Perugia, 26 giugno 2002
Cari fratelli scout,
ho deciso di prendere di nuovo in mano la penna e scrivere una lettera, questa volta la scrivo a tutti voi, dopo il primo articolo e gli altri comparsi di seguito, dopo la puntata del Costanzo Show, a tutti voi che avete cercato di farvi una vostra idea, non accontentandovi di quella degli altri. Questa volta non è un’intervista o un riportare parti di una memoria. Sono io in queste parole. Non scrivo per convincermi, né tanto meno per convincervi. Questa lettera vuole essere un pensiero rivolto a tutti voi, affinché possiate capire quali sono i sentimenti e le emozioni che stanno dietro a tutto quello che ho fatto.
Tutto iniziò con quel'articolo, scritto di getto e firmato con il nome di Capitan Jonathan, il gabbiano che aveva imparato ad essere capitano di se stesso, scoprendo il modo per vivere a pieno la sua vita e trasmetterla agli altri. Un p' era questo quello che mi proponevo, cercare di trasmettere questa mia felicità e questo mio amore agli altri, invitando a capirlo per quanto inusuale potesse sembrare. In fondo sempre di amore si tratta. Quel'articolo era il riassunto di mesi di riflessioni, mesi passati a cercare un “filo più grosso” dove restare in equilibrio. Da quei mesi ne sono passati tanti altri, sono passati amici vicini e lontani, consigli, scelte, opinioni, tutte cose che hanno segnato un mio profondo processo di crescita. Tanto ho sperato che quel'articolo uscisse su Carnet di Marcia, perché sapevo che qualcosa stava cambiando ed i tempi potevano essere maturi per affrontare un argomento tanto delicato quanto attuale. Ma 'assurda volontà di non creare altri problemi, di non affrontare questo ostacolo, ha spinto molti a lasciar perdere il dialogo. Non importava più parlarne perché avrebbe in qualche modo scosso il finto equilibrio in cui tutti noi ci culliamo.
E già… forse per colpa del mio carattere, forse perché questa volta si trattava dello scoutismo, e basta entrare in camera mia per capire quanto lo scoutismo sia presente nella mia vita, che ho deciso di non rimanere fermo ad aspettare. Aspettare ancora.
Ho deciso che il mio unico obiettivo sarebbe stato aprire un forte dialogo e confronto a tutti i livelli, perché la mia storia, la mia esperienza potesse diventare un vero punto di partenza. Ma come? Come potevo se tutti intorno mi chiedevano di lasciar perdere e non parlarne? Come potevo se tutti mi rimproveravano di essere stato leale perché ci avevo solo perso?
" Socrate, per questa volta non daremo retta ad Anito, e ti assolviamo, ma a questa condizione: che tu non sprechi più tempo in questa ricerca e non faccia più filosofia; se verrai colto a farla, morirai. –
Se davvero voi mi assolveste alla condizione che ho detto, vi risponderei:
– Cittadini ateniesi, io vi amo e vi rispetto, ma ubbidirò al dio piuttosto che a voi, e finché avrò respiro e sarò in grado di farlo, non smetterò di fare filosofia… "
Socrate ha difeso fino al'ultimo le sue convinzioni, rispettando le regole, ma cercando, con la sua grande autodifesa, di cambiarle. Io ho cercato di fare lo stesso. Ho difeso fino al'ultimo le mie convinzioni, rispettando le dure regole ed allontanandomi dal servizio, ma cercando con umiltà e stile di cambiarle.
Mai una sola volta ho pensato ad un “attacco” al'associazione, e mai una volta ho creduto che quello che mi era stato imposto fosse un “attacco” nei miei confronti. I forum che si sono aperti, le e-mail che sono girate ininterrottamente tra i ragazzi ed i capi del'associazione, i contatti con altri ragazzi che vivono la mia stessa esperienza erano il mio obiettivo e sono il nostro risultato. Adesso si che se ne parla, adesso si che i ragazzi iniziano a chiedere qualcosa ai capi, adesso si… forse, qualcosa potrà cambiare!
Se in tutto questo ci ho perso un p', passando da antagonista del'associazione, da ragazzo senza valori, da polemico, non importa.
Questa è stata la mia caccia, condotta sempre con lo stile di uno Scout, di uno Scout 'Europa… ' stata una dura caccia, insieme ai miei fratelli di Perugia che mai ho smesso di amare! Una caccia in cui il ricordo del sorriso di ogni singolo fratellino del branco mi dava una forza in più per continuare a sperare.
Le persone che mi hanno rinnovato la loro fiducia e la loro stima, sono i genitori dei lupetti che per quattro anni ho portato per mano… E questa, signori miei, è una grande vittoria!
Se l’Associazione continuerà nella sua scelta, questa volta lo farà perché è stata trasparente, libera da ipocrisie, lo farà grazie ad un confronto sereno che, altrimenti, non si sarebbe mai aperto. Allora potrò andarmene serenamente per la mia strada.
Anche se le ultime parole del congedo di Socrate, rendono bene lo stato 'animo in cui spesso queste settimane mi sono trovato, uno stato d’animo di chi subisce ingiustamente una sentenza, ora non sono più adatte! Il congedo più adatto per uno Scout che scrive ad altri fratelli Scout può essere solo uno…
Forza con queste pagaie! Buona Strada.
Stefano Bucaioni
([email protected])