In ricordo di Alfredo Ormando

  

Lunedì 13 gennaio, alle 15:30, avrà luogo a Roma, in p.zza Pio XII, la commemorazione, con la consueta deposizione di fiori, di Alfredo Ormando, omosessuale palermitano, che il 13 gennaio del 1998, a 40 anni, si uccise, dandosi fuoco in p.zza San Pietro, volendo così lanciare un grido di disperata protesta e d’accusa contro l’intolleranza delle gerarchie vaticane verso le persone omosessuali

"Chiedo scusa per aver osato di pensare e di agire da uomo,
per non aver accettato una diversità che non sentivo,
per aver considerato l’omosessualit&agrave’ una sessualità naturale,
per essermi sentito uguale agli eterosessuali e secondo a nessuno,
per aver sognato,

Alfredo Ormando

Alfredo Ormando

per aver riso”

Sono passati cinque anni da quella mattina del 13 gennaio 1998 in cui Alfredo Ormando si diede fuoco, a quarant’anni, in Piazza San Pietro a Roma. Un gesto che rappresentava un grido di disperazione ma anche, nelle stesse intenzioni di Alfredo, un preciso atto d’accusa contro il pregiudizio sociale, l’ipocrisia, l’intolleranza. Lo scrittore siciliano non aveva scelto a caso Piazza San Pietro, un luogo da cui spesso provengono parole ‘amore e di accoglienza verso i soggetti meno garantiti, ma da cui continuano a venire parole di esclusione verso le persone omosessuali.

Quest’anno vogliamo legare al ricordo di Alfredo la nostra protesta per le posizioni del Vaticano sull’esclusione delle persone omosessuali dal sacerdozio. Incapace di dare risposte concrete al fenomeno dei preti pedofili, su cui pesa la responsabilità di un’atmosfera di repressione sessuale e di una castità troppo spesso imposta e non accettata come scelta di vita, le gerarchie cattoliche hanno individuato un comodo capro espiatorio nei seminaristi omosessuali. L’obiettivo reale non è allontanare i tantissimi seminaristi gay ma spingerli a non dichiarare, come avviene sempre più spesso, la loro identità e a ricacciarli nell’invisibilità. Le gerarchie vaticane insistono sempre sulla distinzione fra il rispetto della condizione omosessuale e la condanna dei comportamenti relativi. Oggi il Vaticano ammette di discriminare non solo sulla base del comportamento, ma anche dell’identità omosessuale, come già dichiarava esplicitamente nei confronti di insegnanti, militari e istruttori sportivi. Ai tanti giovani gay che vogliono seguire le indicazioni vaticane, si dice che non sono degni né dell’amore né del sacerdozio e li si condanna all’isolamento e all’emarginazione.

In questa giornata vogliamo ricordare anche i tanti gay uccisi nei paesi a legislazione islamica che prevedono la pena di morte per le persone omosessuali. I regimi fondamentalisti islamici rappresentano la punta di massima oppressione dei diritti della popolazione omosessuale: Iran, Arabia Saudita, Mauritania, Sudan, Yemen prevedono la pena di morte per atti omosessuali, puniti duramente in altri 20 paesi islamici. Riteniamo compito dell’intera comunità civile internazionale agire politicamente per impedire il proseguimento di questa barbarie.

Sergio Lo Giudice
Presidente Nazionale Arcigay


Oltre ad Arcigay nazionale, che promuove l’iniziativa, hanno aderito e annunciato la loro partecipazione anche: Arcilesbica nazionale — Circolo Mario Mieli —Arcigay Ora! Roma — Arcigay Leonardo Grosseto – Arcigay Antinoo Napoli -AGEDO Ass. genitori delle persone omosessuali – Arcilesbica Roma — Coordinamento Gruppi di Omosessuali Cristiani in Italia – Gayroma.it — Coordinamento BariPride – Orsi Italiani – CODS Coordinamento glbt DS — — Massimo Consoli – CGIL Ufficio Nuovi Diritti nazionale/Roma Lazio/Liguria —NoGod – UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti —Federazione PRC Roma – PRC Culture delle differenze


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