Il Padova Pride si è appena concluso e ci attendono le sfilate di Milano e Roma. Un mese intenso di iniziative che però non nasce dal nulla. Il movimento glbt sta positivamente maturando, dopo gli anni delle divisioni cerca ragioni di unità e di rafforzamento. Ognuno di noi mantiene le proprie idee e cerca di diffonderle, ma allo stesso tempo cerca di ascoltare gli altri, di trovare punti in comune e di presentarsi unito negli appuntamenti che contano. Le associazioni glbt del Nord Est, e in particolare il Circolo Arcigay Talaltro di Padova, hanno seguito questo filo logico e hanno raccolto un successo persino imprevisto: hanno radunato decine di migliaia di persone, hanno isolato i violenti e i fascisti, reso ridicoli gli atteggiamenti ostili della giunta di centro destra e del sindaco Destro. Con caparbietà, per mesi hanno organizzato dibattiti, iniziative, interventi in tutte le città del Nord Est, hanno coinvolto sia le organizzazioni politiche, sociali e culturali e sia i locali ricreativi, spazzando via capziosi luoghi comuni. Tutto si è svolto alla luce del sole e, nonostante qualche evidente difficoltà organizzativa venuta a galla durante la festa finale, dovuta essenzialmente a una sottovalutazione sul numero dei partecipanti e a una vergognosa performance di Helena Velena, gli amici padovani possono ritenersi ampiamente soddisfatti. A loro deve andare il nostro più caloroso apprezzamento e ringraziamento, come è encomiabile il lavoro dei tanti volontari di Milano e Roma che assicureranno a tutti noi nuove emozioni.
E’ tempo quindi, di sondare nuovi percorsi, di radicare i nostri gay pride più importanti e allo stesso tempo di pensare a una maggiore diffusione in tutte le città italiane di eventi politici e culturali che possano rispondere a una domanda sempre più diffusa di aggregazione.
L’impressionante moltitudine di giovani e giovanissimi che hanno affollato le vie di Padova è il chiaro segno che una nuova generazione di gay e lesbiche vuole essere protagonista, che è pronta a spendersi sul terreno difficile della visibilità. Questo fatto, accompagnato dall’evidente disponibilità di tanti gay meno giovani a proseguire le battaglie intraprese sono indice che ci troviamo di fronte a un passaggio storico per il movimento. Abbiamo bisogno di nuove idee, di nuove pratiche politiche, di ramificare la nostra presenza in tutta la penisola, e questo è il momento giusto per investire in questa direzione.
Aggregazione, visibilità, nuovi punti di incontro e di divertimento, attenzione verso i gruppi di interesse e di affinità devono essere le nostre priorità dei prossimi anni.
Possiamo finalmente toglierci di dosso quel pesante senso di precarietà che ci ha tormentato per tutti questi anni, e costruire su basi solide la nostra presenza. In questo senso, Padova ha rappresentato una positiva conferma rispetto ai nostri intenti.