TORINO. UNIONI CIVILI IL PARLAMENTO FACCIA PRESTO
Il Consiglio comunale ha infatti approvato, prima città in Italia, un ordine del giorno per sollecitare il Parlamento sulle «Unioni civili».
La scorsa settimana si erano spaccati sul registro delle coppie di fatto. Ieri sera, però, si sono ricompattati su un tema molto simile. Il Consiglio comunale ha infatti approvato, prima città in Italia, un ordine del giorno sulle «Unioni civili». Un modo per sollecitare il Parlamento perché si sbrighi ad approvare una legge in favore dei Pacs. Incredibile, ma vero, anche la Margherita ha votato il provvedimento, forse perché, come dicevano i maligni, ieri alla buvette, «non aveva nulla di concreto». Mauro Marino, capogruppo della medesima, invece, sostiene che questa delibera va ben oltre quella bocciata la scorsa settimana: «Gli enti locali non hanno facoltà d’intervento per creare istituti fondativi di nuovi diritti e doveri nelle relazioni interpersonali ed è proprio per andare incontro a questa nuova esigenza che 28 consiglieri di maggioranza hanno proposto un ordine del giorno che invita il Parlamento a introdurre una nuova disciplina per le “unioni civili”».
La nuova normativa dovrà, «nel rispetto del principio di pari dignità sociale, rendere possibile anche alle persone che non intendono (o non possono) contrarre matrimonio la formalizzazione di un vincolo di “solidarietà orizzontale” che origini nuovi diritti e doveri». La mozione è stato approvata con 31 voti favorevoli. Duro il commento, dai banchi dell’opposizione, del capogruppo di Forza Italia Paolo Chiavarino: «Approvano documenti di indirizzo “generici”, ma quando c’è da muoversi sul concreto, come sul registro delle unioni civili proposto da Passoni, allora lì si spaccano». E Bruno Ferragatta, della Margherita gli ha risposto: «In quanto cattolico ritengo sempre preferibile regolamentare un comportamento piuttosto che lasciarlo nel limbo dell’arbitrarietà. Ed essendo un cattolico che ha responsabilità di governo devo necessariamente affrontare un tema di di così ampia rilevanza sociale.
Ma cos’è accaduto con il registro di Passoni? La sua mozione venne bloccata due lunedì fa da 25 voti contrari e non venne votata nemmeno da alcuni dei suoi firmatari Ds. Un «no» secco che fece arrabbiare non poco Passoni: «Sono furibondo soprattutto con i Ds». Il motivo «ufficiale» per cui la maggioranza aveva bloccato il progetto è che questo «rappresentava il riconoscimento di diritti o doveri giuridici già riconosciuti dall’ordinamento dei cittadini interessati». E ieri sera, la Margherita (l’ala laica, non esageriamo) ribadiva: «Vedete che non siamo arretrati? Siamo stati la prima prima città d’Italia ad approvare un simile ordine del giorno!».
COMUNICATO STAMPA TORINOPRIDE2006
NON ACCETTIAMO MEDIAZIONI POLITICHE
Dopo la bocciatura della settimana scorsa sul’istituzione di un registro comunale sulle unioni civili, ieri il Consiglio comunale si è espresso favorevolmente in merito ad un ordine del giorno che invita il Parlamento italiano a legiferare in materia.
Non possiamo, come Comitato Torino Pride 2006, accettare simili mediazioni politiche.
‘abbiamo urlato davanti al Municipio lunedì scorso: sui diritti nessuna mediazione.
Comprendiamo la necessità politica di trovare un compromesso al’interno della maggioranza , ma il nostro ruolo di attivisti per i diritti civili ci impone di gridare allo scandalo. Nella città che ospiterà il Pride nazionale, che ha dato il patrocinio a questo evento e che si è sempre dimostrata al’avanguardia in fatto di diritti civili non è accettabile un simile gioco al ribasso.
I portavoce del Comitato Torino Pride 2006
Christian Ballarin
Roberta Padovano