Oms toglie transessualità dalla malattie mentali. Arcigay: “Ora l’Italia riveda le sue leggi”

  

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Bologna, 19 giugno 2018 – “La decisione dell’Organizzazione mondiale della Sanità di togliere la transessualità dalla lista delle malattie mentali va nella direzione della depatologizzazione della condizione trans che è il fondamento alla base delle norme più avanzate, già presenti in Paesi come Malta e l’Argentina, in cui sempre di più la transessualità è svincolata da complesse procedure mediche e giuridiche”: così Ottavia Voza, responsabile Politiche trans di Arcigay. “Alla luce di questa decisione, a lungo attesa – prosegue –  è sempre più necessaria una revisione della attuale normativa italiana,  per una semplificazione delle procedure ed il rispetto del principio di autodeterminazione della persona”. “I ministri della Salute e della Giustizia e più in generale il Governo – aggiunge Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – dovranno fare i conti con questa decisione dell’OMS e sarà nostra cura stimolare una complessiva revisione della normativa Italiana in merito alla transizione sessuale: le norme devono infatti servire ad accompagnare nel modo più corretto le scelte delle persone, non a rendere un calvario le vite di migliaia di persone, che altro non chiedono di avere la libertà di scegliere sui propri corpi e sulle proprie vite. Non solo: questa notizia ha anche un importante portato culturale, perché va nella direzione di decostruire il disprezzo e la discriminazione che una visione patologizzata della transessualità creavano. Da oggi chiunque dovrà adeguarsi alla verità scientifica: la transessualità non è una malattia ma una possibilità, libera e legittima, come abbiamo sempre sostenuto”, conclude Piazzoni.

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