di EMANUELE LAURIA
AL DI là delle interpretazioni, un dato emerge con nitidezza dietro l’ultimo
coup de théâtre
del presidente della “rivoluzione”: il consolidamento, dentro il sistema Regione, della posizione dei suoi uomini più fidati. In fondo, la promozione ad assessore della sua ex assistente a Strasburgo, poi capo della segreteria a Palermo, è solo l’ultimo esempio dell’invasione dei crocettiani. Con Michela Stancheris (cui Crocetta aveva assegnato anche la direzione dell’ufficio Sprint che si occupa di internazionalizzazione delle imprese) è stata nominata assessore anche Mariarita Sgarlata, un’archeologa legata a doppio filo al governatore. E al suo movimento politico, il Megafono, per il quale è stata candidata al Senato.
«Io sono quanto di più lontano dal potere possa esserci, io sono l’antipotere», afferma Crocetta. Ma certo, quando si avvicinano altri appuntamenti elettorali (le amministrative e, chissà, nuove politiche), il presidente ha deciso di circondarsi sempre più dei suoi “amici”. E se Battiato e Zichichi erano formidabili simboli, l’attuale composizione della giunta è più funzionale a un progetto politico.
Non c’è Presti, d’accordo, ma rimane Nicolò Marino, ex pm che lo accompagnò nelle sue battaglie antimafia nel Nisseno (anche lui candidato al Senato per il Megafono), e la folta pattuglia
femminile per gran parte oggi risponde soltanto a Crocetta: la Stancheris, la Sgarlata, certo. Ma nel cerchio magico, oggi, non possono non inserirsi anche Lucia Borsellino, primo assessore scelto già in campagna elettorale, o Nelli Scilabra, volto gentile della guerra del presidente agli intrighi della Formazione professionale.
E poi, guardandosi intorno, è tutto un fiorire di crocettiani doc negli staff degli assessorati e nel sottogoverno: quando si è trattato di rinnovare il Cga, per dire, il presidente — oltre a Bufardeci, transfuga da Grande Sud — ha indicato Elisa Nuara, suo avvocato ed ex vicesindaco di Gela. Quando si è trattato di nominare la cabina di regia per il “patto dei sindaci” sull’energia, accanto al responsabile Antonello Pezzini (trascinato in Sicilia da Bruxelles) Crocetta ha scelto Salvo Lupo, ex consigliere comunale di Gela già assunto come “esterno” da Lombardo nell’ufficio della Regione nella capitale belga.
Crocetta, nei giorni scorsi, ha fatto sapere di voler confermare gli uffici di gabinetto degli assessori “dimissionati” Battiato e Zichichi: una scelta che mantiene negli incarichi diversi fedelissimi del presidente. Come Enza Cilia, ex direttore del museo archeologico di Gela, passata da Palazzo d’Orleans al ruolo di capo di gabinetto dei Beni culturali. Nel suo ufficio anche Marina La Farina, militante di Arcigay Catania e candidata del Megafono alle regionali. Al Turismo, dove
il dirigente generale è Alessandro Rais (alto burocrate rilanciato da Crocetta), opera un ex assessore del Comune di Gela, Carmelo Casano, ma anche Salvatore Cicala, consigliere comunale del Pd ad Acireale. E nel gabinetto dell’assessore Marino figura Enrico Vella, consigliere del Pd a Gela.
È soprattutto nell’imminenza delle politiche che il perimetro dei nominati di stretta osservanza
crocettiana si è allargato: con Sebastiano Gurrieri, già deputato della Margherita e sindaco di Chiaramonte Gulfi, mandato alla Camera di commercio di Ragusa. E con Maria Antonietta Mazzaglia, assessore al Comune di Nicolosi in una giunta di centrosinistra, inviata al Parco dell’Etna. Tra i politici indicati nello stesso periodo c’è pure Francesco Calanna, ex deputato del Pd, cui è stato attribuito il ruolo di
commissario dell’Esa.
Una rete i cui fili vengono tirati da Crocetta assieme a Giuseppe Lumia, unico senatore eletto nelle liste del Megafono. Mentre un importante funzione di raccordo con l’Assemblea regionale la esercita Antonio Malafarina, ex vicequestore gelese che ha l’incarico di coordinatore dell’intergruppo Megafono-Drs, 14 deputati che costituiscono lo zoccolo duro dei crocettiani in
Parlamento. È lui, nei fatti, l’interfaccia con i grillini, una rotella indispensabile del meccanismo che muove il modello Sicilia.
E poi ci sono gli angeli custodi di Palazzo d’Orleans, i referenti amministrativi del presidente: da Stefano Polizzotto, avvocato proveniente dallo studio Pitruzzella, che è il capo della segreteria tecnica ma anche la controparte pragmatica delle utopie crocettiane, a Patrizia Monterosso, segretario generale della Presidenza della quale il governatore ammette «di non poter fare a meno». Un gruppo di fuoco che si consolida, che prende piede nel macrocosmo Regione e dà sostanza anche alle ambizioni di crescita politica del presidente, che medita di presentare liste del Megafono in tutta Italia nel caso in cui si tornasse alle urne.
Ma guai a parlare di cerchio magico. A meno che l’espressione non rimandi «a una dimensione etica». Parola di Re Saro.