Ogni giorno #LOTTOMARZO – Rete Donne ARCIGAY
Sette donne simbolo dell’attivismo LGBT*QIPA+ (lesbica, gay, bisex, trans*, queer, intersex, pansexual, asessuali, altre soggettività) e non solo, sono le protagoniste della campagna social promossa dalla Rete Donne di ARCIGAY per ribadire che la lotta alla violenza di genere, alla discriminazione e all’abilismo sono un impegno quotidiano. Sono Hande Kader, Audre Lorde, Marsha P.Johnson, Marcella Di Folco, Marielle Franco, Mariasilvia Spolato e Stella Young e le loro vite – spesso dimenticate – parlano di autodeterminazione, r-esistenza e di ribellione alle norme imposte e del prezzo che si paga per la libertà.
SCIOPERO GLOBALE TRANSFEMMINISTA: NOI CI SIAMO
Per noi l’8 marzo è una giornata di rivendicazione e di lotta nella quale i nostri corpi si uniscono a quelli delle compagne di Non una di meno e di tutt* coloro che si riconoscono nella piattaforma politica dello sciopero globale transfemminista.
Lo sciopero globale transfemminista è una mobilitazione che ci chiama in causa, chiedendoci molto di più di una adesione di principio. In un momento storico come questo, in cui le donne e le soggettività LGBT*QIPA+ (lesbica, gay, bisex, trans*, queer, intersex, pansexual, asessuali, altre soggettività) sono nuovamente sotto assedio, non possiamo essere spettator* passiv*, dobbiamo mobilitarci nella condivisione di pratiche intersezionali di r-esistenza.
Sentirsi parte della marea transfemminista che attraverserà le strade, occuperà le piazze, invaderà i luoghi di lavoro e di cura e aderire alle modalità di sciopero previste, significa ribadire che violenza sulle donne e LGBT*QIPA+-fobia hanno la stessa radice/matrice nella cultura patriarcale basata sull’eteronormatività e sul binarismo di genere. E agire di conseguenza per mettere in discussione l’eterosessualità obbligatoria, i ruoli sociali imposti, i derivati della mascolinità tossica, i rigidi modelli familistici basati esclusivamente sulla coppia, significa difendere il diritto all’autodeterminazione sui corpi contro le patologizzazioni e psichiatrizzazioni imposte alle persone trans e intersex e combattere l’abilismo che discrimina le persone differentemente abili, ma anche sostenere la battaglia per il diritto ad un permesso di soggiorno europeo senza condizioni, rifiutando ogni forma di violenza razzista e istituzionale contro le persone migranti.
Sentirsi parte della marea transfemminista, significa rifiutare narrazioni violente e piene di mistificazioni che parlano di “ideologia gender”, denunciando le nostre difficoltà nel promuovere programmi di educazione sessuale e affettiva, alle differenze e al consenso nelle scuole.
Scioperare dal genere e dai generi per noi significa ribellarci alle stereotipizzazioni binarie ma anche mettere in discussione i privilegi maschili e la misoginia delle nostra stessa comunità prendendo le distanze da posizioni escludenti e discriminatorie nei confronti delle donne trans* (TERF) e delle sex workers (SWERF).
Scioperare dal lavoro produttivo e riproduttivo per noi vuol dire ribellarsi alla maternità imposta difendendo il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito, rimettere al centro il diritto al desiderio e al piacere, ma anche distinguere tra genitorialità e maternità, rifiutando ogni forma di sovradeterminazione delle donne.
La nostra comunità conosce la violenza che ti costringe a scappare di casa, che ti tiene sotto ricatto al lavoro, la violenza dello stigma agito sui nostri orientamenti, sui nostri corpi non conformi, sulle nostre identità non binarie, sulle nostre famiglie non riconosciute e tutelate pienamente, sulle nostre relazioni non normate.
Sentiamo sulla nostra pelle la percezione di “minus” che ha a che fare con l’essere donna, lesbica, bisex, trans*, queer, intersex, sex worker, diversamente abile e migrante.
Proprio per questo, a chi pensa di poter rimettere le donne e le soggettività LGBT*QIPA+ “al proprio posto”, noi rispondiamo che #LOTTOMARZO allo SCIOPERO GLOBALE TRANSFEMMINISTA ci saremo tutte, Non una di meno.
ARCIGAY – RETE DONNE