1° matrimonio gay di due cittadini italiani

  

Domani, alle 12:30 nel palazzo “GroenMarkt” de l’Aja, si celebrerà il matrimonio di Mario Ottocento e Antonio Garrulo, due ragazzi italiani che vivono e lavorano a Latina. La nuova legge olandese infatti, entrata in vigore l’anno scorso, estende il matrimonio vero e proprio, con tanto di diritto all’adozione, anche alle coppie dello stesso sesso, di cui almeno uno dei componenti residente nei Paesi Bassi.

E’ stato quindi sufficiente ad uno dei due ragazzi acquisire la residenza in Olanda, e non quindi la nazionalità, per accedere al diritto di sposarsi, nel senso letterale del termine, in forza della legge olandese, con il suo compagno.

“Si tratta del primo caso di vero e proprio matrimonio tra due cittadini italiani — commenta il presidente nazionale Arcigay Sergio Lo Giudice — e non di una provocazione politica o di una cerimonia dal mero valore simbolico. In base alla legge olandese ai due ragazzi italiani spetteranno tutti i diritti di qualsiasi altra coppia sposata in Olanda, eterosessuale o omosessuale che sia. Arcigay chiede che anche in Italia sia introdotta una qualche forma di riconoscimento giuridico dello coppie omosessuali al fine di garantire piena uguaglianza di trattamento rispetto alle persone eterosessuali”.

“Sarà interessante — osserva Alberto Baliello, resp. legislativo Arcigay — vedere come si comporterà lo Stato Italiano, che riconosce i matrimonî olandesi eterosessuali sanciti in base alla medesima legge, soprattutto per quello che riguarda questioni come l’acquisto di beni in comune o l’ambito lavorativo, fiscale ed economico in generale. Sono sempre di più i paesi europei (Francia, Germania, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda e Lussemburgo) che prevedono la possibilità del riconoscimento giuridico anche delle coppie dello stesso sesso.”

Alla cerimonia sarà presente anche l’on. Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario Arcigay. Grillini è primo firmatario di una proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati per l’introduzione, anche nel nostro paese, di un istituto giuridico equivalente a quello matrimoniale ma aperto alle coppie dello stesso sesso, denominato “unione domestica registrata”.


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