Si è concluso il convegno “HIV + Tra silenzio e discriminazione: le persone sieropositive nella società, nella sanità, nelle associazioni, nella comunità LGBT” che ha avuto luogo venerdì 9 e 10 maggio a Bologna con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna.
Primo convegno sul tema della discriminazione delle persone sieropositive sia dal punto di vista socio-economico sia da quello affettivo e sessuale, attraverso il contributo diretto delle associazioni di lotta contro l’AIDS e di persone sieropositive, oltre all’apporto di sociologi, psicologi, autorità sanitarie ed esponenti del mondo lgbt.
Il convegno si è articolato su quattro principali aree tematiche che hanno prodotto altrettanti gruppi di lavoro: lavoro e previdenza, servizi sanitari, persone sieropositive e rappresentazione sociale nei mass-media, rapporti socio-relazionali (amore, affetto, sesso, comunità e associazionismo).
Dai lavori del convegno è emerso un ‘documento pilota’ che vuole essere una sorta di decalogo dei diritti delle persone sieropositive, documento diretta espressione delle esigenze e della sensibilità delle persone sieropositive.
Il convegno ha visto la presenza di oltre 40 enti e associazioni e 30 relatori, hanno partecipato all’evento oltre 100 uditori nelle due giornate. I lavori hanno visto la partecipazione del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Assessorato alla salute – Regione Emilia Romagna, Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena, Azienda USL di Bologna, Rai-TG1, Università di Bologna e delle associazioni direttamente impegnate nella lotta contro l’Aids e nella tutela delle persone sieropositive (fra cui Lila, Anlaids, Cgil, Arcigay, Arcilesbica, Ass. culturale Mario Mieli, Nadir Onlus).
Il convegno “Hiv+ tra silenzio e discriminazione” è un evento nell’ambito del Bologna Pride 2008.
Il convegno è stato anticipato dal lancio della campagna prodotta da Arcigay ‘Il Cassero’, in concomitanza con il Bologna Pride: “HIV+: se discrimini perdi gli aspetti positivi”. Per la prima volta arriva in Italia una campagna di comunicazione che si concentra sul tema della discriminazione delle persone sieropositive, diversamente dalle consolidate campagne di informazione e prevenzione.
La campagna, come anche il convegno, sottolineano un’urgenza di parola in quanto la sieropositività è tutt’ora un tema di cui non si parla. Il concept nasce dal bisogno di dare voce alle persone sieropositive spesso ridotte al silenzio dallo stigma sociale. Quello che la campagna intende ribadire è che la vita di una persona sieropositiva come quella di chiunque, è una vita piena: di impegni, di affetti, di lavoro e di dignità.
“L’intento politico della campagna è quello di riportare l’infezione a ciò che realmente è: una malattia. E di consenguenza la campagna ed il convegno rimettono al centro la persona sierpositiva.
Una malattia causata da un virus al quale non importa nulla della morale e dei suoi pii custodi, delle categorie a rischio e delle altre bugie che ci hanno propinato per anni. Bugie che hanno accresciuto l’ignoranza, lo stigma sociale e hanno consentito, e consentono ancora oggi, al virus di prosperare.” dichiara Sandro Mattioli, responsabile del Progetto Salute del Cassero e aggiunge: “Nello specifico, sulla discriminazione delle persone con hiv, quello che mi spinge a cercare di sollevare il velo che copre l’argomento è che è "ingiusto", per quanto possa sembrare banale.
E’ ingiusto che una persona che soffre di una malattia potenzialmente mortale debba essere sottoposta ad un trattamento diverso dagli altri a causa, molto spesso, di ignoranza o di una visione del virus e delle persone che lo contraggono del tutto ideologica e fuori dalla realtà.”