Né soliti né idioti

  

di Alessandra Mammì
L’esordio sul Web. L’amicizia con Cattelan. Il nuovo film cine-pandoro… Parlano Biggio & Mandelli, il duo dai grandi incassi
Non sono “Idioti” Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. E non sono neanche “Soliti”. Piuttosto, insoliti si direbbe a conoscerli un po’. Nella vita privata, poi, sono serissimi. Se per vita privata si può intendere un desco milanese intorno al quale discutere del fenomeno “Soliti idioti” e del sequel ” I 2 soliti idioti” che sta per uscire nelle sale il 20 dicembre, guarda caso (ma il caso non esiste) in coincidenza del primo Natale orfano delle ormai quasi trentennali “Vacanze” di Christian De Sica. Scompare il cine-panettone e arriva il cine-pandoro, dicono loro. Che non è la versione “bon ton” del panettone, come si crederebbe «ma una roba punk, un dolce isterico che va shakerato con tutta quella polvere bianca che sembra…beh». E allora ecco in arrivo il Natale shakerato tra detrattori e fan del duo. Tra chi «non ci porterò mai i miei figli» e chi già clicca su YouTube il trailer per far ridere i pargoli. Eccolo il film (vero questa volta, con una trama persino) centrato su Ruggero e Gianluca, più il repertorio classico: Padre Boi e Padre Giorgio, i ragazzini “mamma esco”, i minchia boys e nuovi idioti. ” Dai cazzo” che questa volta spacca. E non per le parolacce o il politicamente scorretto che fa arrabbiare l’Arcigay. Ma perché dietro a tutta questa baraonda di personaggi e maschere dell’italico costume ci sono due teste pensanti. Un lavoro certosino su scene e costumi. Un montaggio di fiamminga precisione. E persino il personalissimo dogma di Mandelli & Biggio. Idioti per niente. E soliti neanche.
Per i fan “I Soliti Idioti” sono il “nuovo” che ha rottamato il vecchio, la comicità ai tempi di Twitter, lo sketch contro la commedia. Per i detrattori siete solo volgarità e il linguaggio ridotto a “Dai cazzo” ecc, ecc… Nulla nel mezzo. O vi si ama o vi odia. Secondo voi chi siete e cosa rappresentate?
«Intanto diciamo da dove veniamo. Siamo stati democraticamente eletti da milioni di visualizzazioni sul Web. Come Obama, Renzi e Grillo. La nostra piattaforma di lancio è stata Mtv su Internet, piccoli sketch che hanno conquistato i social netwok, il demenziale vero che allora alla metà anni Novanta ci faceva ridere. Liberi e diversi dalla solfa riscaldata che c’era e c’è in tv. Quelli che sono riusciti a diventare vecchi molto prima che arrivassero i nuovi, dieci anni di “Grande Fratello” e ventisette di “Vacanze di Natale”. Mentre loro si ripetevano la nostra generazione guardava da un’altra parte. Ridevamo con i Simpson i Monty Phyton, “South Park” e poi abbiamo incontrato “Little Britain”. Sketch in serie cattivi, scorretti, volgari, feroci trasmessi su Bbc1. Come se Rai Uno ci mandasse in prima serata!».
“Little Britain”: i vostri ispiratori. Anche lì solo due protagonisti e decine di personaggi. Li avete copiati?
«Come si fa a copiare un comico che fa satira sociale? Abbiamo ripreso il format. Ma tutto è diverso. Personaggi e regole».
Quali regole?
«Il Solito Dogma. Non tutto quello che ti fa ridere fa ridere. Ogni cosa che raccontiamo deve essere vera, devi averla trovata da qualche parte, vista o sentita. I Soliti Idioti devono parlare di gente comune, nessuna imitazione, nessun personaggio troppo famoso o troppo ricco. Gente normale e situazioni di tutti i giorni».
Ma che dite? Vi sembra normale uno come Ruggero De Ceglie?
«Tipico padre in un Paese in cui i vecchi son convinti di valere più dei giovani e soffocano i figli per non farli sbagliare. Ruggero adora il figlio. Lo alleva da solo mentre la moglie sta in Giamaica a spender soldi. In fondo è un mammo. Mostro ma presente».
Non vi siete ispirati a Berlusconi?
«Ruggero è il berlusconismo ma fa ridere anche se non conosci Berlusconi. E nel nuovo film arriva Teocoli l’antagonista di Ruggero, un po’ stoccafisso. Montismo contro ruggerismo».
Perché Ruggero e romano, e non milanese?
«Per far ridere. La comicità romana è piena di battute fulminanti e cattiveria. È feroce e volgare. Comicità di pancia, libera e diretta. Come noi. In questo siamo nuovi. La comicità italiana invece è tutte battute educatine, una comicità soporifera. Manca la perfidia».
Dino Risi era perfido. Il buono è Neri Parenti?
«Neri Parenti è un grandissimo. Ha costruito saghe intramontabili. Fantozzi prima ancora dei film dei Natale. Roba che nella cultura generale pesa più di Antonioni. Si dice situazione fantozziana, nel linguaggio comune. Mica antonioniana. Non sottovalutate la comicità, è uno dei pochi strumenti rivoluzionari rimasti. Più della musica, oggi. I manifestanti che “son venuti già menati” o il twitt su Renzi “Finalmente ho fatto una cosa di sinistra. Ho perso”».
Continuiamo con la fenomenologia. I tormentoni per esempio ” mamma esco”, “dai cazzo”, “giornata proprio di merda”…
«Sono come le hit nei concerti: il pubblico le aspetta. Sta lì che freme: “Dai cazzo, dillo! vediamo come lo dici stavolta”. Fa parte del personaggio come i costumi. Quando pensiamo a un personaggio pensiamo anche a vestirlo. Per noi è come un super eroe, un cartoon. Superman, Homer Simpson o Topolino non cambiano costume se non per esigenze sceniche. Ma poi tornano sempre nei loro panni».
Fate film volgari ma curati fino allo spasimo: colori smaltati, costumi elaborati, arredi studiati nei particolari. Siete amici di Pierpaolo Ferrari e Maurizio Cattelan. Presenti in foto nel libro “Toilet Paper”, ultima creatura del maestro. Insomma molto più intellettuali di quel che volete far credere.
«Basta. Scegliete il capo di accusa: siamo troppo cafoni o troppo fighetti? Bisogna che vi decidete. Sì è vero, siamo pignoli fino allo spasimo, maniacali per la minima cosa, calcoliamo col cronometro il secondo in più o in meno di silenzio che cambia la risata, scriviamo, giriamo, montiamo e scegliamo la musica. Da soli, unici in Italia, abbiamo letteralmente costruito decine di personaggi. Enrico Lando, il nostro regista, è il più british che abbiamo incontrato. Studiamo con religione i film di quel fighetto di Wes Anderson. E abbiamo dimostrato che lavorando sodo si possono far soldi. In fondo la nostra è un aziendina. Più fighetti milanesi di così!».
Veri figli della nuova cultura milanese.
«Sarebbe bello pensare che a Milano succede ancora qualcosa e ancor di più se ne facciamo parte. Certo Milano c’entra col nostro lavoro e tra i Soliti Idioti e Toilet Paper qualche analogia c’è. Ma perché allora una roba che fa Cattelan vale milioni di euro e quel che facciamo noi non vale un cazzo?».
Insomma. L’ultimo film ha incassato 11 milioni di euro, nonostante le stroncature. Qual è il segreto?
«La sincerità. Quando la gente sente odore di copione non ride. La nostra è comicità meno furba, non è pensata per “far” ridere. Il comico non deve inventare, ma trovare. Se vedi un alieno che entra in un ristorante non fa ridere. Che gag è? Invece: qualcuno per attuare un piano ha bisogno di due coglioni. Stacco. Franco e Ciccio che girano per Roma. E già ridi. Grandissimi comici di strada. Come noi, comici di strada sul Web».
Il vostro produttore Valsecchi ha annunciato che il prossimo “Soliti Idioti” sarà in inglese. Lanciato a livello internazionale. Siete pronti?
«Prontissimi. “This is my fucking son Gianluca”. Tutto Ruggero in broccolino. “What a shit day”. E in italiano solo “Dai, cazzo”. Perché, dai cazzo, quello è universale!».

Galleria di mostri

Finalmente sapremo. “I 2 soliti idioti” ci diranno se la fidanzata di Gianluca
è proprio orrenda come dice Ruggero. Perché la storia questa volta c’è.
E racconta dei due più famosi Soliti Idioti. I De Ceglie. Ruggero padre puttaniere, volgare e ricco; Gianluca figlio sensibile, colto e imbranato.
Il “Dai, Gianluca cazzo”, “Dai, cazzo Gianluca” che ha fatto la fortuna della serie. E accanto a loro il circo delle maschere e dei tipi infrequentabili creato dal duo Mandelli&Biggio. Eccone alcuni.
Padre Boi e padre Giorgio. I due uomini di Chiesa votati alla propaganda e al lavoro presso
il Vaticano per diffondere il Verbo
con nuovi mezzi di comunicazione, compresi gli sms inviati a Gesù. Ma, come dicono Biggio e Mandelli,«siamo stati superati dal papa che è sceso su Twitter». O imitati?
Niccolo e Gigetto. I bambini terribili. Si drogano, spacciano,rubano.Due tipi da galera se non fossero minori. Il rapporto con i genitori (che non si vedono mai) è ridotto solo a urli da una parte all’altra della casa. Urlo ricorrente: “Mamma esco”.
Fabio& Fabio. Il Gay pride secondo
i Soliti Idioti. Nel film precedente
un caricaturale Fabio in completo arancione, convinto di essere in gravidanza, cercava Fabio in completo di raso azzurro improvvisando numeri da musical. L’Arcigay non l’ha presa tanto bene.
Marialuce e Giampietro. Ovvero
la Milano bene. Due benpensanti
che girano con improbabile divisa da tennista (omaggio ai “Tenenbaum”
di Wes Anderson) nella metropoli multietnica, in preda a crisi di disgusto ma cercando di sembrare politicamente corretti. Tormentone:
“È normale Marialuce, è normale”.
I pirati della strada. New entry. Due energumeni armati su roboanti moto girano urlando per Milano ammazzando a caso la gente. Pure incursioni nel film. Sono, come dicono Biggio& Mandelli, la letteraria traduzione del termine.


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