Da "La Repubblica": SFIDA SPAGNOLA AL VATICANO E INTERVISTA A NICHI VENDOLA
Il Vaticano attacca Madrid "Boicottare la legge sui gay"
Zapatero si difende: "Rispettate il Parlamento" – Izquierda Unida: "La gerarchia cattolica si mette ai margini della società" – Per la vice-premier "i funzionari pubblici dovranno obbedire"
Una coppia gay
MADRID – L´obiezione di coscienza contro le nozze gay? Un assurdo da non prendere neppure in considerazione. Il governo Zapatero replica seccamente all´appello del Vaticano ai funzionari pubblici spagnoli perché si rifiutino di celebrare matrimoni tra due persone dello stesso sesso «anche a rischio del licenziamento». Non esiste alcun diritto all´obiezione, ha spiegato il vice – premier Maria Teresa Fernández de la Vega all´uscita da una riunione del Consiglio dei ministri. «I funzionari pubblici devono rispettare le leggi che il Parlamento approva in una società democratica. Le leggi devono essere rispettate da tutti i cittadini, ma soprattutto da quelli che prestano servizio nella funzione pubblica». Ancora più dura la posizione dei comunisti di Izquierda Unida, critici con «l´appello alla disobbedienza civile» che viene dal Vaticano, un atteggiamento che «mette la gerarchia ecclesiastica al margine stesso del rispetto della legge».
A giudizio del partito alleato del Psoe nella maggioranza di governo spagnola, le dichiarazioni del cardinale Lopez Trujillo «evidenziano l´anchilosamento nel quale vivono i responsabili della Chiesa e la loro sempre maggiore lontananza dal modo di sentire maggioritariamente rispettoso dei loro stessi fedeli». Dalla «Federazione statale di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali», arriva una dichiarazione di «rifiuto assoluto» di fronte a questo «nuovo attacco del Vaticano contro l´uguaglianza e la dignità: ancora una volta, tentano di imporre la loro dottrina morale al potere politico».
Secondo la vice-presidente De la Vega, il fatto di riconoscere agli omosessuali il diritto di sposarsi non reca pregiudizio a nessuno, «e tutti i cittadini potranno costituire una famiglia in base alle norme del diritto canonico o civile», a seconda delle loro preferenze. Il governo sostiene di muoversi nell´assoluta convinzione di «rispettare gli impegni presi con i cittadini», ma anche di essere «assolutamente rispettoso delle posizioni di tutti, compresa la Chiesa cattolica».
Per smentire qualunque volontà di tenere alto il tono della polemica, Fernández de la Vega ha comunque spiegato che il governo ha espresso al Vaticano il desiderio di continuare a mantenere con il nuovo papa Benedetto XVI le buone relazioni che tradizionalmente ci sono state tra la Spagna e la Santa Sede. «Crediamo che questi rapporti si possano mantenere nell´ambito del mutuo rispetto e del compimento degli accordi».
"Siamo diversi dalla Spagna puntiamo alle unioni di fatto"
Nichi Vendola, presidente della Puglia e gay: "Giusto rispettare le tradizioni ma anche i diritti di tutti"
Nichi Vendola
IL PROTAGONISTA – il matrimonio Non voglio sposarmi: fedeltà e amore vivono anche senza consacrazione – la ferita Dagli avversari attacchi come uomo, non come politico: questo mi ha ferito – la chiesa Tutti dobbiamo riflettere sul relativismo etico, ma dico no a ossessioni sessuofobiche – la legge Per la legge il matrimonio è uomo-donna: ma anche altri rapporti vanno riconosciuti
ROMA – Una premessa: «Se parliamo di scelte sessuali e affettive delle persone proviamo a farlo delicatamente. Ciascuno di noi, ogni persona è quanto di più delicato ci sia…». Nichi Vendola, neo presidente della Regione Puglia, comunista di Rifondazione è alla prese con la composizione della giunta. Durante la campagna elettorale per le regionali, l´omosessualità di Vendola è stata al centro di più di un attacco del centrodestra. «Non mi hanno fatto male politicamente perché ho vinto – dice lui ora – ma mi hanno ferito umanamente».
Vendola, in Italia nessuno sembra volersi avventurare sulla strada del premier spagnolo Zapatero, di proporre cioè il matrimonio tra gay?
«La Spagna e l´Italia sono due paesi differenti: la Spagna è una pentola a pressione. Dopo il franchismo è diventata una terra incandescente, un´esplosione vulcanica. Qui in Italia è necessario darsi un obiettivo realistico che possa incrociare la volontà di tutti. Sia sul fronte religioso che politico io credo che tutti possano convergere nel riconoscimento delle coppie di fatto. È da qui che bisogna partire per un dibattito. Spero davvero in quella che un grande vescovo, don Tonino Bello, chiamava: "la convivialità delle differenze"».
Lei ha mai pensato di sposare il suo compagno?
«Francamente no. Credo che la fedeltà, il progetto d´amore possano vivere fuori da un modello di consacrazione. Ma il punto non è quello che io desidero».
Qual è il punto?
«È quello di aprire un confronto vero sulle forme complesse della vita e delle relazioni tra le persone. Se partiamo da qui, la distinzione tra laici e cattolici diventa obsoleta. L´urto delle cose nuove che accadono sfiora l´orizzonte di ciascuno e pone il problema delle nuove forme di regolamentazione dei diritti degli individui».
In concreto, anche lei è per i Pacs, i Patti civili di solidarietà? In Italia c´è una maggiore soggezione nei confronti della Chiesa?
«La Costituzione italiana fissa nel matrimonio una tipologia di relazione, quella che lega un uomo a una donna. Lo dico sommessamente, c´è un vincolo costituzionale che va rispettato; c´è una norma e una forma giuridica che fotografa una storia millenaria. Da lungo tempo poi vi è una straordinaria proliferazione di forme di relazioni amorose e di convivenza che sfuggono al matrimonio, alla fusione eterosessuale. In Italia vi è una moltitudine di coppie di fatto, che sono etero, gay, coppie fondate su un semplice patto di mutua assistenza ad esempio due fratelli vedovi, due sorelle che vivono insieme e costituiscono a loro modo dei nuclei familiari. Non si tratta di produrre una norma che inventa un fenomeno ma di regolamentare un fenomeno che esiste, che troviamo accanto alle nostre vite, dentro ogni condominio e che da una parte avvertita del mondo cattolico viene sentito come un fenomeno a cui non si può negare il metro del diritto»
Bene quindi i Pacs?
«Bene i Pacs perché si tratta semplicemente di potere condividere quel pacchetto di diritti di cittadinanza fondamentali».
Quando Madrid annunciò il progetto di legge adesso approvato, l´allora cardinale Ratzinger, oggi Papa, parlò di «un´Europa che perde Dio».
«Lo dico da cristiano e lo dico con tutto il rispetto per la Chiesa e per il suo magistero: talvolta ho sentito come intollerabili alcune parole che avevano il sapore dell´anatema scagliate sulla vita di persone, la veemenza di questa reiterata cultura omofobica, che alla fine aveva un retrogusto anti envangelico. Lo dico perché il mondo di oggi è così confuso e segnato dalla violenza e dalla mercificazione di ogni grammo di esistenza che forse bisognerebbe guardare con molto rispetto a ogni legame d´amore come a un bene che va anzitutto riconosciuto e affrancato dalla paura, dalla persecuzione e dal pregiudizio. Quanti adolescenti, uomini e donne – a fronte della condizione clandestina e umiliata della propria diversità – hanno dovuto parafrasare quelle parole che dicevano "Non abbiate paura"».
Sui diritti delle coppie omosex ricomincia lo scontro tra laici e cattolici?
«Non vorrei una nuova crociata o una nuova puntata della guerra tra guelfi e ghibellini. Vorrei una riflessione sugli effetti della scristianizzazione in un mondo in cui la vita non ha più un valore ma solo un prezzo. Tutti siamo chiamati a riflettere su quello che Ratzinger chiama il relativismo etico, che io però spero non diventi un´ossessione moralistica e sessuofobica ma una grande e inquieta domanda sullo stato del mondo».
Condivide l´adozione per una coppia gay?
«Prima, parliamo del diritto o meno dei single a potere adottare».
Da "La Stampa": INTERVISTA A DUE COPPIE GAY
In Olanda per poter dire sì
In Italia ci rifiutano per assurdi motivi di ordine pubblico
Antonio Garullo e Mario Ottocento sono italiani, sono gay e si sono sposati. Nozze avvenute oltreconfine, naturalmente, nella comunitaria Olanda, dove la legge prevede per il "sì" davanti al’ufficiale di Stato civile solo ‘obbligo per uno dei due sposi di avere la residenza nel Paese.
"Così Mario è partito per ‘Aja e ha vissuto lì otto mesi", racconta Antonio, quarantenne, di professione artista, con studio a Latina, città vicino Roma, feudo di Alleanza nazionale. "Perché lo abbiamo voluto fare? Sicuramente per u’impuntatura culturale. Ma anche per u’esigenza profonda. Frequentiamo tutte coppie sposate e il desiderio di essere anche noi una coppia legata da un impegno serio è arrivato presto e naturalmente. ‘averlo fatto mi ha cambiato il rapporto intimamente. Nessun legame può essere garantito da un pezzo di carta, però il matrimonio è come una gettata di cemento che consolida, che ti regala la consapevolezza del’importanza di quel’amore".
Adesso i due uomini condividono amore e lavoro. Mario ha una madre spagnola e appena la legge di Zapatero sarà in vigore chiederà che il matrimonio olandese venga trascritto anche in quel Paese. "Per ‘Italia ci vorrà ancora molto tempo", sospira Antonio. "Siamo ancora impegnati nel processo per la trascrizione del nostro matrimonio in Italia rifiutata dal ministero del’Interno per motivi di ordine pubblico.
Così noi abbiamo fatto ricorso al tribunale di Latina, per competenza, e alla prima udienza, il 13 marzo, abbiamo avuto le prime sorprese. Il Comune nel presentare la memoria di difesa ha scritto che "’ordine pubblico interno tende a salvaguardare ‘imprescindibile legame della famiglia e della nazione con la natura del’uomo. In pratica – continua Antonio – ci ha dato dei "contro-natura" e per questo noi chiederemo un risarcimento danni".
Le famiglie di Antonio e Mario sono completamente schierate dalla loro parte, nipoti compresi: "Pensi che sono prozio, mia nipote di 23 anni ha avuto 16 mesi fa una bambina". A tutti i bambini che girano intorno in questa famiglia allargata è stato spiegato che "zio Antonio e zio Mario si sono sposati". "Con i bambini non ‘è mai bisogno di troppe parole, capiscono tutto con grande semplicità, a meno che i grandi non impongano i loro filtri. ‘ stato più difficile spiegare loro perché ci siamo sposati in Olanda".
"Per noi è meglio il contratto".
Alessio e Christian: no a fughe in avanti o vivremo in una società impazzita
Christian e Alessio
"Che cosa è cambiato nella mia vita? Sono ingrassato come nelle migliori tradizioni". Alessio De Giorgi, 36 anni, giornalista, scherza sulla vita "matrimoniale" con Christian, suo compagno da 13 anni. Con lui, tre anni fa, ha firmato un Pacs, ossia il patto-contratto francese che riconosce ‘unione tra due omosessuali. Non proprio matrimonio, ma qualcosa che si avvicina al concetto.
Alessio racconta la sua vita con naturalezza: "Mi sono accorto di essere gay nel’adolescenza e da allora ho cercato di vivere questa mia condizione con grande serenità, come è giusto che sia. Mio padre, da vecchio comunista, quando lo ha saputo, si è fatto un pianto e poi mi ha dato una pacca sulla spalla".
Alessio e Christian si conoscono da molto: "Avevo solo 22 anni e Christian 25, da allora non ci siamo mai lasciati, solo qualche litigio salutare". Ormai Alessio e Christian sono una coppia consolidata con tanto di contratto nel cassetto e vita sociale avviata. La forma nel loro caso ha dato sostanza al rapporto. Quella firma davanti al’ufficiale del’ambasciata francese ha avuto un significato che va oltre la presa di posizione di un omosessuale che pretende uguali diritti degli etero: "Quando ho conosciuto Christian, dopo pochissimo ho capito che era la persona con cui volevo condividere la vita e volevo farlo dando dignità a questo amore". Alessio continua a spiegare la sua visione del mondo e della sfera sentimentale: "Ci sono due questioni. Una pratica che riguarda i problemi che sorgono nei momenti bui del rapporto, come la morte o la separazione. Ed è giusto tutelare i diritti di una coppia, comunque sia formata. La questione di fondo, però, è u’altra e riguarda la dignità del legame che è giusto sia riconosciuta dalla legge". La svolta della Spagna, che ha spalancato alle coppie gay la porta del matrimonio, preoccupa però Alessio.
"Mi accontento del Pacs e ho paura che la decisione di Zapatero sia un p’ una fuga in avanti che spaventerà molti. Il risultato sarà una società sempre più impazzita, divisa senza capacità di parlarsi; da una parte gli Zapatero e i sindaci di San Francisco e dal’altra i Bush e i Ratzinger".
Alessio e Christian guardano ai problemi del’Italia divisa tra progressisti e conservatori da una postazione privilegiata, Pisa. Nella Regione il presidente Claudio Martini aveva emanato una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale: "Un provvedimento che tutela, tra gli altri casi, chi si trova in ospedale. In questo caso viene riconosciuto al partner gay il diritto di decidere sulle cure mediche. Ma naturalmente era troppo bello per essere vero. I vescovi hanno rinunciato a fare barricate, ma è stato il governo a impugnare la legge. Pensi cosa accadrebbe se solo si ventilasse da noi la possibilità di nozze gay".
Da "Liberazione": UN INTERVENTO DI VLADIMIR LUXURIA
Habemus matrimonium: viva la Spagna
La decisione del parlamento spagnolo indica u’alternativa. Il Vaticano faccia pure il suo dovere, ma il parlamento resti laico
La Spagna insegna che cambiare si può, che un mondo migliore è possibile. Le Cortes spagnole insegnano che si possono archiviare definitivamente certi cascami del passato: il franchismo, ‘ingerenza religiosa nella politica, i paraocchi sulla mente.
Facciamo qualche passo indietro nella storia spagnola: non tutti sanno che il termine dispregiativo "ricchione" usato al Sud è di derivazione etimologica spagnola, proviene dalla dominazione aragonese al Meridione. Quando i Conquistadores arrivarono croce in mano a "evangelizzare" e fare strage delle popolazioni precolombiane nel continente americano, rimasero colpiti dai loro liberi costumi sessuali, dalla pratica omosessuale non nascosta. Li definirono "Orejones", ovvero "dalle grandi orecchie" per via di quei dischi metallici con i quali foravano i lobi delle orecchie rendendole, appunto, più grandi. La misericordia cristiana arrivò per questa gente sotto forma di roghi. Durante il franchismo la condizione di gay e lesbiche era clandestina e continuamente minacciata.
Oggi la Spagna (dopo la caduta di Aznar, tanto amico di Berlusconi) ha il suo Zapatero che, oltre a essere un bel’uomo (perdonatemi la civetteria), ha un pregio molto importante: è coerente, coraggioso, forte… doti che in un uomo valgono molto di più di u’ostentata virilità, o di un tutto da verificare celodurismo leghista. Per ironia della sorte nel gergo spagnolo gay si usa il termine "zapatera" ("calzolaia") per indicare una lesbica particolarmente mascolina (da noi si dice "camionista", in inglese "dyke"). La cattolica Spagna modifica sedici articoli del Codice civile per sostituire i ruoli "padre e madre" con "genitori" e non più "marito e moglie" ma "coniugi" allargando di conseguenza la possibilità di contrarre matrimonio anche tra individui dello stesso sesso e della stessa intensità affettiva. Dimostrazioni di gioia e di appartenenza a un governo amico si sono avute su tutto il territorio spagnolo: dal quartiere lesbo-gay Chueca di Madrid alle Rambles di Barcellona, dalla cittadina di Sitges alle spiagge di Ibiza, tra gli striscioni ce ‘è uno che dice "Habemus Matrimonium" come risposta a un Papa particolarmente nemico e ricordando la recente Inquisizione vaticana sui preti spagnoli dichiaratisi favorevoli al’uso del preservativo. Ed esulta la maggioranza tutta degli spagnoli: secondo tutti i sondaggi, oltre il 60% della gente ha dichiarato di non avere nessun problema nei confronti dei matrimoni gay. «Per fortuna una delle garanzie della democrazia è la libertà religiosa e di opinione» – afferma ‘illuminato Zapatero – «sono pronto a rispettare qualsiasi cosa dica il nuovo Papa».
Ecco il punto: per un politico rispettare ‘etica sessuale cattolica non vuol dire piegarsi ai dettami del Vaticano (uno Stato dove non vige la democrazia) anziché fare propria la domanda di una società in evoluzion (non "dissoluzione" come afferma Ratzinger). E in Italia? «La Spagna è straordinaria, Zapatero è il motore principale di u’Europa libertaria di cui ‘Italia è ancora il fanalino di coda» – afferma ‘on. Titti De Simone di Rifondazione – «il Pacs (patto civile di solidarietà) è già una mediazione al ribasso rispetto al matrimonio gay ma è un importante primo passo. Sappiate però che noi vogliamo tutto: il diritto di essere genitori, di poter accedere alle adozioni, la fecondazione assistita. In un futuro governo la Sinistra dovrà assumere tali temi come portanti di una vera alternativa alle destre, una nuova idea di società fondata su un nuovo patto, che escluda le disuguaglianze, ‘individualismo, ‘egoismo».
In Spagna si è sfaldato il "Bio-Potere", il potere esercitato sugli altri in base alla propria biologia, ‘eterosessualità in sé non costituisce più motivo per sentirsi superiore a chi non lo è. In u’intervista alle "IENE" persino ‘on. Di Pietro si è dichiarato favorevole ai matrimoni gay, resta da vedere la posizione della Margherita. «Come per il referendum sul divorzio e ‘aborto anche su questo tema bisogna evitare il conflitto laici-cattolici» continua ‘on. De Simone «il Vaticano faccia pure il suo dovere ma il Parlamento resti laico».
Da "Corriere della Sera": INTERVISTA AD UNA BAMBINA CON 2 MAMME
« Adottata da due mamme, una vita più facile »
LA STORIA
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — « Anche se tre Nazioni non sembrano poi tante, è eccezionale che, dopo Olanda e Belgio, anche la Spagna abbia autorizzato le adozioni per i gay. ‘Europa sembra in generale più aperta ai cambiamenti del’America, dove, tranne rare eccezioni, siamo ben più indietro. E sono sicura che mentre Bush è presidente le cose non cambieranno qui per noi » .
‘infervora la 15enne Rachel Segal Sklar nel leggere sui giornali le notizie che vengono da Madrid. Come ogni brava studentessa del liceo pubblico Stuyvesant, ( il più elitario e rigoroso di Manhattan), anche lei è informatissima sui fatti del giorno. « Ovviamente questo tema mi sta tanto a cuore — spiega — . Avevo 8 mesi, quando le mie madri mi hanno adottata dalla Romania » . Hai sempre saputo di avere due mamme? « Certo: ho vissuto con loro per tutta la vita, e sono sempre stati i miei genitori. Le ho sempre chiamate mamma Sondra e mamma Roberta, ed ancora oggi chiamo entrambe mamma » . Questo ha influenzato il tuo modo di vedere il mondo? « Mi ha fatto diventare molto tollerante ed aperta a ogni tipo di persona.
So che alcuni giudicano gli omosessuali strani o schifosi, ma io non li vedo in questo modo, né giudicherei mai così altri, diversi da me » . Hai avuto difficoltà ad integrarti con gli altri ragazzi a scuola? Ti sei mai sentita « diversa » ? « Non ho mai avuto difficoltà a fare amicizia con i miei compagni. Ho frequentato scuole dove ‘erano persone di tutti i tipi, e ognuno quindi accettava le differenze degli altri. Un giorno, al’asilo, mentre aspettavo in fila di andare sullo scivolo, la bambina di fronte a me ha capito che avevo due mamme. " Che fortuna!", è stata la sua reazione » . Hai mai avuto il desiderio di conoscere i tuoi genitori biologici? « Sì, ci sono momenti in cui mi viene la curiosità di conoscerli ed incontrarli, ma non perché non sono contenta della mia vita o della mia situazione; penso solo che sarebbe interessante sapere se assomiglio a loro, e co’è cambiata la loro esistenza da quando sono nata » . Ti viene mai il desiderio di avere un papà? « Non saprò mai come ci si sente ad avere un papà. A volte mi sento fortunata di non avere un padre » . Quali sono i vantaggi di avere due madri? « Per prima cosa, ci sono solo donne a casa mia e questo rende tutto più facile. ‘ divertente essere circondata da sole donne, senza maschi che fanno stupidaggini » . Cosa pensi della gente che non accetta gli omosessuali? « Quando la gente discrimina gli omosessuali, lo sento come un attacco personale: mi ferisce ma in un certo senso mi spiace per loro » . Come ti vedi tra 10 anni? « Avrò 25 anni e spero di avere un buon lavoro, un fidanzato e un bellissimo appartamento o una casa.
Sicuramente sarò vicina ai miei genitori e so che mi aiuteranno in qualsiasi cosa faccia » . Vuoi sposarti e avere figli? « Sì, mi vorrei sposare ed avere tanti figli. ‘adozione mi sembra u’ottima scelta, anche perché partorire è così doloroso e poi ‘è già tanta gente che fa figli di cui non può curarsi. Vorrei rassicurare la gente che non sa nulla di noi: avere due genitori adottivi gay non ti fa diventare omosessuale, né crescere in modo strano e immorale. Siamo proprio come tutti gli altri ».
Da "Quotidiano Nazionale": INTERVISTA A ALESSANDRO CECCHI PAONE
«Matrimoni tra gay? Sì, ma non adesso»
Per Alessandro Cecchi Paone ci saranno però contraccolpi
Alessandro Cecchi Paone
MILANO – Serio, composto, misurato. Molto anglosassone. Anche quando ha fatto outing durante la campagna elettorale, svelando in forme eleganti la propria bisessualità, Alessandro Cecchi Paone non ha perso lo stile. E proprio il suo impegno politico, melanconicamente naufragato alle Europee, lo rende il miglior giudice di ciò che mercoledì è accaduto in Spagna: la Camera bassa del Parlamento spagnolo ha dato il primo sì all’approvazione della legge che permette a persone dello stesso sesso di sposarsi e di adottare bambini.
Qual è il suo giudizio sulla via spagnola alla parificazione dei diritti tra gay ed eterosessuali?
«Ne penso benissimo perché la politica deve interpretare la realtà e non fingere che debbano ancora esistere le finte famiglie. Stimo molto Zapatero anche perché in campagna elettorale ha fatto tante promesse e le sta mantenendo tutte. Io però non avrei precipitato gli eventi in modo così veloce, fino al matrimonio e addirittura alle adozioni. In Italia sto facendo una battaglia più limitata, per il riconoscimento delle coppie di fatto. Credo che perseguire il matrimonio vero e proprio sia inutilmente provocatorio. La stessa parola matrimonio è suscettibile di scatenare le polemiche, e quindi una vigorosa reazione di parte contraria. Sono più favorevole alla soluzione francese, che appunto riconosce le coppie di fatto e le tutela giuridicamente senza arrivare al matrimonio. Credo che battaglie come queste abbiano bisogno di passaggi graduali».
Lei teme l’effetto scandalo?
«Quando ci si muove in quella direzione si provocano delle forti resistenze. Anche le parole hanno una forza evocativa».
Lei è stato candidato per il centro-destra, eppure ora ha parole di grandi lodi per il leader di un movimento di sinistra.
«Il socialismo spagnolo è uno straordinario esempio di socialismo liberale. Mentre noi, in Italia, continuiamo a vivere questa contraddizione, di un centrodestra che si dice liberale ma allo stesso tempo nega la sua libertà asservendosi alla Chiesa. E’ lo stesso problema che ha portato all’approvazione della legge sulla fecondazione assistita, un problema che affligge noi come la Spagna».
Un problema che riguarda soprattutto i Paesi latini?
«Direi che solo qui, nei Paesi latini, il centrodestra finisce nelle braccia della Chiesa. Anche a sinistra ci sono simpatie religiose, ma verso un cattolicesimo liberale e sociale. In Italia invece il centrodestra sposa il cattolicesimo più retrivo».
A questo proposito è inevitabile pensare al nuovo Papa, che è attestato su posizioni molto conservatrici in tema di sessualità.
«Ma prima ancora delle sue posizioni in tema di sessualità mi ha preoccupato il suo attacco al liberalismo. Nella sua omelia precedente l’elezione ha attaccato in modo molto forte il liberalismo come fonte di libertinismo — così ha detto. Voglio vedere ora come se la caveranno molti cattolici che si dichiarano liberali. Hanno fatto finta di non aver sentito. Ratzinger ha parlato con molta sincerità e schiettezza, e naturalmente è un suo diritto. Ma è inutile che molti si dichiarino liberali e poi si dicano amici di Ratzinger».
Lei che ha frequentato il centrodestra, ne ha conosciuti molti di liberali autentici?
«Il centrodestra è pieno di gente che si dichiara liberale, ma pochissimi sono quelli autentici. Credo che in Italia i veri serbatoi di liberalismo siano rimasti quello di Pannella, nonostante le numerose stravaganze, e quello dell’ala riformista dei Ds. Se in Italia avremo mai uno Zapatero, credo che uscirà proprio da quell’area».
Non è che ha intenzione di passare dall’altra parte?
«Ho avuto un’esperienza politica che si è conclusa in modo sfortunato, e ora continuo nel mio vero mestiere di divulgatore televisivo. Resto disponibile a battaglie di testimonianza».
Domani su Retequatto affronta un altro tema di stretta attualità: il 25 Aprile.
«La puntata sosterrà la tesi che la Liberazione fu dovuta essenzialmente all’intervento dell’esercito anglo-americano. Io vengo da una famiglia azionista e che partecipò al Cnl, ma l’analisi storica dice questa verità. Senza gli angloamericani la Resistenza non avrebbe mai sconfitto i tedeschi».