Pizza: unioni gay o me ne vado

  

UDINE – «Il Pd inserisca nel suo programma una legge di stampo europeo sulle unioni gay o esco dal partito». È l’aut aut di Enrico Pizza, contenuto in una missiva inviata alla segretaria regionale Debora Serracchiani e in una dichiarazione consegnata quasi contestualmente all’Ansa. Ma perché proprio ora si muove Pizza, titolare dal 2008 della delega alla Mobilità di Palazzo D’Aronco e primo assessore gay dichiarato del Pd in Italia? Lui non si sottrae: «Perché il Pd è nato nel 2007. Da allora ho preso un impegno amministrativo, ma non ho ruoli politici. Non devono essere sempre i diretti interessati a muoversi: come è successo in Comune, possono essere altri a prendere le bandiere e portarle avanti. Nel Pd abbiamo eletto i segretari. Siccome ora stiamo andando in direzione 2013 e a me le discussioni su chi saranno i candidati appassionano molto meno rispetto a quello che sarà il programma, ecco perché ora dico che secondo me questa cosa dev’essere inserita nel programma». La scelta del momento non è casuale. «Non tanto dopo le parole di Alfano quanto dopo quelle di Bindi», sottolinea Pizza, convinto che l’intervento della presidente Pd sia stato «quello più grave».
A Serracchiani, Pizza (che si dice «contrario al “benaltrismo”») ha chiesto di far sì che il tema delle unioni gay «in tutte le sedi, regionali e nazionali» «non venga escluso, rinviato o sacrificato a logiche di coalizione, ma venga affrontato con una chiara proposta di legge da far approvare dal 2013».
E dire che c’è chi in passato rimproverava a Pizza di essersi mosso poco, in questi anni, sui temi sociali e dei diritti civili su cui pure, da cofondatore di Arcigay Udine, aveva costruito la sua candidatura. «A livello comunale – dice Pizza -, quando hai un sindaco come Honsell che fa lui il militante dei diritti civili, basta essere in squadra. Certamente, spero di aver portato il mio contributo, magari non sempre visibile. Ma è normale: quando si discute in giunta di manifesti o patrocini, non c’è bisogno di uscire in prima persona, perché il sindaco fa sintesi. Sul tema dei diritti civili c’è piena sintonia», dice l’assessore.
Pizza, comunque, ricorda la sua presenza qualche anno fa «con la fascia sul palco alla manifestazione anti-omofobia: quella per me è stata la sintesi di un impegno». Ora arriva l’ultimatum al Pd sul delicato tema delle unioni civili. Quanto tempo dà ai “suoi”? «Il tempo di vedere il programma del 2013. È quello il mio termine». Comunque, lui confida che nei prossimi mesi qualcosa si muova. Nel caso dovesse essere costretto a uscire dal Pd, lascerebbe anche il posto in giunta. «A quel punto – dice – finirebbe la mia esperienza. Però mi dispiacerebbe prendere atto di un fallimento. Se mi sto battendo è per vincere».
Un messaggio chiaro al suo partito. E in serata arriva una piccata replica dell’Arcigay alle parole di Serracchiani (vedi l’altro articolo). Il presidente nazionale Paolo Patanè dice che lei, eletta europarlamentare «facendosi paladina del matrimonio civile fra persone sullo stesso sesso, non può adesso puntare sui Dico per farsi eleggere al Parlamento nazionale, perché questo allunga un’ombra precisa sulla sua credibilità politica». «Basta – aggiunge – parlare di ricatti se Pizza minaccia di uscire da un partito che non sia finalmente chiaro» sul tema. Certe posizioni «si chiamano dignità». Il presidente udinese Daniele Brosolo rammenta «la mozione omofoba di censura ad Arcigay» votata in Comune al tempo dei manifesti del bacio gay. «È dai tempi di quella mozione – aggiunge – che attendiamo ancora un reale confronto con il Pd del Fvg».


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