo in Europa. E simbolica sarà anche la data, visto che proprio quel giorno il Presidente designato della Commissione Europea Josè Manuel Barroso riceverà la fiducia da parte del Parlamento, fiducia che è stata rinviata di un mese dopo la bocciatura e la sostituzione di Rocco Buttiglione come Commissario a Giustizia e Libertà.
“Siamo orgogliosi di essere cittadini europei — commenta il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice – L’Europarlamento ha confermato una netta maggioranza a favore della laicità dello Stato e della difesa della pari dignità di tutti i cittadini, a prescindere dall’orientamento sessuale. Il secco ‘no’ all’integralismo di Rocco Buttiglione è dipeso da ragioni politiche, come i provvedimenti normativi del ministro, discriminatori nei confronti di gay e lesbiche. Le presunte ragioni legate alla sua confessione religiosa sono state solo una menzogna costruita ad arte per ingannare l’Italia”.
All’incontro, promosso dall’europarlamentare italiana Monica Frassoni del gruppo dei Verdi (Greens/Ale) parteciperanno altri deputati italiani che hanno sottoscritto la piattaforma programmatica di Arcigay e Arcilesbica per la parità di diritti delle persone omosessuali in Europa e altri parlamentari stranieri.
La delegazione, composta da quasi una trentina di gay e lesbiche, guidata dal Presidente ed dal Segretario nazionali Arcigay, Lo Giudice e Mancuso, assisterà per u’ora alla seduta plenaria del Parlamento.
Successivamente alle ore 16 la delegazione incontrerà e si confronterà con gli/le europarlamentari.
‘Europa rappresenta per le persone omosessuali la nuova frontiera politica con cui relazionarsi per ottenere una società che si sviluppi nel rispetto della libertà di ogni individuo. Arcigay è fiera di poter essere parte di questo nuovo processo di cambiamento.
Comunicato Stampa Arcigay – 3 novembre 2004
La staffetta dei diritti gay è passata dagli USA al’Europa
No ai matrimoni gay dai referendum di 11 stati USA: "Risultato atteso". In Italia il confronto è sul Patto Civile di Solidarietà
“Il divieto dei matrimoni gay scaturito dai referendum in 11 stati degli USA era un risultato atteso. Da ormai 10 anni la staffetta della battaglia per la parità di diritti tra gay ed eterosessuali è passata dall’America all’Europa” commenta il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, a proposito di uno degli aspetti del voto americano di ieri.
“Dispiace certo constatare — continua Lo Giudice – che mentre in Europa la maggior parte degli stati ha approvato o si appresta ad approvare leggi che riconoscono e tutelano le unioni gay e lesbiche, in Usa si faccia strada l’idea di scolpire un’eccezione ai principi di uguaglianza e di libertà contro le persone omosessuali. Lo Storia ci insegna che laddove si è derogato al principio di uguaglianza per particolari categorie di persone, come per gli ebrei in Germania, o per i neri nella Repubblica Sudafricana, si è imboccata una strada inquietante e pericolosa per la sicurezza e la libertà di tutti”.
“Il risultato dei referendum contro i matrimoni gay non sorprende — osserva inoltre Lo Giudice – anche perché erano stati proposti dalle lobby anti-gay proprio negli stati americani in cui si attendevano di poter vincere. I quesiti referendari erano inoltre incentrati sul bando del matrimonio tra persone dello stesso sesso. In Italia quello che Arcigay propone e su cui verte il confronto parlamentare non è il matrimonio gay ma il PACS (Patto civile di solidarietà)”.
Il Patto civile di solidarietà vuole garantire a due persone che scelgano di condividere una parte importante della propria vita una serie di responsabilità e diritti reciproci: assistersi liberamente in ospedale in caso di malattia, prendere decisioni importanti sulla salute del partner in caso di sua incapacità, ereditare reciprocamente senza gli svantaggi di un testamento, ricevere la pensione di reversibilità, essere tutelati in caso di separazione, godere della miriade di diritti e agevolazioni concesse alle coppie eterosessuali sposate.
Ad oggi sono 12 gli stati europei che riconoscono in forme diverse le unioni gay e lesbiche: Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Ungheria, Francia, Germania, Islanda, Portogallo. Tra questi solo l’Olanda e il Belgio hanno esteso il matrimonio vero e proprio alle coppie del medesimo sesso, come si sta apprestando a fare la Spagna, ma le regioni spagnole di Catalogna, Valencia, Aragona e Navarra prevedono già il riconoscimento delle convivenze gay. In Gran Bretagna entro l’anno dovrebbe essere discusso un progetto di legge del governo di Tony Blair per riconoscere le coppie gay. Altri paesi, come Svizzera, Croazia e Repubblica Ceca, si stanno apprestando a farlo.
Ufficio Stampa Arcigay, 3 novembre 2004
Comunicato Stampa Arcigay 30 ottobre 2004
Buttiglione rifiutato in Europa
Il ministro UDC si fa da parte dopo la bocciatura del Parlamento UE: "una giornata storica per le Libertà Civili in Europa"
E’ inutile e anche incredibile, che Rocco Buttiglione si professi una vittima innocente scelta per purificare le colpe e le nefandezze altrui.
Le vere vittime del pregiudizio e delle discriminazioni sono le persone omosessuali, che proprio grazie a posizioni come quelle di Rocco Buttiglione vengono emarginate, prese di mira e aggredite da gruppi reazionari, come è avvenuto di recente a Napoli. Ricordiamo poi, che come risulta da tutti i rapporti di Amnesty Internazional gli omosessuali sono incarcerati, torturati e uccisi in tutti gli Stati dove sono presenti regimi dittatoriali e teocratici.
Quello che è invece avvenuto in Europa è molto chiaro: le sue dichiarazioni rese davanti al Parlamento sono risuonate incompatibili con i valori fondanti dell’Unione.
Non si tratta di una vittoria degli atei contro i credenti, ma del prevalere di un diffuso sentimento libertario e rispettoso delle differenze, che accomuna la maggioranza degli europarlamentari di ogni credo e appartenenza politica.
L’Arcigay esulta per il risultato politico ottenuto e, costruito grazie alla raccolta paziente di un voluminoso dossier sulle posizioni anti libertarie del candidato Rocco Buttiglione, che è stato consegnato a diversi gruppi e parlamentari europei.
Non ha vinto alcuna lobby, è stato invece premiato il serio lavoro di una associazione che da vent’anni difende i diritti dei cittadini e delle cittadine gay e lesbiche.
Confidiamo, che il governo si appresti ora a designare un candidato a commissario, che sia rispettoso dei valori contenuti nella Costituzione europea.
Aurelio Mancuso, 30 ottobre 2004
Comunicato Stampa Arcigay – 29 ottobre 2004
‘Europa roccaforte della pari dignità tra le persone
Firmato il Trattato costituzionale europeo: no alla discriminazione dei gay e famiglia anche senza matrimonio
Il divieto di discriminare le persone sulla base dell’orientamento sessuale e il diritto a costituire una famiglia anche fuori del matrimonio tradizionale sono chiaramente sanciti nel nuovo Trattato costituzionale firmato oggi a Roma dai leader dei 25 paesi dell’Unione europea.
“L’Europa si conferma la roccaforte dei diritti delle persone nel mondo. In nessuna altra regione del pianeta sono difesi con tale determinazione e pienezza la pari dignità delle persone, l’uguaglianza e la libertà di tutti gli individui a prescindere dalle differenze contingenti, compreso l’orientamento sessuale”. E’ il commento del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice.
Gli articoli interessati sono il 69 e l’81 della seconda parte del Trattato, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, … o ‘orientamento sessuale” recita infatti l’articolo II-81. “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano ‘esercizio” è invece quanto dispone l’articolo II-69.
“In questo secondo articolo — spiega Lo Giudice – non a caso si parla al plurale del ‘diritto di sposarsi’ e del ‘diritto di costituire una famigli’, come di due diritti distinti. In sede di Convenzione ha avuto luogo un acceso dibattito sulla questione ed è infine prevalsa una concezione più laica e più inclusiva di famiglia non necessariamente legata al matrimonio”.
“L’espresso divieto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale — continua Lo Giudice – è stato introdotto nella Costituzione europea contro il parere di Rocco Buttiglione, oggi commissario designato dell’Unione. Questa è una delle prove più evidenti che Buttiglione è stato bocciato, dal Parlamento europeo, per ragioni politiche e non certo attinenti alla sua sola coscienza personale”.
“L’unica altra costituzione al mondo — ricorda Lo Giudice – che contiene un esplicito divieto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale è, non a caso, quella della Repubblica del Sud Africa del ’96, approvata sulle ceneri dell’odioso apartheid verso la popolazione nera. Purtroppo c’è ancora chi vorrebbe costruire una sorta di apartheid giuridico verso le persone omosessuali”.