Questa sera assisteremo, con molto interesse, al dibattito tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
Ci attendiamo dai due candidati del centro-sinistra parole chiare su come intendono affrontare la crisi, cambiare il mercato del lavoro, agire rispetto ai problemi della scuola, declinare il tema della laicità in tutti gli ambiti istituzionali…
Ci aspettiamo però anche dichiarazioni nette su come intendono risolvere la vergogna della mancanza di diritti per le persone gay, lesbiche e trans di questo paese. In Italia siamo cittadine e cittadini di serie B, siamo gli “esodati dei diritti”.
In questo paese, a differenza che in Europa e nel mondo civile, non possiamo sposarci, non possiamo lasciare l’eredità ai nostri fidanzati e fidanzate, non possiamo chiedere permessi al lavoro nell’eventualità che i nostri partner stiano male, non possiamo fare figli con la fecondazione medicalmente assistita grazie agli obbrobri della legge 40. Nessuna legge poi ci tutela dalla violenza, dalla discriminazione, dal pregiudizio e dall’odio.
Eppure continuiamo, giorno dopo giorno, a contribuire alla vita economica, sociale e civile di un Paese che ha una classe politica che ha deciso di ignorarci e di non fare nessun passo avanti sulle leggi che ci spettano.
Restiamo convinti che quel 18%, dei voti, che sono andati ai due candidati che hanno detto sì al matrimonio gay e all’estensione della Legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia, andrà solo a quel candidato che assumerà posizioni nettamente progressiste e che sarà capace di avere una visione più laica e civile del futuro del nostro paese.
Non è più tempo di posizioni sfuggenti, ambigue o sibilline sui nostri diritti e sulle nostre vite: sappiano gli sfidanti al ballottaggio che contesteremo con ogni mezzo a nostra disposizione qualsiasi tentativo di svuotare e sminuire le nostre rivendicazioni, e di ritardare il pieno ingresso del nostro paese fra le nazioni civili.
Flavio Romani, presidente nazionale Arcigay