La Commissione Europea si è impegnata in quest'ultimo anno nell'attuazione dell'Articolo 13 del Trattato di Amsterdam. La strategia della Commissione si articola in 3 parti
- La Direttiva Quadro contro le discriminazioni
- La Direttiva contro le discriminazione razziali
- Il Programma d'Azione Comunitaria
La prima e l'ultima sono quelle che ci toccano direttamente.
La strategia adottata dalla Commissione è di lungo termine e dai contatti dell'ILGA-Europe con la Commissione appare chiaro che non verranno intraprese ulteriori attività che interessino la lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale per almeno altri 5 anni, fino al compimento delle attività in atto o ad una loro avanzata realizzazione. Fra 5 anni si ricomincerà probabilmente a parlare di orientamento sessuale e ci vorrà quindi un certo tempo perché questo "parlare" si concretizzi in iniziative da parte della Commissione. Ne consegue che gli strumenti che la Commissione ci mette oggi a disposizione sono tutto quello con cui possiamo aspettarci di lavorare nel prossimo futuro. Quello che abbiamo però non è poco, soprattutto considerando la sempre maggiore spinta per armonizzare la legislazione dei diversi paesi dell'Unione Europea, il che vuol dire che conquiste come ad esempio il matrimonio in Olanda possono, se sapremo approfittarne, avere ripercussioni reali anche in Italia.
La Direttiva Quadro
La Direttiva Quadro interessa le discriminazioni per "religione o credo, handicap (disability), età ed orientamento sessuale" per quanto concerne l'occupazione e le condizioni di lavoro (employement and occupation).
Essa stabilisce un insieme di regole e tutele minime esplicite contro le discriminazioni nei summenzionati ambiti che gli Stati Membri devono introdurre nel proprio ordinamento e di cui sono invitati ad assicurare l'attuazione (istituendo agenzie o intraprendendo programmi di sensibilizzazione o quant'altro). Questo livello minimo è in realtà piuttosto alto, specie se si considera che 7 dei 15 Stati Membri non assicurano alcuna tutela esplicita e 11 dei 13 paesi che richiedono di entrare a far parte dell'Unione pure sono privi di qualsivoglia tutela rispetto agli ambiti di discriminazione menzionati. La Direttiva Quadro su Occupazione e Condizioni di Lavoro è quindi l'atto singolo più rilevante nella storia della lotta alle discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale per la sua portata. Essa riguarda i milioni di cittadini dell'Unione Europea ed anche i milioni di cittadini dei paesi in via di adesione all'Unione Europea che devono conformarsi al diritto comunitario.
La Direttiva, adottata nel Novembre dello scorso anno, ha come termine di recepimento il 2 Dicembre 2003. In questo periodo dovremo da un lato vigilare perché in Italia essa venga completamente recepita ed al contempo dovremo fare pressione per ottenere più di quello che prevede la Direttiva Quadro (tra l'altro nella direttiva si "incoraggiano" i Governi ad instaurare un dialogo con le Organizzazioni Non Governative interessate dalla Direttiva). La Direttiva ha valore vincolante per gli Stati Membri.
Qualora allo scadere del 2 Dicembre 2003 essa non fosse stata recepita o non fosse stata recepita completamente, la Direttiva Quadro entrerà comunque in vigore.
- Essa potrà essere invocata in cause giudiziarie inerenti al settore del pubblico impiego.
- Essa avrà effetti indiretti anche nel settore privato ed anche in tal caso potrà essere invocata anche se con effetti più limitati.
- Si potrà fare causa al Governo per non averla recepita.
- Si potrà sollecitare la Commissione ed in tal caso sarà la Commissione ad intraprendere un'azione legale contro il Governo.
La Commissione Europea si è impegnata in quest'ultimo anno nell'attuazione dell'Articolo 13 del Trattato di Amsterdam. La strategia della Commissione si articola in 3 parti
- La Direttiva Quadro contro le discriminazioni
- La Direttiva contro le discriminazione razziali
- Il Programma d'Azione Comunitaria
La prima e l'ultima sono quelle che ci toccano direttamente.
La strategia adottata dalla Commissione è di lungo termine e dai contatti dell'ILGA-Europe con la Commissione appare chiaro che non verranno intraprese ulteriori attività che interessino la lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale per almeno altri 5 anni, fino al compimento delle attività in atto o ad una loro avanzata realizzazione. Fra 5 anni si ricomincerà probabilmente a parlare di orientamento sessuale e ci vorrà quindi un certo tempo perché questo "parlare" si concretizzi in iniziative da parte della Commissione. Ne consegue che gli strumenti che la Commissione ci mette oggi a disposizione sono tutto quello con cui possiamo aspettarci di lavorare nel prossimo futuro. Quello che abbiamo però non è poco, soprattutto considerando la sempre maggiore spinta per armonizzare la legislazione dei diversi paesi dell'Unione Europea, il che vuol dire che conquiste come ad esempio il matrimonio in Olanda possono, se sapremo approfittarne, avere ripercussioni reali anche in Italia.
La Direttiva Quadro
La Direttiva Quadro interessa le discriminazioni per "religione o credo, handicap (disability), età ed orientamento sessuale" per quanto concerne l'occupazione e le condizioni di lavoro (employement and occupation).
Essa stabilisce un insieme di regole e tutele minime esplicite contro le discriminazioni nei summenzionati ambiti che gli Stati Membri devono introdurre nel proprio ordinamento e di cui sono invitati ad assicurare l'attuazione (istituendo agenzie o intraprendendo programmi di sensibilizzazione o quant'altro). Questo livello minimo è in realtà piuttosto alto, specie se si considera che 7 dei 15 Stati Membri non assicurano alcuna tutela esplicita e 11 dei 13 paesi che richiedono di entrare a far parte dell'Unione pure sono privi di qualsivoglia tutela rispetto agli ambiti di discriminazione menzionati. La Direttiva Quadro su Occupazione e Condizioni di Lavoro è quindi l'atto singolo più rilevante nella storia della lotta alle discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale per la sua portata. Essa riguarda i milioni di cittadini dell'Unione Europea ed anche i milioni di cittadini dei paesi in via di adesione all'Unione Europea che devono conformarsi al diritto comunitario.
La Direttiva, adottata nel Novembre dello scorso anno, ha come termine di recepimento il 2 Dicembre 2003. In questo periodo dovremo da un lato vigilare perché in Italia essa venga completamente recepita ed al contempo dovremo fare pressione per ottenere più di quello che prevede la Direttiva Quadro (tra l'altro nella direttiva si "incoraggiano" i Governi ad instaurare un dialogo con le Organizzazioni Non Governative interessate dalla Direttiva). La Direttiva ha valore vincolante per gli Stati Membri.
Qualora allo scadere del 2 Dicembre 2003 essa non fosse stata recepita o non fosse stata recepita completamente, la Direttiva Quadro entrerà comunque in vigore.
- Essa potrà essere invocata in cause giudiziarie inerenti al settore del pubblico impiego.
- Essa avrà effetti indiretti anche nel settore privato ed anche in tal caso potrà essere invocata anche se con effetti più limitati.
- Si potrà fare causa al Governo per non averla recepita.
- Si potrà sollecitare la Commissione ed in tal caso sarà la Commissione ad intraprendere un'azione legale contro il Governo.
Il Programma 'Azione Comunitaria
Il programma si risolve sostanzialmente nei progetti europei finanziati dalla Comunità oltre a quelli intrapresi direttamente dalla Commissione stessa.
Sul sito web del'Unione Europea si trovano ampie informazioni in materia. ' uno dei links migliori offerti dal server del'Unione.
Due comitati (siamo in possesso del'elenco dei membri) formati da due rappresentanti governativi per ogni stato membro sono stati istituiti nel'ambito di questo Programma:
- Programme Committee (Commissione di Programma): seleziona i progetti europei da finanziare, si occupa di organizzare seminari nazionali sulla Direttiva ed eventi per farne crescere la consapevolezza
- Working group of officials (Gruppo di lavoro dei delegati): deve supervisionare il recepimento delle direttive relative al'Articolo 13
A fine luglio è stato diffuso il bando per la formazione di quattro gruppi internazionali di esperti non-governativi, uno per ogni ambito di discriminazione. Robert Wintemute, giurista con cui abbiamo buoni contatti, ha formato un gruppo internazionale di giuristi che ha presentato già bel'e pronto per detto bando. Stefano Fabeni, torinese, è il membro italiano del gruppo, scelto da Wintemute perché lavorano insieme da più di un anno ad un altro progetto europeo e si conoscono bene.
Dalle informazioni in nostro possesso risulta chiaro come sia opportuno e necessario fare pressione sui rappresentanti nazionali dei due comitati e attività di lobbying perché si impegnino a fondo anche nel campo della discriminazione basata sul'orientamento sessuale.
La Commissione tiene molto a raccogliere dati per fare un quadro chiaro della diffusione e del'impatto della discriminazione. ' importante far circolare le informazioni tra i membri di ILGA-Europe su sondaggi, indagini e così via. Il libro "Omosessuali moderni" può essere un esempio di questi dati.
Il termine ultimo per presentare progetti europei è ormai scaduto a maggio – 71 progetti sono stati preselezionati ed il loro elenco è stato infine reso disponibile. A fine ottobre è iniziata, con un mese di ritardo, la Fase 1 dei progetti che prevede la formazione di accordi di cooperazione tra vari partners. Ciò significa che vi è ancora la possibilità per associazioni GLBT di prendere parte a dei progetti, anche senza averne presentato uno, e su questo si è lavorato negli ultimi mesi.
Asilo, Immigrazione ed Affari Interni
Dopo il Trattato di Amsterdam gli Stati Membri si sono riuniti a Tampere nel'Ottobre del 1999. In tale occasione fu stabilita la sostanza dello Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia (Area of Freedom, Security and Justice) che doveva essere stabilito entro i confini del'Unione e che è uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni perché prevede tra 'altro 'armonizzazione della legislazione penale (criminal law) e la cooperazione tra polizie ed apparati giudiziari dei vari paesi.
La "libertà" comprende anche la "libertà dalla discriminazione". Un ruolo fondamentale avrà 'azione di lobbying al'interno di ogni paese per far sì che gli Stati che desiderano entrare a far parte del'Unione eliminino ogni possibile norma discriminatoria.
Lo stabilirsi di questo Spazio può avere effetti collaterali anche per i cittadini degli Stati Membri del'Unione. Appellandosi al fatto che deve essere assicurata la mobilità dei cittadini del'Unione, si può forse incidere su norme discriminatorie ancora presenti nel'Unione e soprattutto sullo status delle coppie omosessuali. I margini sono molto ristretti e quindi la via maestra resta il riconoscimento delle coppie Stato per Stato.
Uno dei punti fondamentali da far valere a livello nazionale è quello delle norme per il riconoscimento del'asilo affinché tra esse sia preso esplicitamente in considerazione anche 'orientamento sessuale per le persone provenienti da paesi in cui 'omosessualità sia punita dalla legge. Altro terreno di battaglia saranno le norme per il ricongiungimento familiare, perché venga riconosciuto anche a partner dello stesso sesso.
Il Programma 'Azione Comunitaria
Il programma si risolve sostanzialmente nei progetti europei finanziati dalla Comunità oltre a quelli intrapresi direttamente dalla Commissione stessa.
Sul sito web del'Unione Europea si trovano ampie informazioni in materia. ' uno dei links migliori offerti dal server del'Unione.
Due comitati (siamo in possesso del'elenco dei membri) formati da due rappresentanti governativi per ogni stato membro sono stati istituiti nel'ambito di questo Programma:
- Programme Committee (Commissione di Programma): seleziona i progetti europei da finanziare, si occupa di organizzare seminari nazionali sulla Direttiva ed eventi per farne crescere la consapevolezza
- Working group of officials (Gruppo di lavoro dei delegati): deve supervisionare il recepimento delle direttive relative al'Articolo 13
A fine luglio è stato diffuso il bando per la formazione di quattro gruppi internazionali di esperti non-governativi, uno per ogni ambito di discriminazione. Robert Wintemute, giurista con cui abbiamo buoni contatti, ha formato un gruppo internazionale di giuristi che ha presentato già bel'e pronto per detto bando. Stefano Fabeni, torinese, è il membro italiano del gruppo, scelto da Wintemute perché lavorano insieme da più di un anno ad un altro progetto europeo e si conoscono bene.
Dalle informazioni in nostro possesso risulta chiaro come sia opportuno e necessario fare pressione sui rappresentanti nazionali dei due comitati e attività di lobbying perché si impegnino a fondo anche nel campo della discriminazione basata sul'orientamento sessuale.
La Commissione tiene molto a raccogliere dati per fare un quadro chiaro della diffusione e del'impatto della discriminazione. ' importante far circolare le informazioni tra i membri di ILGA-Europe su sondaggi, indagini e così via. Il libro "Omosessuali moderni" può essere un esempio di questi dati.
Il termine ultimo per presentare progetti europei è ormai scaduto a maggio – 71 progetti sono stati preselezionati ed il loro elenco è stato infine reso disponibile. A fine ottobre è iniziata, con un mese di ritardo, la Fase 1 dei progetti che prevede la formazione di accordi di cooperazione tra vari partners. Ciò significa che vi è ancora la possibilità per associazioni GLBT di prendere parte a dei progetti, anche senza averne presentato uno, e su questo si è lavorato negli ultimi mesi.
Asilo, Immigrazione ed Affari Interni
Dopo il Trattato di Amsterdam gli Stati Membri si sono riuniti a Tampere nel'Ottobre del 1999. In tale occasione fu stabilita la sostanza dello Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia (Area of Freedom, Security and Justice) che doveva essere stabilito entro i confini del'Unione e che è uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni perché prevede tra 'altro 'armonizzazione della legislazione penale (criminal law) e la cooperazione tra polizie ed apparati giudiziari dei vari paesi.
La "libertà" comprende anche la "libertà dalla discriminazione". Un ruolo fondamentale avrà 'azione di lobbying al'interno di ogni paese per far sì che gli Stati che desiderano entrare a far parte del'Unione eliminino ogni possibile norma discriminatoria.
Lo stabilirsi di questo Spazio può avere effetti collaterali anche per i cittadini degli Stati Membri del'Unione. Appellandosi al fatto che deve essere assicurata la mobilità dei cittadini del'Unione, si può forse incidere su norme discriminatorie ancora presenti nel'Unione e soprattutto sullo status delle coppie omosessuali. I margini sono molto ristretti e quindi la via maestra resta il riconoscimento delle coppie Stato per Stato.
Uno dei punti fondamentali da far valere a livello nazionale è quello delle norme per il riconoscimento del'asilo affinché tra esse sia preso esplicitamente in considerazione anche 'orientamento sessuale per le persone provenienti da paesi in cui 'omosessualità sia punita dalla legge. Altro terreno di battaglia saranno le norme per il ricongiungimento familiare, perché venga riconosciuto anche a partner dello stesso sesso.