Un italiano (puppo) a Vilnius

  

Quello che rimane della dittatura sovietica in Lituania va ben oltre una serie infinita di casermoni geometrici e palazzi come imballaggi di cartone.

Quello che resta è una neanche tanto velata o mascherata ostilità nei confronti delle persone e/o organizzazioni che manifestano un diverso orientamento sessuale. Fino a quando la Lituania è stata sotto il controllo sovietico il manifestare pubblicamente diritti, azioni, comportamenti di diverso orientamento era punibile legalmente. L’omosessualità non costituiva in sè reato se “praticata” in spazi privati. La situazione attuale si differenzia solo nei MODI in cui questa repressione viene attuata.

Da un articolo apparso in data 02/04/2009 sul “Vakaro Zinios” una delle maggiori testate giornalistiche in Lituania  veniamo a conoscenza del fatto che il ministro per gli affari sociali in Lituania Rimantas Jonas Dagys ha ordinato alle autorità competenti di rivedere tutti i programmi (già approvati dal ministero stesso) operanti a favore delle uguaglianze di genere; il lungimirante ministro non ha dubbi riguardo al fatto che la metodologia educazionale del  Gender Loop (progetto europeo che si preoccupa di fornire linee guida che spieghino agli insegnanti come affrontare temi inerenti le discriminizioni sessuali, la tolleranza, le identità di genere agli alunni) progetto che, sempre a detta del ministro, promuove l’asessualità e un non-tradizionale orientamento sessuale per i minori, sia in contraddizione con la stessa costituzione europea dichiarante che la famiglia è il fondamento della società e dello stato.“

"Ho personalmente ordinato di evidenziare in tutti i programmi eventuali elementi di propaganda di questo tipo” dichiara “le istituzioni degli altri paesi dovrebbero attuare misure restrittive analoghe nei confronti delle organizzazioni che promuovono idée simili”. Il ministro ha sta inoltre ponendo sotto la propria supervisione i servizi resi alle istituzioni da parte degli psicologi, psicoanalisti e psichiatri che supportano e applicano la metodologia prevista dal Gender Loop. L’ultima parte dell’articolo contiene quest’ennesima perla di saggezza “la metodologia del Gender Loop non è stata divulgata grazie alla vigilanza dei genitori, tuttavia abbiamo il dovere di prendere ogni misura necessaria: anche nei progetti migliori può nascondersi il tarlo della propaganda omosessuale”.

L’accezione del termine proganganda in questo senso è agghiacciante: le associazioni/progetti/organizzazioni che promuovono messaggi di tolleranza, libera espressione, uguaglianza et similia vengono visti come portatori di messaggi pericolosi, diseducativi e potenzialmente fallaci.

La Lituania, una delle tre repubbliche baltiche insieme a Estonia e Lettonia, con I suoi 3,4 milioni di abitanti è una nazione in cui i diritti dei gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non vengono semplicemente calpestati. Vengono cancellati. Il parlamento lituano ha discusso una legge che vieta agli insegnanti di parlare ai bambini di omosessualità in modo leggero e positivo, al pari della pornografia o dell’esposizione degli stessi ad immagini contenenti violenza. Due uomini che si baciano, una storia d’amore tra due donne, una bandiera arcobaleno equivalgono  a immagini di corpi mutilati, stupri, esecuzioni, impiccagioni ecc.

Il 21 maggio 2007, il sindaco di Vilnius, Juozas Imbrasas, ha negato il permesso ai camion dell’Equality Tour finanziato dall’Unione Europea di sostare all’interno della città adducendo alle solite motivazioni di sicurezza. In realtà i camionisti lituani si erano rifiutati di guidare i veicoli in quanto sulle fiancate degli stessi compariva il logo della Lithuanian Gay League, unica organizzazione a sostegno dei diritti lgbt in Lituania. Le dichiarazioni del sindaco sono state le seguenti “nell’intenzione di dare priorità alla famiglia tradizionale e di promuovere i valori della famiglia, disapproviamo il fatto di mostrare in pubblico le "idee omosessuali" nella città di Vilnius».

Il 24 ottobre dello stesso anno alla Lithuanian Gay  League è stato negato il permesso di issare una bandiera alta 30 mt, simbolo dell’attivismo lgbt nel piazzale antistante il municipio, in compenso durante la festa dell’indipendenza lituana, il 10 marzo, il governo regolarmente autorizza l’annuale terribile e penosa marcia degli skinheads inneggianti messaggi razzisti nei confronti di qualsiasi minoranza immaginabile.

Tutto questo ha un effetto sulla vita delle persone che più che tangibile è sconcertante: a Vilnius non esistono gli omosessuali. L’unico club, il Soho è una stanzetta fumosa dove quando va bene ci sono 50 persone. Su internet in compenso si trovano diversi siti di dating quasi tutti colmi di profili senza foto e sedicenti etero curiosi o “uomini dalla mentalità aperta”. Permane una cultura del fottere mentre una cultura dell’amore non è neanche presa in considerazione.

Non esistono coppie, persone che hanno scelto di stare insieme perchè uno dei più grossi ostacoli a un apertura in un paese omofobo è proprio l’omofobia interiorizzata degli stessi omosessuali.

Permane una cultura del sentirsi in colpa e inferiori che è tanto cara alla chiesa cattolica che qui, insieme a quella ortodossa, vanta un fortissimo potere. Pertanto la gente si è abituata a stringersi le spalle, guardare in alto e cambiare discorso.

Anche il lavoro stesso all’interno dell’ufficio della Lithuanian gay league si adatta al clima generale: l’associazione non ha neanche il nome scritto sul citofono, un palazzetto anonimo in un cortile altrettanto uguale agli altri. Il lavoro consiste nel ricevere lettere di scuse da parte  delle ambasciate che variabilmente esprimono l’impossibilità di fornirci un sostegno finanziario in vista del Baltic Pride che si terrà a Riga il 15 maggio 2009 e infiniti salti e cadute in questioni burocratiche e legislative, evitando contatti con la stampa locale che periodicamente ci massacra pubblicamente.

Questo è un piccolo spaccato di quello che sta accadendo e che è accaduto in un paese che formalmente fa parte dell’UE, un paese in cui le cariche politiche appartengono al mondo della televisione (l’ex sindaco di Vilnius e attuale conduttore della versione lituana del “chi vuol essere milionario”).

Spero possa essere utile e in qualche modo d’aiuto per tutti quelli che stanno facendo qualcosa per il nostro paese. Ma soprattutto spero possa servire per tutti quelli che il 10 dicembre 2008 mentre i miei amici di Arcigay Catania manifestavano un’altezza di spirito invidiabile si nascondevano dietro gli alberelli smilzi del Corso Italia a Catania.

Andrea Nucifora
 


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