Nozze gay all’Alma Mater

  

Matrimonio repubblicano o matrimonio gay? Se lo è chiesto la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, ospitando un ricco dibattito con al centro la singolare figura di Noël Mamère, sindaco della città francese di Bègles e deputato all’Assemblea nazionale che ha scosso la Francia celebrando, il 5 giugno scorso, il primo matrimonio gay del paese, quello fra Bertrand Charpentier e Stephane Chapin.

Noel Mamère a Bologna

Noel Mamère a Bologna

Giornalista televisivo, scrittore, già eurodeputato dei Verdi, candidato alle elezioni presidenziali nel 2002 Mamère è un uomo politico considerato scomodo, spesso incline all’uso della provocazione politica come strumento per scuotere l’opinione pubblica, come quando si è opposto alla legge che vieta il velo nelle scuole francesi, considerandola limitativa di una libertà.
Il matrimonio di Bègles aveva avuto origine dal “Manifesto per l’uguaglianza dei diritti”, un appello firmato da tremila intellettuali francesi, fra i quali il filosofo Jacques Derrida, recentemente scomparso. Il Manifesto, lanciato in seguito all’aggressione violenta contro un giovane gay, a cui un gruppo di teppisti aveva dato fuoco, chiedeva fra l’altro il riconoscimento del matrimonio fra gay e fra lesbiche.

La reazione del governo francese non si è fatta aspettare: rifiuto dell’iscrizione del matrimonio e sospensione dalle funzioni per un mese per il sindaco ribelle, con una decisione che il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, ha giudicato “totalmente inopportuna”.
La destra francese, invece, si è schierata con forza contro l’ipotesi del matrimonio gay, anche se, contemporaneamente, ha iniziato a incensare l’istituto del PACS, il Patto civile di solidarietà, che riconosce una serie di diritti alle coppie anche dello stesso sesso, e sta addirittura ragionando su modifiche che potenzino questo nuovo istituto e che neutralizzino la possibile apertura di un nuovo fronte politico, appunto la richiesta dell’accesso al matrimonio “repubblicano” da parte delle coppie omosessuali.

Mamère ha illustrato la situazione francese nella prestigiosa “Sala delle Armi” dell’Ateneo bolognese, di fronte ad una platea affollata soprattutto da studenti e docenti, riuniti nel contesto del ciclo di incontri “I Mercoledì di Irnerio” organizzati dal prof. Giovanni Cimbalo, docente di Diritto Ecclesiastico già in prima fila nella battaglia contro l’imposizione del crocifissi nelle scuole. L’incontro è stato promosso dall’istituto italo-francese “Maison Française” la cui direttrice, Sandra Barrère, ha introdotto l’incontro.

Fra i relatori anche il presidente nazionale di Arcigay Sergio Lo Giudice, che ha fatto il punto sulla situazione italiana, spiegando quali sono le richieste e le strategie del movimento gay e lesbico italiano e illustrando due casi concreti, quelli di Antonio Garullo e Mario Ottocento, la coppia di latina sposata a l’Aja che si è vista respingere la richiesta di iscrizione del matrimonio dal ministero dell’Interno, e quello di Pierangelo Bucci e Jaco Rozeendal, sposati a Rotterdam, a cui è stato rifiutato un certificato internazionale di matrimonio.

Al dibattito hanno partecipato alcuni dei nomi più illustri della facoltà: dall’Assessore alle Politiche per le differenze del Comune di Bologna Milli Virgilio, che ha ricordato gli elementi discriminatori contenuti nella legge sulla fecondazione assistita, al Preside Stefano Canestrari, che si è detto contrario alle adozioni ma favorevole al matrimonio gay, ai docenti Michele Sesta, titolare della cattedra di diritto di famiglia dell’ateneo bolognese, e del suo assistente Luigi Balestra, che sulle unioni gay ha organizzato una giornata seminariale per il 4 dicembre prossimo.

Unica voce fortemente dissonante è stata quella di Andrea Padovani, docente di Storia del Diritto Italiano, che si è dichiarato contrario ad ogni riconoscimento alla coppie gay. A suo merito, quello di essere stato l’unico docente vicino alla Curia ad accettare l’invito a partecipare al dibattito.

Ricchi anche gli interventi del pubblico, numeroso e qualificato. Alessandra Zanobetti, del Centro interdipartimentale sul Diritto dell’Unione Europea, ha espresso una posizione ottimistica sugli effetti, anche in Italia, della direttiva europea n. 38 del 2004 sulla libera circolazione, con particolare riferimento ai casi citati da Lo Giudice. In particolare, la Zanobetti ha espresso perplessità sull’utilizzo, da parte del Ministero degli Interni, del concetto di “ordine pubblico” per vietare la trascrizione del matrimonio di Antonio e Mario: quel concetto — ha detto — sta ad intendere che è in gioco la “salvaguardia dei valori fondamentali dell’ordinamento”: è questo il caso del riconoscimento di quel matrimonio, regolarmente celebrato in un paese dell’Unione Europea?

Matteo Bonini Baraldi, dottore di ricerca di Diritto di Famiglia, che è stato coordinatore di EGESO (the European Group of Experts on Combating Sexual Orientation Discrimination, il gruppo che ha lavorato per la Commissione Europea sul monitoraggio del’implementazione della direttiva 78/2000), ha annunciato la prossima pubblicazione del suo studio sulla situazione giuridica delle coppie omosessuali in Italia.

Un invito a proseguire nella strada del riconoscimento delle condizioni giuridiche del matrimonio attraverso istituti differenti dal matrimonio stesso è stato espresso da Josè Ignacio Alonso Pèrez, ricercatore di Diritto Canonico e autore di un interessante sito sulle unioni omosessuali in Europa (http://www.lemur.unisa.it/) .
Da molti un invito: fare sì che la questione del riconoscimento dei diritti delle coppie gay e lesbiche varchi più spesso le aule dei Tribunali. La giurisprudenza potrebbe portare là dove la legislazione ha paura ad arrivare.


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