Le coppie dell´Arcigay sfidano Formigoni

  

Niente filtri agli ingressi per il gruppo guidato da Ivan Scalfarotto
L´altolà preventivo: “Qui non saranno tollerate esibizioni, avvertita la polizia”
di RODOLFO SALA
Alla fine il pio Roberto Formigoni si fa anche fotografare con una coppia gay, non si sa bene se anche lui innamorato tra gli innamorati, in questa serata di San Valentino celebrata al trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia. Glielo hanno chiesto il pd Ivan Scalfarotto e il suo compagno Federico, ma il governatore si è fatto desiderare un po´: «Aspettate un momento». È ricomparso dopo qualche minuto e al suo fianco c´era una signora: Maria Luisa Scalise, responsabile della segreteria del presidente, la stessa con cui Formigoni ha dato il via all´evento volteggiando in un poco impeccabile slow, sulle note dell´«immortale» (il Celeste dixit) Only you.
Quella foto a quattro, piuttosto – come dire? – assortita, è forse la cosa più trasgressiva del kissing collettivo per San Valentino voluto dal presidente della Regione, che per l´occasione ha aperto al pubblico il Belvedere del trentanovesimo. È filato più o meno tutto liscio, e anche l´annunciata presenza di esponenti della comunità gay non ha affatto turbato la serata. Lui, il governatore, dal pomeriggio ha ripetuto fino alla noia quel che aveva detto il giorno prima: «Non abbiamo mai escluso nessuno, ma non saranno tollerate esibizioni o manifestazioni da parte di chicchessia; come capita sempre quando apriamo al pubblico il Belvedere, abbiamo avvisato la questura, un atto dovuto». La trentina di gay guidata da Scalfarotto e da Marco Mori (niente cartelli e look normalissimo) si è messa in fila senza problemi agli ingressi super-controllati ben prima dell´ora di inizio della kermesse, fissato alle 19,30. Volevano un contatto ravvicinato con il «governatore più bacchettone d´Italia», e l´hanno avuto, anche se lui si è dileguato poco dopo le 19,30: «Devo incontrare di nuovo il presidente tedesco Wulff, che è molto interessato ai temi del federalismo e all´Expo».
Quando hanno guadagnato il trentanovesimo, nel Belvedere c´era solo un folto gruppo di dipendenti della Regione, dispensati dall´attesa, e il presidente che, terminata la danza, si faceva fotografare con accanto coppie di innamorati rigorosamente eterosessuali. Qualcuno si è anche baciato, ma poca roba. Parapiglia dei fotografi solo quando i baci se li sono scambiati Scalfarotto e il suo compagno, e un paio di altre coppie omosex. Formigoni si è tenuto alla larga e non ha fatto un plissé. Poi il deputato del Pd gli si è avvicinato: «Presidente, vogliamo ringraziarla; questo è un bel momento per la Lombardia, il fatto che siamo qui significa che questa regione è aperta, le ricordiamo tra l´altro che Milano ha la comunità gay più grande d´Italia; forse non è stato voluto, ma il fatto che le istituzioni si aprano lo consideriamo molto positivo». Formigoni ha sorriso: «Come ho già detto, nessuna discriminazione; sì la nostra è una grande apertura».
Poi la foto a quattro e via, cena con il presidente tedesco alla Società del Giardino, i normali cittadini fatti entrare a partire dalle 19,30 neppure l´hanno visto, il governatore. Assenti i consiglieri regionali, impegnati in aula per il provvedimento Harlem, fortissimamente voluto dalla Lega.


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