‘Family matters’: per sostenere le famiglie

  

BARI — Una ricerca per conoscere il vissuto delle famiglie in relazione alla omosessualità dei loro figli. E’ partito in questi giorni su tutto il territorio nazionale il progetto Pic Daphne II 2004-2008 dal titolo “Family matters. Supporting families to prevent violence against gay and lesbian youth (L’importanza della famiglia. Sostenere le famiglie per prevenire la violenza contro giovani gay e lesbiche)” promosso dal Dipartimento di Ricerca Sociale dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, con la partnership di tre organizzazioni di famiglie con figli e figlie omosessuali: l’Agedo — Associazione Genitori di Omosessuali per l’Italia, la Flag — Families and Friends of Lesbian and Gay association per la Gran Bretagna, l’Ampgil — Asociaciòn de padres y madres de gays y lesbianas per la Spagna.

Il progetto “Family matters” che avrà la durata di due anni, nasce per coprire una mancanza nella letteratura sociologica. Se infatti le ricerche hanno esplorato in maniera sufficientemente esauriente il punto di vista degli omosessuali, non v’è traccia di analogo riscontro nei vissuti di genitori e familiari, rispetto ai livelli di accettazione o rifiuto. La dimensione nazionale della ricerca prevede la somministrazione di un questionario a genitori di giovani omosessuali tra i 14 e i 22 anni, contattati dai ricercatori dell’Associazione A.Ge.D.o., o a quelli i cui figli hanno rivelato la propria omosessualità a quella età. Il questionario che sarà autocompilato in forma assolutamente anonima, oltre a rilevare le caratteristiche socio demografiche e delle relazioni familiari degli intervistati, intende raccogliere informazioni relative al coming out: quali familiari sono venuti a conoscenza dell’omosessualità e come, quali reazioni tale conoscenza ha suscitato, se è stato chiesto un supporto e a chi, se si è fatto ricorso a risorse esterne alla famiglia.

In Puglia e Piemonte inoltre, sempre con il supporto dell’Associazione A.Ge.D.O., verranno realizzate per ogni regione 50 interviste in profondità che mireranno a raccogliere le testimonianze dei familiari, per ricostruire i percorsi intrapresi e i significati attribuiti, le loro trasformazioni nel tempo.

Al progetto ha aderito l’assessorato alla solidarietà sociale della Regione Puglia, perché, come spiega Maria Grazia Donno dell’assessorato, referente regionale del progetto, “è coerente con i principi di uguaglianza, pari opportunità, dignità delle persone, qualunque sia il loro orientamento sessuale, culturale, religioso, principi fondanti la nuova legge regionale n. 19/2006 Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia”.


  •