Nozze gay? C’è il via libera dai Simpson

  

ALLE 8 della sera di domenica scorsa, negli Stati Uniti è riavvampato il dibattito sulle nozze gay. Pareva bruscamente chiuso dalla vittoria elettorale di Bush, ma ha trovato pane per i suoi denti…

Giorno, ora e luogo (tutti i tinelli ‘America) in cui riaprire la questione, li hanno decisi i Simpson, potente famiglia dei cartoon. L’agenda pubblica è stata fissata da Homer Simpson, stavolta tramite una puntata clamorosa e astutamente «lanciata» dal top secret promozionale. E militanti e intellettuali, stufi di dover essere sempre loro a lanciare le discussioni politiche e civili, hanno abboccato mansueti, riempiendo i giornali di pro e contro.

Finché, è prevedibile, la questione non approderà in Parlamento – come tutti i grandi temi contemporanei, solo previo accordo con i responsabili del palinsesto. A ciascuno il suo. Qui, in quel grande tinello che è ‘Italia, il dibattito sul’omosessualità arranca ancora intorno alla recitazione di Lando Buzzanca, macho di destra eppure, nella fiction tv, padre (addirittura…) di un figlio gay. Lì i Simpson alzano vigorosamente il tiro, celebrando in pompa magna il matrimonio lesbico della cognata del vecchio Homer.

Patty

Patty

E siccome la sit-com ‘animazione ama farsi le beffe di entrambe le Americhe, quella bacchettona e bushista e quella politicamente corretta, il tutto avviene non già al’insegna del moralismo libertario, bensì del cinismo satirico: a Springfield, la mediocre Macondo della famiglia Simpson, i gay trovano accoglienza solo perché qualcuno ha fiutato il business, e più che i diritti civili poté il mercato. E comunque, apriti cielo. ‘irruzione del matrimonio omosessuale nella più famosa, più «media» e più rappresentativa delle famiglie americane, ancorché spurgata del canonico bacio fra gli sposi e preceduta dal’ipocrita (o satirica?) scritta «si sconsiglia la visione ai minori non accompagnati», ha sollevato proteste e indignazione nel pubblico perbenista, che pure era riuscito a censurare – su u’altra rete, in un altro cartone animato – ‘incontro fra il coniglio Buster Bunny e una coppia lesbica…

Nessuno si è stupito però che a rilanciare il dibattito sui diritti dei gay sia stato proprio quel cartoon: i Simpson sono u’istituzione, in carica da una quindicina ‘anni (più di qualsiasi governo), nonché uno dei rari casi in cui popolarità e intelligenza, quantità e qualità vanno ‘accordo (idem).

È difficile se non impossibile immaginare, qui da noi, un analogo choc mediatico: forse se nonno Libero si innamorasse di un carabiniere, o se Topo Gigio facesse outing, o se a Porta a porta don Vespa santificasse u’unione gay… Se tutte le ipotesi (specie ‘ultima) paiono improbabili, non ci resta che aspettare, da bravi provinciali, ‘arrivo dei Simpson, nella seconda visione destinata alla periferia.

Seguirà dibattito, sempre in seconda visione.


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