Unioni gay in 5 continenti

  

Da "La Repubblica" del 09.12.04

Israele, riconosciuti di fatto matrimoni omosessuali

Gerusalemme. Riconosciuti di fatto i matrimoni omosessuali dalla giustizia israeliana, almeno per quanto riguarda le tasse e il diritto ereditario. Lo riferisce il quotidiano Haaretz.
Ribaltando le decisioni dei suoi predecessori, ‘avvocato generale Menachem Mazuz ha affermato che lo stato riconosce in questi ambiti il diritto del coniuge omosessuale. Questo non vuol dire una legalizzazione delle unioni, visto che nel paese sono riconosciuti solo i matrimoni religiosi. ‘omosessualità in Israele non è più perseguita penalmente dal 1988.


Da "Il Foglio" del 09.12.04 di Daniele Scalise
Unioni gay, inizia a muoversi anche il Sud Africa

Se già il Primo e il Secondo non sono Mondi che offrono grandi certezze alle persone omosessuali, non è difficile immaginare come se la passi il Terzo Mondo. Dove, tuttavia, qualcosa si muove e a volte con una rapidità sconcertante. Fino a qualche anno fa il Sud Africa era il regno della discriminazione.

In alcune zone protette i gay bianchi e benestanti sbevazzavano in qualche bar “a tema”, si mischiavano nelle saune fino persino a creare piccoli quartieri semiprotetti dal rischio dell’arrivo di squadre di picchiatori che non badano a spese quando scatenano la caccia al frocio. Il 30 novembre scorso la Corte suprema d’appello del Sud Africa ha speso una parola importante in favore della fine dell’esclusione delle coppie dello stesso sesso dall’istituzione matrimoniale definita come “unione di due persone — con l’esclusione di tutte le altre — per la vita”. Questo non significa che il Sud Africa abbia aperto le porte ai matrimoni gay. Vuol solo dire che si è avviato un dibattito nel paese e uno degli organi giudiziari più significativi ha detto la sua senza ambiguità.

Questa presa di posizione è stata la conseguenza di un ricorso presentato da Marie Fourie e Cecelia Bonthuys, due donne che vivono insieme e che appunto hanno eccepito contro una legge che, a loro giudizio, discriminerebbe le persone gay escluse dall’istituto matrimoniale. C’è da aggiungere che la costituzione post-apartheid del Sud Africa ha dichiarato illegale qualsiasi forma di discriminazione basata sull’identità sessuale. “La decisione potrebbe, almeno in teoria, essere portata davanti alla Corte costituzionale a cui spetterebbe la parola definitiva ma che molto verosimilmente darebbe un altrettanto favorevole parere”, dice con legittimo ottimismo Evan Wolfson, direttore esecutivo di Freedom to Marry, un gruppo lobbistico internazionale molto aggressivo e determinato a favore della legittimazione dei matrimoni gay. Subito è intervenuto il direttore del Christian View Network, Philip Rosenthal che ha definito la presa di posizione della Corte suprema come un atto di “tirannia giudiziaria”. Insomma, se ne parla. Si litiga. Ci si divide. Ma non si tace più. Buon segno.


Nuova Zelanda

Nuova Zelanda

Da "La Repubblica" del 10.12.04
Nuova Zelanda, sì del Parlamento alle nozze gay

Da ieri le coppie gay e lesbiche della Nuova Zelanda hanno conquistato il diritto a formare unioni civili. Dopo un lungo iter parlamentare, il parlamento monocamerale di Wellington ha promulgato il Civil Union Bill, che riconosce anche le unioni fra persone dello stesso sesso e quelle fra chi non vuole sposarsi.
La legge è passata con un "voto di coscienza" (non legato alle direttive di partito), 65 voti favorevoli e 55 contrari. ‘ stata respinta la richiesta dei conservatori di indire un referendum in materia.

Con le nuove norme, in vigore dal prossimo aprile, le coppie dello stesso sesso e quelle "di fatto" potranno formare unioni civili che saranno legalmente riconosciute, e avranno gli stessi diritti delle coppie sposate in aree come ‘affidamento dei figli, le tasse e la previdenza sociale, mentre il matrimonio continua ad essere coperto da leggi separate.


Da "Il Secolo Decimonono" del 10.12.04
‘ LA TERZA NAZIONE DOPO BELGIO E OLANDA
Canada, via libera alle nozze tra gay

Canada

Canada

New York La Corte Suprema del Canada ha dato al governo federale luce verde per la legalizzazione dei matrimoni gay pur non spingendosi a sostenere che una legge in questo senso è richiesta dalla Costituzione. Anche proteggendo il diritto delle confessioni religiose di rifiutarsi di sposare coppie di persone dello stesso sesso, la Corte ha stabilito che il governo può legiferare sul matrimonio e che la formula contenuta in una proposta di legge del governo che definisce matrimonio "una unione legale di due persone" non rappresenta una violazione del dettato costituzionale.

Il governo sperava di ottenere qualcosa di più: una richiesta specifica della Corte a legiferare sulle nozze degli omosessuali che avrebbe reso più agevole ‘iter della proposta di legge in Parlamento. Quello di ieri tuttavia è stato un passo importante che mette il Canada (terzo Paese a dire sì alle nozze gay dopo Belgio e Olanda) agli antipodi del suo vicino meridionale, gli Stati Uniti, dove ‘amministrazione Bush sta spingendo per un emendamento costituzionale che metta le nozze gay al bando.


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