L’Isola di Luxuria

  

La decisione di Vladimir Luxuria di partecipare all’Isola dei Famosi ci riempe tutti di gioia. Auguro alla mia amica Vlady di vivere una favolosa esperienza in un reality che è brillante, ma anche impegnativo sia dal punto di vista fisico e sia di quello morale.

Sono certo che Luxuria affronterà questa nuova sfida con la sua solita simpatica grinta e, che saprà all’occasione tirare fuori gli artigli. Come gay e libertario, ritengo la partecipazione di Vladimir, un ulteriore ottimo segno di come da tempo nella società italiana, anche in quella ritenuta più arretrata, sia in atto un cambiamento culturale importante, che può aiutarci concretamente a vincere le nostre battaglie di promozione della dignità e dei diritti delle persone lgbt.

In bocca al lupo Luxuria, ti sosterremo convintamente! Voglio anche ringraziare Simona Ventura per aver voluto fortemente la partecipazione di Vladimir, e ricordare che la conduttrice televisiva ha sostenuto con un bellissimo video messaggio il recente Pride nazionale di Bologna.

Aurelio Mancuso – presidente nazionale Arcigay

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LUXURIA IN PARTENZA PER L’"ISOLA"
«Agitata? No, shakerata»

Da Liberazione del 14.09.08 – di Roberta Ronconi


Finalmente sapremo la verità. Se è tutto vero, tutto finto, se si scannano secondo copione o se mangiano davvero i bacarozzi. Tra una manciata d’ore avremo un nostro agente all’Havana nel cuore di quella che – per tanti di noi – è televisione trash, spazzatura, immondezzaio d’anime e sentimenti. Se ne può pensare tutto il male che si crede, ma non si può non essere curiosi e il fatto che Vladimir Luxuria, la nostra Vladi, sia in partenza, ci riempie di un fremito di eccitazione. E soprattutto ci condanna, lunedì sera, a stare lì, di fronte alla sesta edizione dell’ Isola dei famosi (Raidue, ore 21.00). L’avevamo scampata fino ad ora, ma anche noi siamo esseri bassamente mortali.

Quindi via, tra venti ore tutti a Cayo Cochinos (Honduras) dentro lo zainetto di Vladi, assieme alle pinzette per le sopracciglia e ai jeans techno zippati fino alla coscia.

Come ti senti, più agitata o curiosa?


Agitata no, direi shakerata.

Stai preparando i bagagli?


Capirai, con quello che posso portare ci metto due secondi. Sarà il bagaglio più leggero della mia vita.

Cioè, quanti chili?


Grammi, vorrai dire. Posso portare solo due cambi e due oggetti.

Vai al sodo.


Un pareo, un paio di jeans, una maglietta e un paio di pantaloni techno che mi hanno consigliato amici escursionisti. Tutta roba che tiene il caldo e il freddo, a seconda delle necessità. Come oggetti, ho scelto una pinzetta per levare i peli superflui – e i miei non sono pochi – e una collana-rosario che mi serve per la meditazione.

Cosa avresti voluto assolutamente portare e non puoi?


Ovviamente "Liberazione".

Cavolo, che idea! Almeno una copia portala, poi la abbandoni lì tra i flutti con le telecamere che inquadrano la testata che giorno dopo giorno scolora….


Sarebbe stato fantastico, ma non posso proprio.

Passiamo alle cose serie. Fino a ieri eri in teatro, al festival di Todi, con "Discarica" di Silvano Spada.


Una bellissima esperienza e un bellissimo testo, che spero di poter riprendere al ritorno dall’"Isola". Un tema che mi è molto vicino, quello della violenza fisica e psicologica nei confronti dei "diversi". Il mio ruolo è quello di Fanny, un appassionato ibrido umano, un po’ trans un po’ Anna Magnani un po’ donna rom, che vive in una discarica assieme a un gruppo di reietti e un giorno trova abbandonato un bambino autistico. Lo prende con sé soddisfacendo il suo bisogno di maternità.

Un bisogno anche tuo?


Maternità e paternità sono istinti scritti nel dna di ciascuno di noi, a prescindere da generi e identità. Nella mia vita ho incontrato trans, lesbiche e gay che hanno un istinto genitoriale molto più forte del mio.

Mentre tu te ne stai sull’"Isola" qui in Italia succedono cose pesanti. Da ex parlamentare non ti senti un po’ in colpa a mollare la battaglia politica mentre la nave affonda?


No, niente sensi di colpa. Ma è vero che il nostro paese sta vivendo un momento molto difficile, e non solo perché al governo c’è Berlusconi. Sento ancora più pericoloso lo spirito di rassegnazione che si respira in giro. Lascerò con il cuore un po’ pesante soprattutto un’Italia che sta per approvare una legge in cui potrà finire in galera chiunque venga anche solo vagamente sospettato di prostituzione. Saremo tutti in mano alla discrezionalità della polizia e quindi altamente ricattabili. Altro che divieto di trans-ito. Per tutti noi si preparano tempi bui.

Via, torniamo all’Isola. C’è qualcosa di cui hai particolarmente paura?


Della cattiveria della gente, quella gratuita, quella che fa più male.

Di chi stai parlando, dei tuoi compagni di avventura o di quelli che ti guarderanno dallo schermo?


No, i miei compagni li ho già conosciuti e mi sembrano tutti dei pezzi di pane. Temo di più i commenti in studio o quelli che la gente farà da casa…

Simona Ventura e gli autori, come ti sono sembrati? Magari saranno loro a sfruttare la situazione…


Fino ad oggi li ho trovati tutti estremamente corretti. Sarò una terribile ingenua, ma non ho l’impressione che mi mandino lì per sputtanarmi. Al contrario, credo mi abbiano scelta non per quello che sono, ma per come sono. Una schietta, che dice sempre quello che pensa. Poi vedremo.

Per quanto riguarda la gente a casa, immagino tu sappia che molti ti guarderanno con morbosità, che sbirceranno nel pareo, che aspetteranno con avidità che accada il peggio. Fa parte della filosofia di quel genere di spettacolo.


A quel tipo di sguardo sono abituata. E del resto, anche quando sono stata eletta in Parlamento, l’unica preoccupazione dei giornali come di tanti miei colleghi di allora era scoprire come mi sarei vestita. Ci sono posti peggiori dell’Isola, ti posso assicurare. Per ora da parte degli autori non ho avvertito nessuna intenzione di umiliare la persona, cosa che invece può succedere in altre trasmissioni. Per quanto riguarda il pareo, non andrò certo in giro nuda. E per il resto, mi leverò i peli cantando "Maledetta primavera" come fanno tutte le donne.

E’ vero, lo faccio anch’io. Ma non davanti a milioni di persone…


Beh, io sono una donna di spettacolo e tu no.

Touché. Quali altri obbiettivi?


Spero sinceramente di non fare scene isteriche. Non sono abituata a privazioni estreme, come la fame. Non che voglia essere tutto il tempo ieratica, sarebbe presuntuoso pensarlo, oltre che improbabile. Ma mi auguro di non svaccare in modo indecente e soprattutto di non mollare fino alla fine.

Insomma, speravo tu mi dicessi che il tuo vero scopo nell’andare sull’Isola fosse quello di parlare delle questioni e dei problemi dei trans. Ho letto ovunque che quello era il tuo obbiettivo principale.


Le cose stanno così. Sull’Isola non c’è tv né teatro e nemmeno libri. Passeremo molto tempo intorno a un fuoco a chiacchierare tra noi. Io sono curiosa di sapere come cresce un ragazzino che deve diventare un calciatore di prima categoria, e lo chiederò a Cabrini. Loro immagino saranno curiosi di sapere di me e della mia vita. Ma non mi metto certo lì a fare la maestrina e a impartire lezioni di vita. Sarà solo un modo, credo efficace, per parlare di questioni di genere. Allo stesso tempo, se mi viene farò la scema, dirò stupidaggini e cercherò di divertirmi senza stare a pensare a quelli che mi guardano e giudicano.

A questo proposito, diciamo che la tua relazione con certi compagni che leggono Liberazione, non è stata facile. Hai voglia di aggiungere ancora qualcosa per spiegare loro la tua scelta?


Sinceramente, no. Non voglio convincere nessuno. Se c’è gente che pensa ancora che non mi sarei dovuta "abbassare" a tanto, sono liberi di pensarlo. Io dico solo che se avessi seguito i consigli di chi mi diceva di "non fare" certe cose oggi sarei un finto eterosessuale con i baffetti e una moglie incazzata.


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