Il no ai preti gay rischia di svuotare i seminari

  
Un'immagine del World Pride 2000

Un’immagine del World Pride 2000

L’annuncio del settimanale Panorama per cui papa Ratzinger avrebbe firmato l’Istruttoria per porre severi limiti all’ammissione dei giovani nei Seminari e, in particolare di vietare ai gay di prendere i voti, potrebbe essere presa come una notizia divertente, se non fosse una nuova tragica crociata.

La maschera è stata gettata definitivamente: non è sufficiente astenersi dalla pratica sessuale, conta anche l’orientamento sessuale dei futuri sacerdoti, che naturalmente non può essere omosessuale.

All’ipocrisia si somma la tragedia delle migliaia d’attuali consacrati che sono omosessuali e, che da oggi in poi si sentiranno ancora più braccati dentro una Chiesa che si vuole trasformare in carcere.

L’omosessualità è molto diffusa nella Chiesa cattolica, per stessa e, per alcuni versi implicita clamorosa, ammissione di questa nuova repressione, che parte dai seminari e probabilmente si estenderà in tutto il clero.

Ai tanti sacerdoti omosessuali, che non si possono ribellare perché non economicamente autonomi, va tutta la nostra solidarietà. La Sacra Inquisizione è ormai all’opera e colpirà da subito i tanti giovani a cui sarà impedito di seguire la propria vocazione, per il solo fatto d’essere omosessuali.

Com’è noto da molti anni il numero dei sacerdoti è drammaticamente calato e questo farà ulteriormente svuotare seminari, conventi, chiese.

Ratzinger crede di poter utilizzare questo provvedimento come una cortina fumogena per coprire le decine di scandali che si sono abbattuti sulla Chiesa cattolica, riguardanti molestie sessuali e casi di diffusa pedofilia, crimine per cui diverse diocesi hanno dovuto sborsare milioni di dollari di risarcimento.


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