Bologna, 6 giugno 2002
Il Parlamento Svedese ha approvato ieri sera a larga maggioranza una legge che consente anche alle coppie gay registrate di adottare dei bambini. Si tratta delle prima legge al mondo che consente anche l’adozione di bambini provenienti da altri paesi. Quella olandese, ad esempio, consente l’adozione alle coppie gay sposate solo di bambini olandesi. In realtà l’effetto più importante di questa legge sarà quello di consentire l’adozione dei figli del partner all’interno delle coppie gay svedesi registrate.
“consentire l’adozione dei figli del partner convivente — commenta il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice — non rappresenta solo un atto di civiltà ma anche di rispetto e d’amore nei confronti dei bambini. Se convivono con il partner del loro genitore come un’unica famiglia, sarebbe crudele e contro i loro interessi negare la piena responsabilità genitoriale ad entrambi i partner”.
Intanto l’Associazione degli Psicanalisti Americani, come già aveva fatto l’anno scorso l’Associazione degli Psichiarti Americani, chiede che venga tolto il divieto di adozione da parte delle coppie gay. In un documento ufficiale approvato dall’associazione si dichiara che l’orientamento sessuale non rappresenta un elemento discriminante per le adozioni.
“Non c’è alcun legame — si legge nel documento — tra l’orientamento sessuale dei genitori e quello dei figli. Piuttosto, i figli di molte coppie gay vivono in uno stato di alto rischio perché le corti di giustizia e i governi non riconoscono relazioni legali ai genitori, negando loro de facto la copertura assicurativa e l’assistenza medica in caso di emergenza (situazione americana n.d.r.)”.
Ciascuna delle due associazioni ha inoltre pubblicamente invitato le corti di giustizia (quelle U.s.a. n.d.r.) d’ora in avanti a non attribuire valore medico-scientifico alle tesi dei gruppi che avversano le adozioni da parte delle persone omosessuali, tesi che rappresentano – secondo le due associazioni – distorsioni su base politica e religiosa della realtà.
“Le prove accumulate — si legge ancora nel documento — suggeriscono che il migliore interesse del figlio richiede l’attaccamento a genitori motivati, dedicati e competenti”.