La lotta per la difesa delle libertà civili e l’estensione dei diritti ha avuto nella manifestazione dell’11 febbraio a Napoli un suo momento significativo. Donne ed uomini, eterosessuali ed omosessuali, sono scesi in piazza sulla base di una piattaforma politica comune: in difesa della laicità dello stato, della legge 194, per l’introduzione della Ru486, ma anche a sostegno dei Pacs e contro le discriminazioni subite da lesbiche, gay e transessuali.
Il movimento femminista e quello omosessuale si sono incontrati a Napoli ed hanno iniziato a costruire un percorso comune, consapevoli che la battaglia per le libertà civili ed i diritti non può essere vissuta separatamente. Questo risultato, costruito soprattutto grazie ad Arcigay “Antinoo” di Napoli ed Arcigay “Coming Out” di Caserta, suona come un forte incoraggiamento a continuare l’azione per la tutela della dignità umana, ma mette anche in evidenza la lontananza che in questi giorni si sta consumando con l’Unione.
Mentre Arcigay, assieme alle donne del centro sinistra, alla CGIl, alla Uil, all’Arci, all’Udi, ad Arcilesbica e a tante altre associazioni, scendeva in piazza per affermare libertà e diritti, nelle stesse ore si è consumata a Roma, in seno all’Unione, una insopportabile mediazione proprio sui diritti degli omosessuali. Arcigay ha manifestato per il diritto agli affetti, per l’uguaglianza di lesbiche e gay, per le libertà delle donne, mentre i principali referenti partitici della piazza hanno derubricato ad argomento secondario proprio il tema dei diritti e dei pacs.
La Cisl ha preso le distanze dalla manifestazione, sostenendo che il tema dei pacs non si sarebbe dovuto tematizzare accanto all’aborto e alle libertà femminili: da questo sindacato è stata proposta una visione miope che ritiene possibile la scomposizione in mille rivoli dell’unico grande tema della dignità umana. Con amarezza si deve riconoscere alla Cisl di aver assunto una posizione politica vincente riconosciuta senza vergogna dall’Unione.
Questo dato non deve scoraggiare i comitati campani di Arcigay poiché bisogna guardare alle diecimila persone che sono scese in piazza assieme, ad associazioni come l’Arci che hanno scelto di sfilare assieme dietro lo striscione di Arcigay, ai genitori che hanno portato in piazza i loro figli a manifestare assieme ad omosessuali, donne ed uomini eterosessuali per le libertà di tutti.
Mentre il corteo era ancora fermo e il gruppo Arcigay attendeva di poter iniziare la marcia si è avvicinata a chi scrive una donna, commossa, che ci ha chiesto di lottare e resistere, di scendere ancora in piazza anche per un suo amico, omosessuale, che non è riuscito a far fronte al disprezzo e alla riprovazione sociale e si è suicidato. Quelle lacrime, unite ad un sorriso di chi ha ancora voglia di lottare malgrado tutto, danno pienamente il senso della manifestazione dell’11 febbraio e della presenza di Arcigay.
Da "Corriere del Mezzogiorno" del 11/02/2006 di Maria Pirro
Patrizia: «Su quel palco salirò anc’io per i diritti di mio figlio e degli altri gay»
Si è sposata a 18 anni. Oggi ha due figli, Luigi e Nicola. Ha compiuto 43 anni e fa la casalinga, o meglio la mamma, a tempo pieno. « Non sono una persona da riflettori, insomma, ma dalle idee molto chiare » …
Patrizia Stanzione
NAPOLI — Si è sposata a 18 anni. Oggi ha due figli, Luigi e Nicola. Ha compiuto 43 anni e fa la casalinga, o meglio la mamma, a tempo pieno. «Non sono una persona da riflettori, insomma, ma dalle idee molto chiare», dice Patrizia Stanzione. «’esperienza che ho vissuto? Mi ha segnata e ora voglio allungare una mano verso gli altri. Spero che qualcuno tiri fuori la testa dalla sabbia. Anche se per ora sto incontrando tantissime difficoltà, sono mesi che sto provando a coinvolgere qualcuno. Ma ciò che mi dà molto più fastidio è che la mancanza di tutto: qui al Sud non si accetta, o si fa finta di essere arretrati». ‘associazione dei genitori di omosessuali da Roma in su è da ven’anni anni in funzione. «Invece, qui, ognuno si tira indietro» .
Patrizia, da sola, tutti i venerdì va alle riunioni del’Arcigay di Napoli, in vico San Geronimo. «La prima volta che misi piede nella sede del’associazione — racconta — ‘erano pochi ragazzi, ero sorpresa e gli chiesi: ma do’è che sono i vostri genitori?». A Milano, invece, si riuniscono. «A Milano mi chiamano il Vulcano — dice Patrizia — perché tutta la settimana sto in casa, a lavare i piatti e rassettare. Poi, al’improvviso, stacco tutto e parto e vado alle riunioni da loro. Qui, ho bussato a tante porte. In tutti questi anni non mi sono mai fermata. Ho sempre pensato a cosa fare per mio figlio, perché i diritti si conquistano» .
Patrizia Stanzione sarà oggi al corteo per difendere la legge 194, ma anche per chiedere al microfono ‘istituzione dei Pacs, i patti civili di solidarietà. La casalinga di Arzano salirà sul palco in piazza Matteotti, al posto di suo figlio Nicola, poiché il palco è stato dichiarato off- limits agli uomini dalle organizzatrici della manifestazione. È la prima volta che accade qualcosa del genere, è un altro tabù che si rompe. Dice Patrizia: «Porterò la mia testimonianza di donna e di mamma orgogliosa di avere un figlio omosessuale. La mancanza di dialogo tra i giovani omo sessuali è grave, ma lo è ancora di più la mancanza di dialogo tra genitori e figli omosessuali. È importante che si riesca a creare un gruppo di genitori di figli omosessuali a Napoli e in provincia, affinché si riesca a parlare liberamente di omosessualità e di diritti. Ora sono da sola, ma è tempo di smetterla di fare finta che non esistono gli omosessuali» .
Nicola, suo figlio, ha 23 anni, è uno studente di Architettura e responsabile della visibilità di Arcigay Napoli, di cui è Presidente Antonio Cavallo, Coordinatore del Mezzogiorno è Carmine Urciuoli. Ma, per inciso, è Nicola che ha scatenato involontariamente la polemica al’interno movimento che ha organizzato la manifestazione, chiedendo e ottenendo ‘inserimento della frase sui Pacs nel manifesto: «Perché alla difesa della legge 194 si aggiunga il riconoscimento giuridico dei patti civili di solidarietà». Da qui, è nata la polemica e la presa di distanze della Cisl. In piazza sono attesi oltre mille omosessuali, forse ci sarà anche il presidente della regione Puglia Vendola.
Sventoleranno trenta bandiere e distribuiranno volantini sui Pacs, invitando a votare alle elezioni politiche e alle amministrative solo i candidati che hanno i Pacs inserito nel programma. Arcigay porterà, inoltre, uno striscione di cinque metri: «Liberi di essere sé stessi sempre». Ma anche Patrizia esibirà anche il suo striscione: lo ha preparato tagliando la federa bianca di un cuscino e colorandola con una bomboletta spray rossa. Il messaggio: «Orgogliosa di avere un figlio omosessuale». Il desiderio: «Spero che avrò al mio fianco almeno una persona, perché sono convinta che a Napoli ci sono persone come me, ma si sono nascoste. E dico anche alle donne: che vengano al corteo, è importante. I figli vanno difesi prima, non solo dopo. ‘omosessualità? Non è né una malattia, né un problema».