Roma. Il gay pride contro Storace

  

Roma, 29 giugno 2002 Da "NOI-Notizie Omosessuali Italiane"

La manifestazione del gay pride a Roma vuole essere un momento di riflessione contro la violenza omicida antigay che ha seminato di ben 30 vittime la capitale negli ultimi anni.
Sono delitti prodotti dall’omofobia e dall’odio verso la diversità: la clandestinità e l’omertà, che troppo spesso ancora circondano la vita di molti gay, sono il vero rischio per chi non riesce a vivere come gay alla luce del sole.
Visibilità e orgoglio omosessuale non sono quindi un lusso ma una strategia per sconfiggere la violenza favorendo l’emersione di decine di migliaia di omosessuali
Ciò significa anche favorire e dare valore alle relazioni tra gay e battersi per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Proprio una coppia laziale è stata protagonista del “matrimonio gay” celebrato pochi giorni fa all’Aia, matrimonio che in Italia non è possibile per la mancanza di una legge ad hoc e non certo per il presunto e inesistente divieto costituzionale. Infatti la Costituzione italiana all’art. 29 non parla di matrimonio fra uomo e donna ma solo di “coniugi”, pertanto una legge che riconoscesse il matrimonio tra gay e le famiglie di fatto sarebbe pienamente coerente con la nostra carta fondamentale.
In Europa ben 9 paesi sui 15 della Comunità Europea hanno già riconosciuto i diritti delle coppie omosessuali: è quindi palese che ormai è inevitabile che ciò avvenga prima o poi anche in Italia. Proprio per favorire il varo della legge daremo vita anche a Roma alla LIFF, la “Lega Italiana delle Famiglie di Fatto”, fin dall’autunno prossimo; il primo appuntamento sarà un girotondo attorno alla Regione Lazio per protestare contro le politiche familiste del refuso Storace e del centrodestra che sta varando una legislazione che ha l’unico scopo di creare privilegi per un unico tipo di famiglia, quella tradizionale, che non è più nemmeno maggioranza nella società.
Nuovi tipi di famiglia si stanno infatti affermando sempre più nella nostra società (non solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale) e sono ormai maggioranza: rifiutare la realtà discriminando la maggioranza dei cittadini è perciò non solo politicamente ingiusto ma anche oggettivamente stupido e di corto respiro.

Franco Grillini
Deputato DS
Presidente Onorario ARCIGAY


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