«Noi, sposi gay grazie a Zapatero»

  

A Mantova, sul prato del castello di San Giorgio, Mauro e Sergio, domenica, sembravano una coppia come tante. Perlomeno come le tante, una sessantina, che erano lì per il matrimonio gay, collettivo e simbolico, organizzato dal circolo Arcigay La salamandra e da altre associazioni. Per loro, però, quelle nozze erano simboliche sì, ma fino a un certo punto. Perché Mauro l’infermiere e Sergio l’impiegato, bresciani, (nella foto) sposi lo sono per davvero. Grazie a Zapatero e alla Spagna. «Ci siamo sposati il 20 luglio 2012 a El Masnou, vicino a Barcellona racconta Sergio Rozzi . L’idea c’era venuta a novembre dell’anno prima. Per festeggiare le nostre “nozze d’argento”, cioè i nostri 25 anni di convivenza, ci eravamo regalati una vacanza sull’isola. E, visto che i matrimoni gay in Spagna erano già legge da qualche anno, ci siamo detti: “tentiamo?”». Tentativo a vuoto, almeno lì sull’isola. Tempi troppo stretti. Pazienza. Ma nemmeno troppa. Neanche due mesi dopo, a gennaio, galeotto fu infatti un annuncio su facebook: quello di un avvocato matrimonialista italiano che aveva lasciato le cause di divorzio in terra patria per dedicarsi alle pratiche di nozze (gay) a Barcellona. «Si chiama Simone Guaglianone e, incuriosito, l’avevo invitato a una trasmissione che conducevo su Radio Onda d’urto racconta ancora Sergio . È stato lui a spiegarci come fare». Un domicilio provvisorio, una richiesta al giudice di pace, tre mesi d’attesa per il necessario nulla osta del pubblico ministero. Poi il fatidico sì in Catalogna. «Abbiamo festeggiato in un chiringuito sulla spiaggia. Al ritorno ci hanno festeggiato tutti: parenti, amici, colleghi. Persino la perpetua nostra vicina di casa. Anche se noi un po’ di tristezza addosso ce l’avevamo, al pensiero di aver dovuto fare gli emigranti per amore». Il giorno delle nozze, Mario e Sergio avevano scritto una lettera. Per dire grazie a tutti. O quasi. «Non sempre la nostra storia è stata una favola, o è stata una di quelle favole in cui esiste una strega cattiva che sembra divertirsi a complicare l’esistenza altrui. In Italia è abbastanza frequente che questa strega abbia il nome di burocrazia. Una vera guastafeste,al servizio di una mentalità che non sa adeguarsi ai tempi e bisogni dei nostri giorni». Di guastafeste se ne sono visti anche domenica a Mantova, con l’incursione degli estremisti di destra di Forza Nuova. «Quattro fascisti li trovi dappertutto dice Sergio . Ma io continuo ad aver fiducia nelle persone, che in Italia, dicono i sondaggi, sono ormai in maggioranza favorevoli alle nozze gay, e nella magistratura. Meno nei politici». Mancano solo loro, per far sì che Mauro e Sergio siano, davvero, una coppia come le altre. Luca Angelini

CORRIERE DELLA SERA – BRESCIA
sezione: Prima data: 12/02/2013 – pag: 5

Domenica i bresciani Sergio Rozzi e Mauro Fabbrini hanno partecipato, con un’altra sessantina di coppie (anche etero) al matrimonio gay collettivo e simbolico organizzato a Mantova dal locale circolo Arcigay La Salamandra di Mantova sul prato del castello di San Giorgio. Durante la manifestazione c’è stato un corteo non autorizzato di Forza Nuova contro i matrimoni gay


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