LEGGE OMOTRANSFOBIA IN AULA, ARCIGAY: “BASTA AMBIGUITA’, AL PAESE SERVE UNA LEGGE EFFICACE”
Bologna, 3 agosto 2020 – “Oggi si avvia in aula a Montecitorio la discussione del testo di legge contro le discriminazioni fondate su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, che vede l’On. Alessandro Zan come relatore”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “Seguiamo con apprensione questo passaggio, che si è già inaugurato con centinaia di nuovi emendamenti presentati dall'opposizione, al fine di far naufragare la legge. Non solo: non ci sfugge la brutta piega che spesso ha preso il dibattito politico attorno a questa proposta di legge: la principale occupazione di molti parlamentari di opposizione ma anche di maggioranza sembra essere quella di tentare di indebolire la portata di un provvedimento atteso da decenni. Un primo segnale negativo è stato l’accettazione dell’emendamento Costa che ora è parte della legge, un emendamento finalizzato a garantire le opinioni, nonostante la legge non si occupi di questo, ma solo ed esclusivamente di violenze, discriminazioni e delle condotte istigatorie. Su questa integrazione sono molte le voci, anche autorevoli, che vogliono tranquillizzarci sull'integrità sostanziale del testo, resta però a nostro avviso il punto politico che intravediamo dietro a questa mediazione, cioè il voler definire con paletti particolari la discriminazione nei confronti delle persone LGBTI+, paletti finora inediti per le altre discriminazioni. Non solo: l'emendamento non aggiunge chiarezza a chi dovrà applicare la norma, anzi semmai la rende più ambigua. Confidiamo che in aula ci sia la forza e il buonsenso di sgomberare il campo da queste ambiguità. Ora che la legge proseguirà il suo percorso il nostro appello al Parlamento è uno solo: non si fanno giochi politici sulla pelle delle persone, il testo di legge non serve a nulla se viene svuotato dalle sue politiche proattive di prevenzione dei fenomeni discriminatori e di assistenza alle vittime e può diventare perfino dannoso e controproducente qualora dovesse essere gravato da salvacondotti o ambiti di tutela per chi quelle discriminazioni o violenze le vuole compiere. Una legge contro le discriminazioni non può e non deve essere utilizzata per tutelare i violenti, monitoreremo con attenzione come proseguiranno i lavori parlamentari su questo testo di legge, atteso da oltre 20 anni”, conclude.
Bologna, 3 agosto 2020 – “Oggi si avvia in aula a Montecitorio la discussione del testo di legge contro le discriminazioni fondate su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, che vede l’On. Alessandro Zan come relatore”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “Seguiamo con apprensione questo passaggio, che si è già inaugurato con centinaia di nuovi emendamenti presentati dall'opposizione, al fine di far naufragare la legge. Non solo: non ci sfugge la brutta piega che spesso ha preso il dibattito politico attorno a questa proposta di legge: la principale occupazione di molti parlamentari di opposizione ma anche di maggioranza sembra essere quella di tentare di indebolire la portata di un provvedimento atteso da decenni. Un primo segnale negativo è stato l’accettazione dell’emendamento Costa che ora è parte della legge, un emendamento finalizzato a garantire le opinioni, nonostante la legge non si occupi di questo, ma solo ed esclusivamente di violenze, discriminazioni e delle condotte istigatorie. Su questa integrazione sono molte le voci, anche autorevoli, che vogliono tranquillizzarci sull'integrità sostanziale del testo, resta però a nostro avviso il punto politico che intravediamo dietro a questa mediazione, cioè il voler definire con paletti particolari la discriminazione nei confronti delle persone LGBTI+, paletti finora inediti per le altre discriminazioni. Non solo: l'emendamento non aggiunge chiarezza a chi dovrà applicare la norma, anzi semmai la rende più ambigua. Confidiamo che in aula ci sia la forza e il buonsenso di sgomberare il campo da queste ambiguità. Ora che la legge proseguirà il suo percorso il nostro appello al Parlamento è uno solo: non si fanno giochi politici sulla pelle delle persone, il testo di legge non serve a nulla se viene svuotato dalle sue politiche proattive di prevenzione dei fenomeni discriminatori e di assistenza alle vittime e può diventare perfino dannoso e controproducente qualora dovesse essere gravato da salvacondotti o ambiti di tutela per chi quelle discriminazioni o violenze le vuole compiere. Una legge contro le discriminazioni non può e non deve essere utilizzata per tutelare i violenti, monitoreremo con attenzione come proseguiranno i lavori parlamentari su questo testo di legge, atteso da oltre 20 anni”, conclude.