L’imprenditore Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it lascia il Partito democratico: «La sinistra mi ha deluso»

  

Nella lista civica di Monti avrebbe potuto esserci un altro pisano, il professor Stefano Ceccanti, costituzionalista, senatore uscente, il quale non è stato ricandidato dal Partito democratico. Renziano come De Giorgi, Ceccanti ha però declinato l’invito: «Ringrazio il professor Monti, ma non ci sono le condizioni politiche per una mia candidatura. Nei giorni scorsi mi è stata preannunciata la proposta di una candidatura nella lista Monti al Senato in posizione da configurare una elezione pressoché certa. Soltanto dopo che si è conclusa ieri sera in modo irreversibile la vicenda della mia esclusione dalle liste Pd, in coerenza col sostanziale silenziamento dell’area liberal, ho proceduto a una rapida verifica della condizioni politiche, che però dal mio punto di vista non appaiono sufficienti». La mancata candidatura di Ceccanti per il Pd ha suscitato varie reazioni. Una per tutte quella del sondaggista Renato Mannheimer: «L’esclusione di Stefano Ceccanti dai candidati Pd in Parlamento costituisce, date le sue competenze, un grave danno per l’intero Paese».
PISA Due omossesuali dichiarati nella lista di Mario Monti. Uno dei loro è un volto molto conosciuto in Toscana: Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it e fondatore della Friendly Versilia, renziano di ferro. De Giorgi spiega di avere «accettato la candidatura in Toscana, al Senato, per la lista Monti. L’ho fatto con convinzione, sapendo che l’agenda Monti conteneva gran parte delle proposte che erano nel programma per le primarie di Matteo Renzi salvo che per la parte sui diritti civili – che io stesso avevo contribuito a costruire ed a scrivere -, lacuna che viene però coperta dalla scelta che è stata fatta sul mio nome che non è certamente un nome neutro o leggero su questi temi», scrive De Giorgi su Facebook, annunciando la sua candidatura. Candidatura in quarta posizione al Senato (ma ci sono buone possibilità che alla fine si ritrovi in terza visto che il capolista in Toscana è Ichino, il quale probabilmente sarà eletto in Lombardia), che significa elezione quasi sicura con una percentuale superiore al 10%. Alessio De Giorgi, classe 1969, genovese di nascita e pisano di adozione, è un imprenditore italiano, direttore di Gay.it, uno dei più rilevanti media della comunità gay italiana ed esponente del movimento gay italiano. È noto anche per aver formato, col suo compagno, la prima coppia italiana unita in Pacs a Roma il 21 ottobre 2002, con una cerimonia che ebbe molta eco sulla stampa italiana ed internazionale. Dal 2000 al 2006 è stato presidente toscano di Arcigay, ottenendo che la Regione Toscana approvasse la prima legge italiana contro le discriminazioni per orientamento sessuale. Col cuore a sinistra, è stato membro della prima Assemblea nazionale del Partito Democratico. L’annuncio della sua candidatura nella lista del professore ha raccolto anche critiche tra i suoi “amici” virtuali. «Mi candido comunque in una lista civica, non in un partito politico con una disciplina interna, che dentro ha anche molte personalità provenienti dal mondo cattolico alcune delle quali sicuramente distanti dalle mie posizioni, nella quale la scelta che è stata fatta sul mio nome è un chiaro segno di pluralismo – ha sottolineato l’anima di Gay.it – Se entrerò al Senato lo farò con le mie idee, la mia storia, le mie passioni, non cambiando una virgola di quanto ho pensato in questi anni: resto un uomo di centrosinistra, che presta il suo nome per una operazione politica che intende per prima cosa evitare la deriva a sinistra del Pd, partito nel quale per anni sono stato iscritto». Promette, ovviamente, di impegnarsi per il riconoscimento delle unioni civili: «Monti sa perfettamente chi sono – dice De Giorgi – È stata fatta questa scelta per colmare una lacuna. Monti ha detto che le battaglie sui diritti civili non sono urgenti, ma certamente importanti. Ed è evidente che di fronte ad una crisi economica, le nostre battaglie non siano tra le primissime cose da affrontare. Ma la mia storia è nota, e anche il mio impegno in questo campo». «La prima proposta di legge che presenterò al Senato, se sarò eletto, sarà sulle Civil Partnership sul modello inglese», annuncia.


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