«Il braccialetto grande conquista dei diritti civili»

  

Sicuramente una buona notizia per questo inizio d’anno la notizia che l’ospedale di Padova ha abolito la parola padre dal braccialetto che viene consegnato ai genitori dopo la nascita di un figlio, sostituendola con il più genetico partner. «Ancora una volta Padova si è dimostrata all’avanguardia in tema di diritti civili – commenta Franca Chiarello presidente del Circolo »Il Riparo” di Arcilesbica – un cambiamento che sicuramente è frutto anche del tanto lavoro e del grande impegno portato avanti da anni dalle associazioni del territorio sul tema. È motivo di orgoglio per chi, come me, si impegna tutti i giorni”. La realtà delle famiglie omogenitoriali in Italia è molto estesa, come sottolinea la presidente, e va riconosciuta anche se molto resta ancora da fare in materia di diritti civili. «La politica italiana è in forte ritardo rispetto alla società, è indietro anni luce, questo del riconoscimento apportato dall’ospedale di Padova è un piccolo passo per azzerare quelle che ancora sono le differenza tra famiglie considerate di serie A e altre di serie B, mentre si dovrebbe parlare solo di famiglie – puntualizza la presidente – in questi giorni stiamo assistendo a una campagna distruttiva contro i diritti civili e le persone da parte della chiesa, basti vedere le dichiarazioni del cardinale Bagnasco, e non solo. Attacchi tesi a distruggere le famiglie». Il presidente della Conferenza episcopale italiana nei giorni scorsi si è scagliato contro aborto ed eutanasia. «Le cose procedono anche se sarebbe ormai ora che venissero affrontate anche le altre tematiche come matrimonio o adozioni. In Europa solo la Grecia è al nostro livello ossia zero assoluto – continua Chiarello – la legge prevede l’aggravante di razzismo in caso di aggressione a stranieri ma non prevede l’aggravante di omofobia. In Italia la situazione è imbarazzante anche se l’Europa sta spingendo per il riconoscimento dei diritti e speriamo che qualcosa si muova. Questo 2013 è iniziato bene, speriamo che il 13 porti fortuna e si possa progredire». Va riconosciuto, secondo la presidente, che in ogni Comune si sta tentando di istituire almeno un registro delle coppie di fatto e anche in questo Padova si è dimostrata all’avanguardia con l’iniziativa del 2006 che sollevò un grande clamore mediatico. La decisione del reparto maternità ha fatto molto discutere riscuotendo grande favore in tutte le associazioni di gay e lesbiche.
Sul tema è intervenuto anche l’assessore comunale e consigliere di Arcigay Alessandro Zan che, da anni, è in prima linea nella lotta per i diritti civili e contro l’omofobia. “Sono favorevole alla scelta dell’ospedale di superare le difficoltà legislative riguardanti l’omogenitorialità. Sono i grandi passi avanti che sa fare una società civile e laica. Superando le leggi, le lobby, gli interessi e i potentati, ha fornito una risposta di progresso ad una nazione che in fatto di diritti civili non poteva più restare indietro – sottolinea – ancora una volta, dopo l’anagrafe delle coppie di fatto, va a Padova il merito di aver aperto la strada. Mi auguro che questo primo traguardo, arrivato proprio all’inizio dell’anno, faccia da apripista ad altri importanti obiettivi che spero vedano protagonista il Parlamento italiano”.


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