Ludovici choc: «L’omosessualità è una malattia»

  

Se l’è svignata senza troppo clamore al momento del voto. Nessuno si era accorto tuttavia del veleno che Giuseppe Ludovici, fra i più votati del consiglio comunale e militante nel gruppo Api della maggioranza, era pronto a vomitare contro gli omosessuali e la delibera sul registro delle Unioni civili. «L’omosessualità non è normale – ha detto – è una malattia. Tutti la pensano come me, anche i consiglieri che hanno votato questa delibera. E lo hanno fatto perché sono degli ipocriti. Io non sono stato votato dagli omosessuali e i voti dei gay non li voglio. La penso così, e ho il coraggio di dirlo a chi è come me». Questa la tesi anti-gay pride di Giuseppe Ludovici che dice queste cose con il candore di un bambino di due anni. «L’omosessualità esiste però non è non è legale non è regolare non è normale. L’uomo è nato per fare l’uomo la donna per fare la donna. L’uomo che si innamora di un altro uomo non è normale, quindi si tiene la malattia e va avanti» ha detto ad Abruzzo24ore. «Alla mia età – riprende – non ho paura di esprimere le mie opinioni anche se sono contro il mio stesso partito». Non si è fatta attendere la strigliata di Roberto Riga e del capogruppo Api Pierluigi Mancini. «Mi dissocio fermamente dalle affermazioni del tutto personali del consigliere Giuseppe Ludovici – scrive in una nota il vice sindaco Roberto Riga – Sono persuaso che la sessualità di una persona debba essere rispettata, eterosessuale od omosessuale che sia. Parlare di illegalità o peggio ancora di malattia, ci catapulta in considerazioni assurde del tutto altre rispetto a quanto il gruppo consiliare dell’Api ha votato stamani, in Consiglio Comunale, vale a dire l’auspicata delibera sulle unioni civili, momento epocale per la nostra Città, in termini di civiltà e progresso. Francamente sono rimasto inorridito nell’ascoltare le parole di Ludovici. Stento a credere, addirittura, che abbia afferrato il senso stesso della delibera». Stefano Albano, segretario giovani del Pd, ha parlato di «una grande conquista di civiltà per la nostra città». Il presidente dell’Arcigay, Carla Liberatore, si è dichiarata soddisfatta per il risultato raggiunto, «pur consapevole che una vera vittoria verrà ottenuta solo quando tutti i cittadini italiani otterranno senza distinzione di sorta il riconoscimento della parità totale dei loro diritti civili». «Complimenti al consiglio comunale che ha voluto e saputo squarciare il velo dell’ipocrisia in materia di diritti civili istituendo il registro delle unioni civili» ha invece commentato il candidato alla camera di «Scelta civica con Monti» Piercamillo Falasca.
A.Cal.


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