Le affermazioni fatte dal sindaco PDL di Sulmona, Fabio Federico, in un video promozionale realizzato nell’ambito della scorsa campagna elettorale amministrativa, sono inaccettabili dal punto di vista di uno stato civile e incomprensibili a coloro che su tale civiltà basano la propria vita ed il proprio operato. Il sindaco di Sulmona nel video fa una serie di affermazioni del tutto omofobe e tese a far intendere l’omosessualità come una malattia mentale, anzi, peggio ancora, come “un’aberrazione genetica”.
Arcigay, nei giorni scorsi, ha inoltrato una lettera aperta a Fabio Federico, rammentando che l’omosessualità non è più considerata una malattia, bensì è l’omofobia che egli stesso sta dimostrando, da considerarsi come tale. A tutt’oggi il sindaco sulmontino, non solo non ha ritirato e preso le distanze da quelle dichiarazioni, così come richiesto nella lettera aperta di Arcigay Consoli di L’Aquila e dalla Associazione UAAR abruzzese, ma ha addirittura confermato l’attualità di questa sua posizione nell’ambito di una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, datata 17 giugno 2011, realizzata dal giornalista Marco Pasqua.
Alle esternazioni del sindaco Federico, risponde il Presidente Nazionale di Arcigay, Paolo Patanè: “Le dichiarazioni del sindaco di Sulmona sono indegne e fuori dalla realtà chiediamo che vengano immediatamente ritirate. Gay, lesbiche e trans pretendono rispetto e non è ammissibile che un sindaco-medico, che evidentemente avrebbe fatto meglio a passare più tempo sui libri, si lasci andare a dichiarazioni omofobe, offensive e prive di qualsivoglia valore scientifico. Proprio per arginare la diffusione di omofobia e odio contro gli omosessuali è urgente l’approvazione dell’estensione della legge Mancino ai reati di omofobia. Quanto al sindaco omofobo chiediamo come abbia fatto ad ottenere una laurea in medicina”.