Milano. Via libera al registro ma niente nozze gay

  

Dal sindaco vogliono «garanzie ». Dopo che anche l’assessore alla Cultura, Stefano Boeri – già lanciato nella campagna per le primarie del Pd – ha aperto alle nozze gay, i cattolici del Pd chiedono a Giuliano Pisapia «rassicurazioni». Oggi il Consiglio comunale è convocato ad oltranza, sul tavolo ci sono ancora 73 emendamenti ma entro la notte arriverà il voto sul registro delle coppie di fatto. E la sensazione della vigilia è che le minacce dell’ala cattolica del Pd («potremmo votare contro la delibera») rientreranno nell’astensione per questioni di coscienza. Ancora ieri il consigliere Andrea Fanzago insisteva: «Il sindaco dica chiaramente che il registro non è una scorciatoia per arrivare ai matrimoni gay». Oggi in aula, quella garanzia dovrebbe arrivare. E i clima dovrebbe rasserenarsi sul nodo della «famiglia anagrafica», definizione da cui dipende o meno un registro ad hoc per le unioni di fatto.Il Pdl propone di togliere il riferimento e sganciare l’elenco dall’Anagrafe, d’accordo sinistra e laici del Pd che voteranno l’emendamento. Ma la mediazione con i cattolici che non vogliono invece un registro autonomo con un ufficio comunale dedicato per il «rischio» che si dia vita a vere e proprie cerimonie dovrebbe arrivare tenendo il riferimento alla legge nazionale 223 (quella che regola appunto il registro anagrafico), necessario a quanto sembra per evitare anche il rischio di ricorsi. Non ci saranno politici a «celebrare»la consegna dell’attestato di «unione di fatto», tutto resta in capo a funzionari e Anagrafe. Il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli, ciellino, voterà contro la delibera e non esclude in aula un attacco anche alla Curia «da cui mi sarei aspettato più coraggio, avrebbe dovuto prendere una posizione più chiara e comprensibile ai cittadini, piena di ragioni e non attaccandosi a virgole e al rischio poligamia». Giallo invece sui lucchetti appesi lo scorso 27 giugno in piazza Scala come simbolo dell’impossibilità della coppie gay di essere riconosciute in Italia. Non ci sono più.La denuncia arriva dall’Arcigay , che lo ha definito «un presagio negativo dopo i capricci dei cattolici del Pd sul registro».


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