Il Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo, intervenendo oggi al question time alla Camera dei Deputati, ha risposto ad una interrogazione dell’on. Titti De Simone in merito al recepimento, da parte dell’Italia, della Direttiva del Parlamento europeo n. 78 del 2000 contro le discriminazioni sul lavoro motivate, fra l’altro, dall’orientamento sessuale. Il ministro ha annunciato un decreto del governo che estenderebbe ai soggetti previsti dalla direttive 2000/78 le tutele previste dal Testo Unico sull’immigrazione del 1998.
Ministero delle Pari Opportunità
“E’ una buona notizia che il governo decida di non essere inadempiente rispetto ai vincoli posti dalla Direttiva antidiscriminatoria dell’Unione Europea — commenta Sergio Lo Giudice, presidente nazionale dell’Arcigay – . Quello che i politici di casa nostra non hanno avuto il coraggio di fare per decisione propria, oggi sono tenuti a farlo a seguito della pressione europea. Ora attendiamo il decreto del governo, a cui chiediamo di dare reale attuazione allo spirito di quella direttiva e al previsto coinvolgimento delle associazioni nel monitoraggio dei suoi effettivi risultati”
La Direttiva 2000/78
La direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
All’art.1 la direttiva recita: “La presente direttiva mira a stabilire un quadro generale per la lotta alle discriminazioni fondate sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, ‘età o le tendenze sessuali, per quanto concerne ‘occupazione e le condizioni di lavoro al fine di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento”.
E all’art.18: “Gli Stati membri adottano le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 2 dicembre 2003”.
Ieri un‘altra decisione vincolante sui diritti delle coppie gay e lesbiche
Proprio ieri il Parlamento Europeo ha approvato un rapporto sulla libertà di circolazione dei cittadini all’interno dell’Unione che riconosce anche alle coppie gay sposate o conviventi, in base alla legge di uno degli stati membri, gli stessi diritti al ricongiungimento e alla libera circolazione delle coppie eterosessuali. Se il testo verrà approvato in seconda lettura, diventerà vincolante per gli stati dell’Unione e il coniuge.
Gli artt. 41 e 42 del Testo Unico sull’immigrazione del 1998
Se il governo approverà, come annunciato, un decreto che estende ai soggetti previsti dalla direttiva 2000/78 le tutele antidiscriminatorie del Testo unico sull’immigrazione, per la prima volta nella sua storia l’Italia avrà una norma contro le discriminazioni di gay e lesbiche, norma presente in quasi tutti gli Stati UE.
l’art.41 del T.U. afferma che “costituisce discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza” o “abbia lo scopo o ‘effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o ‘esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica”
All’art.42, fra l’altro, si afferma che “Le Regioni, in collaborazione con le Province e con i Comuni, con le associazioni di immigrati e del volontariato sociale, ai fini del’applicazione delle norme del presente articolo e dello studio del fenomeno, predispongono centri di osservazione, di informazione e di assistenza legale”. Ciò aprirebbe la strada ad un coinvolgimento formale delle associazioni.