1° Lettera di Arcigay per chiedere spiegazioni sul’oscuramento
30.12.02
L’Arcigay chiede ai responsabili del CSI (responsabile dei servizi informatici del Comune di Torino), al Sindaco Chiamparino e all’Assessore alle Pari Opportunità Pozzi, di spiegare perché da tempo il sito web dell’Arcigay www.arcigay.it non è accessibile dalle postazioni internet del Comune di Torino.
Riteniamo gravissimo ciò che sta accadendo e, in accordo con il Circolo Arcigay Egg di Torino, predisporremo tutte le iniziative atte a rimuovere le cause di questa stupefacente e inspiegabile discriminazione.
La vicenda ha dell’incredibile perché il Comune di Torino in questi anni ha in più occasioni, anche con fatti concreti, dimostrato di voler lavorare contro ogni forma di discriminazione ed esclusione ai danni dei cittadini omosessuali.
Per tutte queste ragioni l’Arcigay Nazionale attende una rapida, forte e inequivocabile presa di posizione politica da parte del Sindaco, al fine di ristabilire immediatamente l’accesso al nostro sito che rappresenta un utile strumento di informazione messo a disposizione di tutti i cittadini.
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay
Addì 30 dicembre 2003
Comunicato stampa di risposta del Comune di Torino
31.12.02
INACCESSIBILITÀ’ DEL SITO INTERNET DI ARCIGAY: LE RISPOSTE DEL COMUNE
“Ridicola”: così Paolo Peveraro, Assessore ai Sistemi Informativi del Comune commenta l’accusa di censura volontaria e predeterminata verso i siti di cultura ed informazione omosessuale, ipotizzata da Arcigay,.
“I dipendenti infatti, così come le postazioni pubbliche gratuite”, ha proseguito Peveraro, “utilizzano sin dal 1995 la rete comunale per accedere a tutti i siti Internet. L’unica eccezione riguarda i siti ritenuti pornografici nell’ambito di una lista (decine di migliaia di siti) acquisita dal Comune in modo automatico da una delle società italiane leader nella fornitura di tali servizi. L’inaccessibilità di Arcigay è derivata dall’inserimento del sito (non certo da parte del Comune) in questa lista, che viene trattata automaticamente e che è la stessa per tutti i siti che utilizzano tale tecnologia.
Nel momento in cui è stata segnalata l’anomalia il CSI-Piemonte è immediatamente intervenuto per ripristinare la normale accessibilità”.
Il Comune ha inoltre richiesto al CSI di ottenere dalla società fornitrice spiegazioni sull’inserimento del sito di Arcigay nella lista: è evidente che i sistemi automatici hanno un grado di affidabilità buono ma non perfetto e che siti pornografici nascono di continuo e cercano di eludere i filtri con sempre nuove denominazioni, ed errori sono quindi sempre possibili.
Tra l’altro un apposito avviso (che appare quando un sito non è consultabile dalla rete comunale) invita a segnalare i casi di siti inaccessibili che teoricamente non hanno motivo di esserlo, in modo da poter correggere tali errori.
Accusare la Città di censura è quindi irresponsabile e denota una conoscenza molto scarsa delle problematiche di funzionamento della rete Internet e delle difficoltà di gestione di un sistema informativo complesso. Il Comune dal 1997 ha messo a disposizione delle associazioni spazi web da autogestire, del quale usufruiscono anche associazioni di tutela gay quali il circolo Maurice o l’InformaGay (che peraltro scrive sul suo sito ‘Se ci potete leggere, è grazie al Comune di Torino).
Le accuse rivolte alla Città di Torino appaiono quindi ridicole ed ingrate non solo perché si è sempre dimostrata aperta al dialogo, ma anche perché è tra le poche città d’Italia ed essersi dotata di un ufficio per le politiche di genere, che quindi dimostra un’attenzione specifica verso queste problematiche.
Anche l’Assessore alle Pari Opportunità Paola Pozzi (responsabile per il Comune delle politiche di genere) esprime soddisfazione per il chiarimento intervenuto sull’accesso al sito del’Arcigay e per la rapida soluzione del problema. “Il chiarimento e la relativa soluzione”, ha commentato l’Assessore, “si sono avuti a prescindere dalla polemica suscitata, che forse è stata eccessiva: è evidente che non c’è stata nessuna volontà discriminatoria e che in casi di questo genere è sufficiente una semplice segnalazione al servizio informatico del Comune”.
Torino, 31 Dicembre 2002
Risposta di Arcigay alle affermazioni del Comunicato Stampa
2.1.03
Egregio Assessore Paolo Peveraro,
siamo stupefatti dalla sua scortese, e non certo istituzionale, risposta alla nostra richiesta di conoscere le motivazioni per cui il sito di Arcigay Nazionale non era (che strano che dopo mesi di oscuramento è adesso improvvisamente accessibile?) consultabile dagli utenti che utilizzavano il sistema informatico del Comune di Torino.
Non abbiamo mai parlato di censura, abbiamo invece richiesto immediate spiegazioni. E ci sconforta il fatto che lei ritenga queste spiegazioni “ridicole”. Evidentemente, per lei non è molto importante che il sito di Arcigay, ovvero la più grande associazione gay italiana, con oltre 130 mila soci, decine di Circoli, fra cui uno appena sorto nella sua città, non potesse essere consultato, sia dalle migliaia di gay torinesi sia da tutti i cittadini interessati a conoscere il nostro lavoro.
Non è poi colpa nostra, se la società di servizi con cui avete un contratto di fornitura ha incluso il nostro sito nella black list di quelli pornografici, quindi non consultabili. Né possiamo conoscere tutti i passaggi tecnici e burocratici che sono stati necessari per mettere in piedi il vostro sistema. Certo l’intera vicenda lascia l’amaro in bocca, e sarebbe utile conoscere il nome delle società che lei cita nel suo comunicato, al fine di poterla denunciare alle autorità giudiziarie.
Dispiace infine, che non abbia letto fino in fondo il nostro precedente comunicato che, oltre a richiedere rapidi provvedimenti, riconosceva il positivo lavoro svolto dal Comune di Torino a favore dei cittadini omosessuali.
Una più approfondita lettura del testo le avrebbe consentito di non esprimere giudizi affrettati”.
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay
Addì 2 gennaio 2003