Il Comune taglia il bonus cicogna

  

DI CINZIA ARENA
I l Comune taglia il bonus cicogna. Nel bilancio del 2012 non c’è traccia di questa forma di sostegno alla maternità introdotta due anni fa dall’amministrazione Moratti per aiutare le future madri senza lavoro con un contributo di 300 euro al mese sino all’anno e mezzo di vita del bambino. Ieri l’assessore Pierfrancesco Majorino ha illustrato in commissione i conti relativi ai Servizi sociali. Sostanzialmente invariata la spesa complessiva (nonostante i tagli della Regione) con alcuni aggiustamenti in corsa come il ripensamento del ruolo del custode sociale, un incremento dei sussidi per gli anziani a integrazione del reddito (10 milioni in più) e appunto il taglio del bonus cicogna, in pratica la versione comunale del fondo Nako della Regione, per il quale l’anno scorso erano stati stanziati 1,9 milioni di euro. «Lo sostituiremo con un altro strumento a sostegno della genitorialità – ha detto Majorino – perché se non è riuscita ad usarlo l’amministrazione precedente, che ne ha fatto una bandiera, vuol dire che non funziona». Ma per Mariolina Moioli, consigliera di Milano al Centro ed ex assessore alle Politiche sociali, si tratta di una scelta miope: «È un errore formidabile perché serviva per aiutare tante ragazze madri, soprattutto straniere ». Sui numeri è battaglia aperta: secondo la Moioli le madri aiutate sono state centinaia ma dall’assessorato spiegano che alla radice della cancellazione c’è l’assenza di richieste: 64 nel 2011 e adirittura soltanto 2 nei primi mesi del 2012. Intanto all’interno della maggioranza il dibattito è più che mai acceso sull’istituzione del registro delle coppie di fatto. Proposta inserita dal sindaco Giuliano Pisapia nel programma elettorale e ribadita pochi giorni fa con forza ma dalla quale l’ala cattolica del Pd, guidata dal vicesindaco Maria Grazia Guida, ha preso nettamente le distanze. L’arrivo della delibera di iniziativa consiliare è previsto a luglio, dopo l’approvazione del bilancio. All’appello mancheranno i voti di almeno un paio di consiglieri, probabilmente ‘compensati’ da un appoggio esterno magari dall’area liberal del Pdl che già nel 2008 sostenne un ordine del giorno in materia. «Le parole che volevo dire le ho dette davanti al Papa. Quelle sono le mie parole» ha spiegato il sindaco a chi gli chiedeva di commentare la presa di posizione della Guida. «È solo una bandiera ideologica – ha detto Andrea Fanzago del Pd – uno strumento che non risolve il problema. Non posso votare contro quella delibera perché definisce cose che già il Comune fa, quindi mi asterrò». È convinta che la delibera passerà senza intoppi Anita Sonego, di Sinistra per Pisapia: «Ci sarà qualcuno nel centrodestra più laico dei nostri». Da Palazzo Marino partirà domani una campagna nazionale, organizzata da Arcigay insieme a Sel, Idv e Pd per lanciare un progetto di legge di iniziativa popolare sul riconoscimento delle coppie di fatto. Gli organizzatori avevano chiesto a Pisapia di essere il primo firmatario (servono 50mila firme) ma lui si è defilato: forse passerà solo per un saluto.


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