Alemanno, Moratti e Cofferati sfilino ai Pride

  

Il Pride è diventato negli ultimi 20 anni la manifestazione mondiale più partecipata del pianeta. In tutte le grandi città sfilano milioni di persone, gay, lesbiche, transgender, bisesessuali, eterosessuali. Si tratta di un evento che raccoglie ormai decine di milioni di partecipanti che sfilano per manifestare il diritto alla libertà, alle conquiste civili e democratiche, all’orgoglio di esser stati capaci di emergere dai secoli dolorosi e bui della clandestinità.

In queste città comitati organizzatori privati, formati dalle associazioni gay, da importanti imprese internazionali, sono sostenuti dalle municipalità che non solo patrocinano tutte le iniziative colletarali, ma partecipano direttamente all’organizzazione della manifestazione.

Si tratta di sindaci di destra, di sinistra, di centro, che come dovrebbe accadere anche in Italia, comprendono il valore della piena cittadinanza di una minoranza, perché ciò fa accrescere la cultura del rispetto e della condivisione in tutta la società.

Ci piarebbe, quindi, che in questo teorico clima di riconoscimento degli orrori della storia contro ebrei, omosessuali, rom, dissidenti politici, perpetrati dal nazifascismo, ma anche dai regimi comunisti, finalmente il nostro paese superasse l’enorme ritardo politico e culturale accumulato e, che destra e sinistra condividessero una volta per tutte valori quali, la parità dei diritti di tutti i cittadini, il rispetto per le persone al di là del loro orientamento sessuale e identità di genere, il riconoscimento di diritti e doveri civili per le coppie omosessuali.

Per questo chiediamo alla politica italiana, primi fra tutti i sindaci, un segno di ascolto e di partecipazione ai Pride cittadini di Milano e Roma del 7 giugno, e di quello Nazionale a Bologna il 28 giugno.

Sarebbe un gesto che non solo apprezzeremmo, ma che aprirebbe la strada finalmente ad un confronto anche con aree culturali e politiche per ora percepite distanti, di cui avvertiamo la necessità, perché i bisogni concreti di milioni di persone non possono essere consegnati a mere dispute ideologiche.

Aurelio Mancuso
Presidente nazionale Arcigay


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