PISTOIA — Ieri mattina, al cinema Verdi, alcuni esponenti del’Arcigay di Pistoia hanno incontrato gli studenti del liceo classico (Forteguerri) e pedagogico (Vannucci).
Due adolescenti, protagonisti di “Krampack”
Partendo dal ricordo del’«Olocausto dimenticato», ossia delle persecuzioni subite dagli omosessuali durante il nazismo, il presidente del’Arcigay di Pistoia, Matteo Marliani e gli altri esponenti del movimento, hanno parlato delle attività e dei diritti che essi rivendicano, ma anche della prevenzione di alcune malattie a trasmissione sessuale. «I diritti che noi rivendichiamo — ha spiegato Marliani — riguardano, per esempio, la successione nel’affitto o la possibilità di poter effettuare ‘assistenza in ospedale al compagno o alla compagna anche se non si è sposati. ‘incontro con i ragazzi delle scuole è stato molto positivo, anche perché ci sono state molte domande da parte degli studenti.
Abbiamo utilizzato il sistema dei bigliettini per rompere un p’ ‘imbarazzo iniziale, in altre parole, le domande sono state scritte su dei foglietti, che abbiamo distribuito al’ingresso del cinema, poi sono state raccolte e lette dai relatori, che hanno anche fornito le relative risposte. Alcuni studenti sono venuti anche direttamente sul palco a porre le loro domande. Ho visto molto interesse. Credo che si tratti di un argomento cui dare un seguito, magari trattando anche argomenti più specifici, che in questa occasione non ‘è stato il tempo di approfondire». Uno dei temi maggiormente affrontati ha riguardato le adozioni. «È stata sen’altro una bella esperienza —afferma Roberto Scaramuzzino, rappresentante degli studenti—, anche perché il tema del’omosessualità non viene affrontato quasi mai, né al’interno della famiglia, né al’interno della scuola, né tanto meno con gli amici.
Oggi molti hanno partecipato attivamente, anche andando direttamente sul palco a porre le loro domande». ‘idea di un incontro con i rappresentanti del’Arcigay è venuta in mente agli stessi studenti.
«Tutto è nato in seguito alla nostra proposta di inserire la macchinetta distributrice dei preservativi a scuola —spiega Giulia Conti, studentessa—. Stiamo affrontando il tema della prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e perciò abbiamo ritenuto giusto e interessante organizzare anche questo incontro». «La paura iniziale —afferma Carlotta Bruni, studentessa— era quella di non riuscire a vincere ‘imbarazzo, anche nel fare le domande. Senza contare che alla nostra età è anche facile che qualche ragazzo si metta a fare battute fuori luogo, cosa che invece non è avvenuta. Il tutto si è svolto nel massimo rispetto e in tutta tranquillità, quindi credo sia stata proprio u’esperienza positiva».