Si è appena conclusa a Roma, presso la sede di rappresentanza di Arcigay, la cerimonia di affissione di una targa a Daniel Zamudio, ventiquattrenne cileno ucciso brutalmente per la sua omosessualità e diventato icona della lotta all’omofobia e alla transfobia. Il parlamento cileno, dopo la morte di Zamudio, ha rapidamente approvato una legge contro le discriminazioni di gay, lesbiche e trans.
La targa recita, in italiano e spagnolo, “A ricordo di Daniel Mauricio Zamudio Vera (3.VIII.1987 – 27.III.2012), torturato e ucciso in Santiago de Chile a causa del suo orientamento sessuale” e riporta i loghi di Arcigay, Agedo, l’associazione di genitori di omosessuali, e dell’Ambasciata cilena in Italia.
L’iniziativa vuole essere un richiamo alla memoria collettiva delle barbarie dell’omofobia e della transfobia e un monito alle istituzioni italiane sull’urgenza di risposte concrete alla violenza e discriminazione di omosessuali, lesbiche e transessuali.
Sono intervenuti alla cerimonia, tra gli altri, il padre della vittima, Ivan Zamudio che ha dichiarato: “Ho accettato la morte di mio figlio poco a poco. Il dolore mi ha avvicinato alla battaglia contro l’omofobia e a sostegno delle diversità. Questa battaglia mi sta aiutando a superare lo shock per il lutto. In Italia, a differenza del Cile, i giovani gay e i loro genitori sono più visibili. In Italia esiste una legge contro le discriminazioni che esclude omosessuali, lesbiche e trans. Sarebbe bene ampliare le tutele anche a loro. In Cile la legge dedicata alla memoria di mio figlio protegge qualsiasi persona dalla violenza e dall’odio anche per orientamento sessuale”.
L’ambasciatore cileno in Italia Francisco Javier Godoy Arcaya Oscar si è detto: “grato ad Arcigay per aver organizzato questa iniziativa di commemorazione. Daniel è stato assassinato da una banda omofobica, è stato vittima di intolleranza e discriminazione per il suo orientamento sessuale. Tutti i cileni condannano questo atto. Il presidente del Cile, nel suo rapporto sullo stato della nazione, ha dichiarato in forma solenne che il sacrificio, attenzione ha usato la parola “sacrificio”, è stato un passo avanti verso un futuro di tolleranza e umanità che rende migliori tutti i cileni. Credo che questa morte abbia un significato universale. Il suo sacrificio ha incentivato l’approvazione di una legge intitolata a Zamudio che da un lato castiga la discriminazione e la violenza e dall’altro promuove la prevenzione e la tolleranza”.
Per Paolo Patanè, presidente di Arcigay, “La morte di Daniel e il dibattito internazionale che ne è scaturito deve essere motivo di riflessione decisiva per il nostro legislatore. Non è possibile arrivare alla morte di una persona per ritenere necessaria una legge. In Italia è indispensabile l’estensione della Legge Mancino a tutela di tutti i fattori di discriminazione compreso orientamento sessuale e identità di genere”.
Patanè ha invitato i rappresentanti istituzionali italiani, americani e cileni presenti a rilanciare l’iniziativa di depenalizzazione universale dell’omosessualità presso le Nazioni unite.
Rita De Santis, presidentessa AGEDO, molto commossa per l’occasione, ha ribadito “l’importanza di una legge contro l’omofobia. Grazie a Ivan Zamudio di aver messo a disposizione la testimonianza del suo dolore. Mai più nessun genitore al mondo, deve essere messo di fronte a un dolore di questo genere. Gli assassini sono vittime di una cultura machista e omofoba che dobbiamo debellare. Per essere forti non bisogna sopraffare i deboli, ma aiutarli”.
L’onorevole del PD Paola Concia, per parte sua, si è detta disponibile ad organizzare un incontro con i suoi colleghi parlamentari presso la sede di Arcigay per una riflessione urgente in un paese ad alto rischio omofobia: “Il padre di Daniel ci ha regalato una enorme testimonianza di lotta all’omofobia. Nei prossimi giorni inviterò, con Arcigay e Agedo, i miei colleghi di fronte a questa targa per riflettere sull’urgenza di una legge contro l’omofobia”. Per Vladimir Luxuria “la violenza si fa anche con le parole. Cassano ha detto i froci sono problemi loro. E’ questa la linea di questo parlamento, ignorare”.
Nel corso della cerimonia si è presentata la madre di un desaparecidos di Plaza de Mayo accompagnata e annunciata da Carlos Cherniak, Ministro Ambasciata Argentina. Per Patanè di Arcigay “Quella di queste madri è una battaglia che l’associazione sosterrà con forza e vigore”.
Hanno partecipato alla cerimonia numerosi esponenti di istituzioni, associazioni ed enti. Tra questi Massimo Monnanni, direttore generale UNAR, Rosaria D’Errico e Stefano De Chirico, per Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori e Vanni Piccolo di UNAR.
Hanno inviato attestazioni di sostegno all’evento la Vicepresidente della Provincia di Roma e Assessore alle politiche culturali Cecilia D’Elia: “La cerimonia odierna di intitolazione di una targa in ricordo di Daniel Zamudio è un gesto simbolico importante accanto al quale vanno rafforzate sempre più la presenza e l’azione dello Stato e delle Istituzioni, proprio come ha fatto il Cile approvando di recente, subito dopo la morte di Daniel, una norma contro le discriminazioni verso lesbiche, gay e trans” .
Per L’Osservatorio sulla legalità e sui diritti: “Tutti coloro che credono nella difesa dei diritti e nell’uguaglianza di ogni persona a prescindere da qualsiasi reale o presunta differenza non possono che battersi contro ogni discriminazione e ogni crimine dell’odio contro le persone lgbt ma ancor prima contro i pregiudizi e la disinformazione che ne sono la causa”.